Concetti Chiave
- Nel dopoguerra, i partiti politici italiani non riuscirono a risolvere le gravi crisi economiche e sociali.
- Le forze liberali erano impreparate a creare un partito moderno, lasciando spazio ai partiti di massa come quello socialista e cattolico.
- Il Partito Popolare Italiano, fondato da don Luigi Sturzo nel 1919, segnò la fine del divieto papale alla partecipazione politica dei cattolici.
- Il partito proponeva riforme come il sistema elettorale proporzionale, l'ampliamento del suffragio e una radicale riforma agraria.
- Il partito di Sturzo era interclassista e laico, puntando a tutelare i diritti delle classi popolari senza conflitti.
Indice
Il clima politico del dopoguerra
Nel difficile clima del dopoguerra caratterizzato dalla grave crisi economica e dal profondo malessere sociale , i partiti politici avrebbero potuto rappresentare un elemento di equilibrio all'interno della società italiana. Essi però si dimostrarono incapaci di risolvere i problemi che affliggevano il paese. Le forze liberali non erano riusciti a dar vita a un partito di impostazione moderna e adesso si trovavano impreparate ad affrontare la situazione. All'indomani della guerra sembrava che il ruolo di protagonista della scena politica italiana potesse andare a due partiti di massa: quello socialista e quello di ispirazione cattolica.
La nascita del partito popolare
Il partito popolare italiano fu fondato da don Luigi Sturzo nel gennaio 1919, con il consenso di Papa Benedetto XV. In questo modo veniva definitivamente superata la stagione del non expedit con cui Pio IX aveva vietato la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana.
Obiettivi e ideali del partito
Il nuovo partito proponeva l'adozione del sistema elettorale proporzionale, l'ampliamento del suffragio elettorale e un maggiore decentramento amministrativo. Il punto più qualificante del programma era una radicale riforma agraria, la quale doveva riscuotere gli interessi dei ceti rurali. Per aiutare la popolazione delle campagne era stato fondato nel 1910 anche un sindacato di ispirazione cattolica, la confederazione Italiana dei lavoratori: Cil. Il partito di Don Sturzo si prefiggeva di tutelare i diritti di tutte le classi popolari senza entrare in conflitto con le altre. Oltre che interclassista il partito era anche apertamente laico.