filippo.mauro
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Concetti Chiave

  • Nel 1918, l'Italia adotta un nuovo metodo di combattimento con il reparto degli artigli, che utilizza attacchi rapidi e forti.
  • Gabriele d'Annunzio compie azioni propagandistiche come la beffa di Buccari e il volo su Vienna per influenzare l'opinione pubblica.
  • Il successo navale italiano include l'affondamento della corazzata austriaca Santo Stefano, che rafforza il morale nazionale.
  • La controffensiva italiana nell'ottobre del 1918, culminata nella battaglia di Vittoria-Veneto, porta alla sconfitta e alla ritirata austro-ungarica.
  • L'armistizio del 3 novembre 1918 segna la fine della guerra per l'Italia, celebrato il 4 novembre come festa delle forze armate.

Indice

  1. Nuove strategie militari italiane
  2. Azioni propagandistiche di d'Annunzio
  3. Successi della Marina Militare italiana
  4. Vittorie decisive sul fronte terrestre

Nuove strategie militari italiane

Per l’Italia il ’18 è positivo. Si adotta un nuovo modo di combattere. Viene istituito il reparto degli artigli: rapidi e forti attacchi con pistole, bombe a mano e pugnali. Ci sono altre grandi azioni che non hanno molto effetto a livello militare ma cambiano il clima in Italia. Dallo sgomento di Caporetto si arriva a pensare di poter vincere la guerra contro l'Austria.

Azioni propagandistiche di d'Annunzio

La beffa di Buccari è un episodio che vede come protagonista Gabriele d’Annunzio e i Mass (motoscafi a motore elettrico, più silenzioso). Si progetta di entrare nel porto di Buccari, porto della Dalmazia. Lo scopo è quello di sparare siluri e scappare. Entrano, si avvicinano alle imbarcazioni nemiche, sganciano i siluri; essi non funzionano e d’ Annunzio infila un messaggio in una bottiglia di champagne con un nastro tricolore (10-11 febbraio 1918). Propagandisticamente questo funziona molto. Altro atto propagandistico è il volo su Vienna. Con dei piccoli aerei d’Annunzio parte dall’Italia, vola su Vienna e lancia dei volantini propagandistici. Dice che potrebbero lanciare bombe a tonnellate ma gli Italiani non fanno guerre a donne, bambine e civili. Lo scopo è quello di guerra psicologica. Si fa vedere che per la seconda volta si è andati dento casa del nemico mandandogli un messaggio.

Successi della Marina Militare italiana

Terzo episodio è un grande colpo messo a segno dalla Marina Militare italiana è l’affondamento della Santo Stefano. I mass partono da Ancona, individuano il fumo di una ciminiera. Era la corazzata Santo Stefano, nave austriaca più importante. Gli italiani avevano messo una rete che andava dall’Albania fino ad Otranto, chiudendo l’Adriatico, impedendo alle navi austriache e tedesche di entrare nell’Adriatico. Vengono sparati 2 siluri che colpiscono la Santo Stefano, la quale affonda (10 giugno 1918). La vittoria è doppia perché la Santo Stefano aveva già bombardato ancona il 24 giugno 1915.

Vittorie decisive sul fronte terrestre

Le cose migliorano anche sul fronte di terra. Respinta una nuova offensiva austriaca in estate, nell’ottobre del 1918 parte una controffensiva italiana che dà un episodio decisivo in Vittoria-Veneto. Gli austriaci vengono sconfitti e si ritirano disordinatamente. Il 3 novembre 1918 viene firmato un armistizio; l’11 viene firmato un armistizio per quanto riguarda il fronte occidentale che di fatto fa finire la guerra. Il 4 novembre è la festa delle forze armate perché è l’anniversario del festeggiamento della fine della guerra.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il nuovo modo di combattere adottato dall'Italia nel 1918?
  2. L'Italia ha istituito il reparto degli artigli, caratterizzato da attacchi rapidi e forti con pistole, bombe a mano e pugnali.

  3. Qual è stato l'impatto della beffa di Buccari e del volo su Vienna?
  4. Entrambi gli episodi hanno avuto un forte impatto propagandistico, migliorando il morale italiano e dimostrando la capacità di portare messaggi direttamente al nemico.

  5. Qual è stato l'esito della controffensiva italiana nell'ottobre del 1918?
  6. La controffensiva italiana ha portato alla sconfitta degli austriaci a Vittoria-Veneto, costringendoli a ritirarsi disordinatamente e contribuendo alla firma dell'armistizio il 3 novembre 1918.

Domande e risposte

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