Concetti Chiave
- Nel 1986, l'incidente di Černobyl causò il rilascio di una nube radioattiva che si diffuse in gran parte dell'Europa centrale e settentrionale.
- L'incidente portò alla morte di circa sessanta persone e oltre 100.000 furono evacuate, molte delle quali subirono gravi conseguenze fisiche.
- La radioattività si è fissata nei primi 15 cm del suolo, limitando la dispersione ulteriore, ma la popolazione locale soffre ancora di alti tassi di cancro alla tiroide e altre malattie.
- I prodotti alimentari di piccoli produttori indipendenti nella zona restano a rischio di contaminazione radioattiva.
- La zona di esclusione intorno a Černobyl, di 30 km, è considerata inabitabile per i prossimi tremila anni secondo Greenpeace.
Indice
L'incidente di Černobyl
Nel 1986, a Černobyl, una località dell’Ucraina, situata a circa 130 km da Kiev, la locale centrale elettronucleare “Lenin” subì un guasto che provocò la fuoriuscita di una nube radioattiva. Spinta dalle correnti aeree, essa si estese su buona parte dell’Europa centrale e settentrionale. Nell’incidente morirono all’incirca sessanta persone e oltre 100.000 furono costrette a evacuare la zona contaminata e fra di esse numerose subirono gravi conseguenze fisiche.
Conseguenze globali e locali
La vicenda è considerata la più grande catastrofe nella storia del nucleare ed ebbe l’effetto di accrescere in tutto il mondo l’ostilità nei confronti dell’utilizzo dell’energia atomica, come fonte di energia. L’impianto fu chiuso soltanto nel 2000 e l’anno successivo, dopo tutta una serie di trattative con i paesi finanziatori, iniziarono i lavori di smantellamento; essi procedettero con molta lentezza e richiesero molti anni.
Impatto sulla salute e sull'ambiente
Non solo nell’atmosfera, ma anche sul terreno, la situazione è stata disastrosa. La radioattività si è ormai fissata nei primi 15 cm del suolo e questo costituisce un lato relativamente positivo perché ne impedisce l’ulteriore dispersione; tuttavia, localmente, la popolazione è ancora esposta agli impatti nocivi delle radiazioni e sulla regione è stato riscontrato un costante aumento di tumori alla tiroide; i medici sospettano anche che l’incidente sia la causa di leucemie, malformazioni congenite e altri tumori maligni legati alla radioattività. Oggi, una buona parte dei prodotti alimentari, coltivati nelle fattorie controllate dallo Stato dei territori contaminarti rispettano tutte le norme di sicurezza che sono state imposte a proposito, ma il latte, la carne e i legumi forniti dai piccoli produttori indipendenti della zona presentano ancora rischi per la salute. D’altra parte, sappiamo che il cesio 137, elemento responsabile del principale inquinamento, dimezza il suo potenziale radioattivo soltanto dopo trenta anni. Per risanare la zona, lo Stato russo è intervenuto realizzando imponenti opere con l’obiettivo di stoccare i combustibili irradiati, estratti dall’interno dei reattori e resi inattivi; infatti, come deposito sono stati utilizzati ben 800 luoghi incolti nella zona contaminata per un raggio di più di 30 km intorno alla centrale. In essi viene anche trattata la massa totale dei rifiuti radioattivi, eliminata attraverso le fognature in corrente liquida, per effetto delle acque meteoriche e dell'innaffiamento. Invece il trattamento degli scarti solidi non è ancora ben noto.
Diffusione della nube radioattiva
Gli effetti disastrosi si diffusero ben presto anche in tutta l’Europa; si parlò e si parla ancora di peste nucleare. La nube radioattiva interessò i russi, i bielorussi e gli ucraini, poi toccò la Scandinavia, l’Olanda, il Belgio, la Gran Bretagna, quindi virò sull’Europa dell’Est, sui Balcani, sul Mediterraneo settentrionale, colpì duro l’Austria, la Svizzera e la Baviera: nel 2014, quasi trent’anni dopo l’incidente, in Svezia e al confine tra Italia e Slovenia sono stati trovati cinghiali, cervi e renne con concentrazioni di radioattività fino a dieci volte superiori alla norma. I segni lasciati sulla natura sono stati e sono ancora molto profondi e nessuno impose un intervento simile a quello attuale praticato per il covid-19: fu vietato solo il consumo d’ortofrutta e poco altro, eccetto il referendum che, l’anno dopo, avrebbe cancellato tutte le centrali nucleari dal nostro patrimonio energetico.
L'eredità di Černobyl
In Italia, nel 2013, la Procura di Vercelli ha aperto un’inchiesta su poco chiare contaminazioni di alcuni campi agricoli della regione, che ancora oggi possono essere rinvenute nel sottosuolo oltre una profondità di dieci centimetri. Secondo Greenpeace, la cintura di trenta chilometri intorno a Černobyl dov’è vietato vivere e svolgere qualsiasi attività, resterà inabitabile per i prossimi tremila anni.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto immediato dell'incidente di Černobyl?
- Come ha influenzato l'incidente di Černobyl l'opinione pubblica sull'energia nucleare?
- Quali sono stati gli effetti a lungo termine sulla salute e sull'ambiente nella regione di Černobyl?
- Quali misure sono state adottate per gestire i rifiuti radioattivi a Černobyl?
- Quali sono stati gli effetti dell'incidente di Černobyl in Europa?
L'incidente ha causato la morte di circa sessanta persone e ha costretto oltre 100.000 a evacuare la zona contaminata, con molte persone che hanno subito gravi conseguenze fisiche.
L'incidente ha accresciuto l'ostilità globale nei confronti dell'energia atomica come fonte di energia, considerandola la più grande catastrofe nella storia del nucleare.
La popolazione locale è ancora esposta a radiazioni nocive, con un aumento dei tumori alla tiroide e sospetti di leucemie e malformazioni congenite. La radioattività si è fissata nei primi 15 cm del suolo, limitando la dispersione.
Lo Stato russo ha realizzato opere per stoccare i combustibili irradiati e trattare i rifiuti radioattivi, utilizzando 800 luoghi incolti nella zona contaminata per un raggio di oltre 30 km intorno alla centrale.
La nube radioattiva si è diffusa in gran parte dell'Europa, colpendo paesi come la Scandinavia, l'Olanda, il Belgio, la Gran Bretagna, l'Austria, la Svizzera e la Baviera, con effetti duraturi sulla natura e la fauna, come dimostrato da animali con alti livelli di radioattività.