Concetti Chiave
- La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale è spiegata dall'orientamento imperialistico del suo capitalismo, dipendente dagli investimenti stranieri e dalla necessità di evitare la bancarotta finanziaria.
- La Russia zarista rimane legata all'Intesa principalmente a causa degli interessi economici condivisi con la Francia e la necessità di mantenere i prestiti francesi.
- Fin dall'inizio della guerra, i comitati dell'industria di guerra sono stati istituiti per coordinare gli sforzi economici e aumentare l'influenza della borghesia nella gestione del potere.
- L'industria russa, incapace di sostenere il massiccio sforzo bellico, è ostacolata dall'incompetenza e corruzione della burocrazia zarista, causando disorganizzazione nella produzione e distribuzione di materiali bellici.
- Nel 1915, lo zar Nicola II rifiuta di concedere un "governo di fiducia" richiesto dalla Duma, sospendendo le sue sedute per proteggere i privilegi aristocratici e burocratici dall'inevitabile modernizzazione capitalistica.
Indice
L'entrata della Russia in guerra
La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale scoppiata nel 1914, in cui non è in giuoco alcun suo interesse nazionale, si spiega con l’orientamento imperialistico nel suo capitalismo, per altro ancora dipendente da quello straniero, e mostra, nello stesso tempo, quanto ormai sia tale capitalismo, e non il feudalesimo rurale pur quantitativamente ancora prevalente, a determinare le svolte fondamentali del paese.
Lo zar e la maggior parte dei suoi ministri e dei suoi nobili non sarebbero infatti propensi a lasciarsi coinvolgere in una guerra che non tocca interessi diretti né dell’aristocrazia né della dinastia regnante, di cui, anzi, mette in giuoco la sorte.Interessi economici e alleanze
Ma i settori più vitali dell’economia russa — quelli cioè che producono per l’esportazione, ed assicurano quindi la valuta indispensabile per pagare le importazioni più essenziali, e che fabbricano armamenti, senza i quali l’esercito zarista non avrebbe la minima forza — dipendono dagli investimenti francesi, inglesi e belgi, e la finanza zarista può evitare la bancarotta solo con il rinnovo degli enormi crediti concessi dalla Francia.
La Russia zarista è dunque costretta a rimanere legata all’Intesa, seguendo una politica che la porta alla guerra contro la Germania nell’interesse preminente della Francia. Favorevole alla guerra è la borghesia capitalistica russa, sia perché, come socia in sott’ordine del grande capitale anglo-francese, è interessata al “successo delle sue mire imperialistiche”, sia perché, consapevole dell’impossibilità per una burocrazia arcaica come quella russa di gestire con un minimo di efficienza le complesse esigenze economiche di una guerra moderna, è convinta che lo zar, per vincere la guerra, dovrà farla partecipare in misura crescente alla gestione del potere, tanto amministrativo quanto politico.
La borghesia e la gestione del potere
Fin dalle prime settimane di guerra, nascono, per iniziativa dagli imprenditori industriali russi, i cosiddetti comitati dell’industria di guerra, che hanno come scopo esplicito quello di coordinare gli sforzi economici necessari per vincere la guerra, e come scopo implicito quello di far gradualmente assumere alla borghesia la gestione del potere. Ma la burocrazia zarista ne intralcia l’attività. D’altra parte, con un’industria come quella russa, di per se stessa inadeguata a sostenere lo sforzo produttivo gigantesco richiesto dalla guerra, l’incompetenza e la corruzione di una burocrazia di stampo feudale hanno effetti disastrosi, facendo mancare armi e munizioni all’esercito
combattente, e disorganizzando sia il sistema dei trasporti sia la distribuzione delle materie prime alle fabbriche.
La Duma e la risposta dello zar
Ciò spiega come nel settembre 1915 i deputati della Duma, non solo quelli del partito cadetto, espressione della borghesia capitalistica meno legata al potere zarista, ma anche quelli del partito cosiddetto ottobrista, perché fautore esplicito di un compromesso tra borghesia ed autocrazia come quello dell’ottobre 1905 chiedano allo zar un “governo di fiducia” della Duma stessa. Per tutta risposta, Nicola II autorizza il capo del governo Goremykin (succeduto a Stolypin) a sospendere le sedute della Duma senza stabilire una nuova data di convocazione dell’assemblea. Contrariamente ad un’opinione diffusa, che fa risalire questa scelta all’ottusità personale dello zar, incapace di capire come difendere il suo trono, egli non può agire diversamente, in quanto espressione di privilegi aristocratici e burocratici che sarebbero stati travolti da un processo di modernizzazione capitalistica quale richiesto dalla guerra.
Domande da interrogazione
- Qual è la ragione principale per cui la Russia partecipò alla prima guerra mondiale?
- Qual era il ruolo della borghesia capitalistica russa durante la guerra?
- Quali erano gli obiettivi dei comitati dell'industria di guerra?
- Quali problemi affrontava l'industria russa durante la guerra?
- Perché lo zar Nicola II sospese le sedute della Duma nel 1915?
La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale è spiegata dall'orientamento imperialistico del suo capitalismo, che era ancora dipendente da quello straniero, e dalla necessità di mantenere legami con l'Intesa per evitare la bancarotta finanziaria.
La borghesia capitalistica russa era favorevole alla guerra perché interessata al successo delle mire imperialistiche e convinta che la guerra avrebbe portato a una maggiore partecipazione nella gestione del potere.
I comitati dell'industria di guerra, creati dagli imprenditori industriali russi, miravano a coordinare gli sforzi economici per vincere la guerra e a far assumere gradualmente alla borghesia la gestione del potere.
L'industria russa era inadeguata a sostenere lo sforzo produttivo richiesto dalla guerra, e l'incompetenza e la corruzione della burocrazia zarista causavano gravi disorganizzazioni nella produzione e distribuzione di armi e munizioni.
Nicola II sospese le sedute della Duma per evitare un processo di modernizzazione capitalistica che avrebbe travolto i privilegi aristocratici e burocratici, nonostante le richieste di un "governo di fiducia" da parte dei deputati.