Concetti Chiave
- Dopo il 1918, l'Italia affronta problemi economici e sociali simili a quelli degli Stati vincitori della guerra, ma in un contesto politico più tumultuoso.
- Le nuove leggi elettorali del 1918-1919 introducono il suffragio universale maschile e la rappresentazione proporzionale, modificando il panorama politico italiano.
- La riforma elettorale mira a favorire la distensione politica e ad aumentare la partecipazione democratica, ma sfida l'egemonia liberale.
- I partiti con solide strutture organizzative traggono vantaggio dalla nuova legge, mentre i liberali faticano a competere senza un'organizzazione stabile.
- Nelle elezioni del novembre 1919, i liberali scoprono di essere svantaggiati a causa della mancanza di un partito strutturato che li supporti efficacemente.
Indice
Problemi post-bellici in Italia
Dopo il 1918 l'Italia deve affrontare i problemi analoghi a quelli già fronteggiati dagli altri Stati europei che hanno vinto la guerra, infatti c'è un forte inflazione da contenere, problemi di riorganizzazione produttiva da risolvere, inquietudine sociale.
Terremoto politico-sociale
Diversamente da ciò che accade in Francia e nel Regno Unito, l'Italia si trova di affrontare le questioni nel mezzo di un vero e proprio terremoto politico-sociale, che piuttosto avvicina la sua situazione a quella delle potenze che hanno perso la guerra (prima fra le quali la Germania) che non alle altre potenze dell'Intesa.
Nuove leggi elettorali
Il terremoto è favorito anche dall'introduzione di due nuove leggi elettorali (1918-1919) che prevedono il suffragio universale maschile e la rappresentazione proporzionale con scrutinio di lista: infatti ciò significa che alle elezioni si presentano liste di candidati, divise per partiti o gruppi politici e che a ciascun partito tocca un numero di rappresentanti che è grosso modo simile al numero di voti ottenuti.
Conseguenze delle nuove regole
La riforma approvata da un Parlamento a maggioranza liberale è intesa come un contributo alla distensione politica e come un'opportunità perché si sviluppi una maggiore partecipazione democratica. I dirigenti liberali sono convinti di poter dominare la situazione anche con le nuove regole elettorali ma questa convinzione si rivela infondata. Le nuove regole favoriscono i raggruppamenti politici che hanno strutture organizzative stabili e diffusi sul territorio, capaci di condurre una propaganda capillare ed efficiente. Ma i liberali un'organizzazione del genere non ce l'hanno e quando arriva il momento delle prime lezioni da tenersi con le nuove norme del novembre 1919, i liberali non sono altro che il solito raggruppamento di personalità politiche magari autorevoli ma prive comunque di un partito che li sorregga.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali problemi post-bellici affrontati dall'Italia dopo il 1918?
- In che modo le nuove leggi elettorali influenzarono il panorama politico italiano?
- Quali furono le conseguenze delle nuove regole elettorali per i liberali italiani?
Dopo il 1918, l'Italia dovette affrontare problemi come l'inflazione, la riorganizzazione produttiva e l'inquietudine sociale, simili a quelli degli altri Stati europei vincitori della guerra.
Le nuove leggi elettorali introdussero il suffragio universale maschile e la rappresentazione proporzionale, favorendo i partiti con strutture organizzative stabili, ma i liberali non riuscirono a dominare la situazione come previsto.
Le nuove regole elettorali misero in difficoltà i liberali, che non avevano un'organizzazione capillare e strutturata, risultando in un raggruppamento di personalità politiche senza un vero partito di supporto.