Concetti Chiave
- Il Giorno del Ricordo è una festa civile italiana istituita per commemorare i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata, con eventi che coinvolsero migliaia di italiani nel dopoguerra.
- La celebrazione avviene il 10 febbraio di ogni anno, data che coincide con la firma dei trattati di pace di Parigi del 1947, che assegnarono diverse regioni italiane alla Jugoslavia.
- Introdotta con la legge n. 92 del marzo 2004, la solennità prevede iniziative educative e culturali per mantenere viva la memoria storica e valorizzare il patrimonio degli italiani d'Istria e Dalmazia.
- Critiche alla festività includono accuse di strumentalizzazione politica e comparazioni con la Giornata della Memoria, oltre a polemiche sulla rappresentazione delle violenze storiche.
- Il negazionismo delle foibe è emerso come corrente che minimizza o giustifica gli eccidi, spesso utilizzando tecniche di ipercritica e decontestualizzazione delle fonti storiche.
Indice
Il giorno del ricordo
In questo appunto viene descritto il Giorno del ricordo. Il giorno del ricordo è una festa civile italiana indetta per la memoria dei massacri delle foibe, inghiottitoi di origine carsica nel Friuli Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia dove dopo la seconda guerra mondiale vennero gettati e uccisi dagli slavi tra 3000 e 5000 (secondo le ultime ricerche dello storico Raoul Pupo) ufficiali, funzionari e dipendenti pubblici, parte dell'alta dirigenza contraria all’estremismo politico, collaboratori e nazionalisti radicali, innocenti cittadini italiani con lo scopo probabilmente di avere il dominio dell’Adriatico Orientale e di vendicare le violenze fasciste.
Diretto effetto di ciò fu l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione forzata degli italiani di quella zona e degli italiani di nazionalità mista ( le cifre variano tra le 250.000 e le 350.000 persone) per la diffidenza del nuovo governo comunista di Tito. La solennità ricade il 10 febbraio di ogni anno perché in questa data nel 1947 si firmarono i trattati di pace di Parigi in cui si sancì che l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara e gran parte del Venezia Giulia venissero assegnati alla Jugoslavia.
Legge e celebrazioni
Questa solennità civile detta Giorno del ricordo venne introdotta con la legge numero 92 nel marzo del 2004 promulgata dall’allora presidente della Repubblica Ciampi ma alla Camera dei deputati giunsero due proposte molto simili il 6 febbraio 2003 e il 10 febbraio 2004. Venne presa in considerazione per l’iter legislativo la seconda che recava la firma del senatore de La Margherita Willer Bordon. Essendo una festività civile anche se è obbligatorio negli uffici pubblici esporre il Tricolore, non è possibile ridurre l’orario di lavoro o scolastico, ma “Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate” così come dichiara il testo della legge. A tale proposito se richiesta viene concessa una medaglia ai congiunti fino al sesto grado degli infoibati o a quanti uccisi per il medesimo motivo nel periodo dall’Armistizio di Cassabile ai trattati di pace di Parigi e spesso i Presidenti della Repubblica nel corso degli anni hanno onorato le vittime con sentiti discorsi. Dal 2014, inoltre l’ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane) nella domenica più vicina al 10 febbraio organizza la “Corsa del Ricordo”, una gara podistica di 10 km a Roma nel quartiere Giuliano Dalmata che nel 2017 per la prima volta è avvenuta anche a Trieste.
Critiche e controversie
Le prime critiche alla festività del Giorno del Ricordo sono state mosse dal Partito dei Comunisti italiani e dalla Rifondazione comunista. Quest’ultimo organizzò il 13 dicembre 2003 un convegno sulle foibe in cui intervenne il segretario del partito Fausto Bertinotti il quale, dopo aver introdotto il suo discorso disprezzando il Fascismo e lodando la Resistenza, riprese le tesi sul colonialismo del filosofo esistenzialista francese Sartre dicendo che la vera identità del colono può essere riaffermata solo attraverso l’uccisione del colonizzatore per cui dietro le foibe si può notare una struttura politica organizzata il cui fine si sarebbe compiuto nella costruzione di uno Stato dopo l’epurazione del nemico. Per questo il segretario venne accusato di sostenere le tesi dei fascisti sull’argomento. Ci sono critiche basate sulla storiografia: alcuni pensano che istituendo il giorno del ricordo si vada a sminuire la Giornata della memoria con la creazione di un “ambiguo contraltare” (secondo Collotti) per interessi elettorali, altri credono che non sia giusto ricordare l’eccidio degli italiani tralasciando il fatto che gli slavi abbiano subito soprusi da parte del governo Mussolini per tutto il ventennio fascista cercando di paragonare alla Shoah ebrea una Shoah italiana, idea sostenuta dai partiti di centro-destra.
Negazionismo e tensioni internazionali
Fin dalla proclamazione della solennità, inoltre, si diffuse una corrente detta negazionismo o riduzionismo delle foibe che, riprendendo le tesi del movimento di liberazione jugoslavo e del governo comunista di Belgrado secondo cui l’uccisione degli italiani è stata cosa giusta, si basava sul concetto che l’eccidio fosse stato un mezzo di propaganda usato dalle aree politiche tendenti all’anticomunismo e al nazionalismo. Ciò avvenne con l’uso di due tecniche in particolare: ipercritica (negazione della verità di fonti contrastanti la propria tesi) e decontestualizzazione di testimonianze storiche. Ci furono polemiche anche internazionali perché dopo la proclamazione del giorno del ricordo in Slovenia venne indetta la Festa del Litorale sloveno da celebrare ogni 15 settembre. In questo contesto il primo ministro Janez Janša espresse il suo disappunto per la non annessione di Trieste, Gorizia e la Slavia friulana alla Jugoslavia. Non mancano episodi di vandalismo contro i simboli delle foibe e dell’esodo e il proponimento di frangenti di storia dimostranti atti di violenza di italiani nei confronti degli slavi.
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo del Giorno del ricordo?
- Quando è stato istituito il Giorno del ricordo e da chi?
- Quali sono le critiche principali mosse contro il Giorno del ricordo?
- Quali iniziative sono previste per il Giorno del ricordo?
- Quali sono le reazioni internazionali alla proclamazione del Giorno del ricordo?
Il Giorno del ricordo è una festa civile italiana istituita per commemorare i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata, con l'obiettivo di mantenere viva la memoria di questi tragici eventi e promuovere la conoscenza storica tra i giovani.
Il Giorno del ricordo è stato istituito con la legge numero 92 nel marzo del 2004, promulgata dall'allora presidente della Repubblica Ciampi, dopo essere stata proposta dal senatore Willer Bordon.
Le critiche principali includono l'accusa di sminuire la Giornata della memoria, di creare un contraltare ambiguo per interessi elettorali, e di non considerare le violenze subite dagli slavi durante il regime fascista.
Sono previste iniziative educative per diffondere la conoscenza degli eventi storici nelle scuole, oltre a studi, convegni e dibattiti per valorizzare il patrimonio culturale degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate.
La proclamazione ha suscitato polemiche internazionali, come la reazione della Slovenia che ha istituito la Festa del Litorale sloveno, e il disappunto del primo ministro Janez Janša per la mancata annessione di alcune regioni italiane alla Jugoslavia.