Concetti Chiave
- L'800 vide il confronto tra liberalismo e democrazia, con i liberisti focalizzati su libertà, tolleranza e rappresentanza, mentre i democratici aspiravano a una repubblica con suffragio universale.
- Il pensiero socialista si sviluppò come risposta all'industrializzazione, promuovendo l'uguaglianza e il controllo proletario dei processi produttivi, con figure chiave come Owen e Saint-Simon.
- In Germania, Engels e Marx introdussero il socialismo "scientifico", sostenendo che il proletariato doveva abbattere la società borghese per creare una società comunista senza classi.
- Mazzini promosse l'unità d'Italia attraverso una lotta popolare e non tramite società segrete o accordi con i principi, fondando la Giovine Italia con ideali di indipendenza e repubblica.
- Negli anni '40 emerse un orientamento moderato in Italia, con il liberalismo cattolico e il neoguelfismo cercando soluzioni gradualistiche e indolori al problema dell'unità nazionale.
Indice
Confronto tra liberalismo e democrazia
L'800 è caratterizzato per il confronto tra le due grandi ideologie del liberalismo e della democrazia I liberisti erano indirizzati su alcune idee fondamentali (libertà opinione, tolleranza, principio rappresentativo) ben diverse da quelle democratiche (aspiravano alla repubblica tramite suffragio universale). Le due correnti si trovano vicine per la comune lotta per la costituzione, il parlamento e le libertà fondamentali. Si sviluppò l'idea di nazione conseguentemente alle teorie di Rousseau (nazione espressione del popolo capace di esprimere volontà comune) e alla cultura romantica, soprattutto tedesca.
Sviluppo del pensiero socialista
I primi decenni del secolo videro un grane sviluppo del pensiero socialista, risposta al diffondersi del processo di industrializzazione, alla crescita del proletariato di fabbrica: il nucleo principale di questo pensiero, ispirato ai movimenti radicali che si esplicitarono durante della prima rivoluzione inglese e francese, stava nella convinzione che per superare i mali del capitalismo industriale non bastassero riforme dall'alto ma era necessario colpire alla radice i principi della società borghese sostituendoli con i valori di uguaglianza e solidarietà, mettendo sotto il controllo del proletariato i processi produttivi, orientandoli ai bisogni di tutta al comunità.
Precursori del socialismo
Due furono i precursori, l'inglese Owen, promotore delle cooperative di consumo, e del francese Saint simon che, formatosi nell'ancient regime, capì l'importanza dell'industrialismo teorizzando una società governata da tecnici e produttori (operai + industriali) in base all'interesse di tutta la collettività. Importanti anche Blanc, teorizzò la creazione di ateliers sociali che dovevano soppiantare le imprese private, e Proudhon che, basandosi sulle famiglie, propose un cooperativismo anarchico. Le idee socialiste trovarono eco anche in Germania dove trovarono sostenitori non tanto nel proletariato ma tra gli intellettuali. E' il caso di Engels e Marx i quali nel Manifesto dei comunisti (1848) promossero un socialismo "scientifico" che univa una carica rivoluzionaria a un fondamento economico: il nucleo di questo pensiero, ribadito nel capitale di Marx, concepisce la storia come elemento materialistico e successione di lotte di classe e sottolinea il ruolo che il proletariato, basandosi sulle contraddizioni oggettive del capitalismo, doveva svolgere per abbattere la società borghese. Il proletariato avrebbe dovuto riunirsi in scala internazionale assumendo il potere dapprima con una dittatura che si sarebbe trasformata in una società comunista, senza classi e privilegi. Il movimento era però ancora disorganizzato, debole e isolato.
Mazzini e l'unità d'Italia
Mazzini: dopo l'esperienza fallimentare dei moti del '31 si diffuse tra i patrioti italiani democratici l'ideale dell'unità d'Italia da conseguirsi con una lotta del popolo e non tramite società segrete, come la Carboneria ormai fallita, o accordi con i principi, grazie soprattutto a Giuseppe Mazzini, nato a Genova nel 1805 che si accostò sin da giovane a ideali patriottici e democratici. Partecipò alla Carboneria nel 1827 e dopo elaborò la sua religiosità: laica, tipicamente romantica, dove Dio si identificava non come un essere trascendente ma con lo spirito insito nella storia. La fede nella libertà e nel progresso doveva essere vissuta come una fede religiosa; Mazzini credeva inoltre nel principio di associazione: al di sopra dell'individuo c'è la famiglia, la nazione e l'umanità; la nazione, intesa come entità culturale e spirituale più che territoriale, era il nucleo del sogno di un'umanità libera. In questa teoria tesa verso l'unità non trovarono spazio concezioni materialistiche e classiste. Mazzini si differenziava dai socialisti in quanto, pur riconoscendo i problemi sociali, difendeva il diritto di proprietà privata. Il suo programma politico era estremamente chiaro e concreto: l'Italia doveva rendersi indipendente e darsi una forma di governo unitaria e repubblicana, senza alcun compromesso di tipo monarchico e federalista. La via per giungerci era solo quella dell'insurrezione popolare. Fondò così la Giovine Italia. Si prefisse di conquistare il Regno di Sardegna ma questa cospirazione fu scoperta. La giovine Italia fu praticamente distrutta e solo nel '40 rifondata: ci furono altri tentativi rivoluzionari (in Emilia, dei fratelli Bandiera) da cui Mazzini si dissociò ma la situazione Italiana non cambiò.
Orientamenti moderati in Italia
Nel corso degli anni '40 emerse anche un orientamento moderato che si differenziava sia dal tradizionalismo conservatore sia dal radicalismo repubblicano di Mazzini e cercava per il problema italiano soluzione gradualistiche e indolori. Ne sono esempi il cattolicesimo liberale (Manzoni, Rosmini), il neoguelfismo (con l'abate Gioberti che identificava la missione mazziniana del popolo italiano con la Chiesa, pur senza il bisogno di un'unità politica, ma anzi di una confederazione di Stati Italiani basata sulla forza del regno di Sardegna che soddisfacessero così desideri cattolici e patriottici) il liberalismo moderato (con Massimo D'Azeglio che, in seguito al fallimento dei moti del '45, criticava il pontificato e le insurrezioni giudicate inutili e addirittura dannose alla causa unitaria e proponeva una soluzione federalista così come il milanese Carlo Cattaneo, direttore del Politecnico, che diffidava a causa della sua formazione illuminista di Mazzini, e puntava ad uno sviluppo economico dei singoli Stati a favore di una confederazione repubblicana che lasciasse ampia autonomia alle regioni e fosse la premessa per la costituzione degli Stati Uniti d'Europa).
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali ideologie politiche dell'800 e come si differenziavano?
- Come si sviluppò il pensiero socialista in risposta all'industrializzazione?
- Chi furono i precursori del socialismo e quali erano le loro idee principali?
- Qual era la visione di Mazzini per l'unità d'Italia?
- Quali erano le posizioni dei moderati italiani negli anni '40?
Nell'800, le principali ideologie politiche erano il liberalismo e la democrazia. I liberisti si concentravano su libertà di opinione, tolleranza e principio rappresentativo, mentre i democratici aspiravano alla repubblica tramite suffragio universale. Entrambe le correnti lottavano per costituzione, parlamento e libertà fondamentali.
Il pensiero socialista si sviluppò come risposta all'industrializzazione e alla crescita del proletariato di fabbrica, proponendo di sostituire i principi della società borghese con valori di uguaglianza e solidarietà, mettendo i processi produttivi sotto il controllo del proletariato.
I precursori del socialismo furono Owen, promotore delle cooperative di consumo, e Saint-Simon, che teorizzò una società governata da tecnici e produttori. Blanc propose ateliers sociali, mentre Proudhon suggerì un cooperativismo anarchico.
Mazzini credeva nell'unità d'Italia attraverso una lotta popolare, senza compromessi monarchici o federalisti. Fondò la Giovine Italia e promosse un'Italia indipendente con un governo unitario e repubblicano, basato su insurrezioni popolari.
Negli anni '40, i moderati italiani cercavano soluzioni gradualistiche e indolori per l'unità d'Italia, differenziandosi dal tradizionalismo conservatore e dal radicalismo repubblicano di Mazzini. Esempi includono il cattolicesimo liberale, il neoguelfismo e il liberalismo moderato.