Concetti Chiave
- Giovanni Giolitti, nato nel 1842 a Mondovì, iniziò la sua carriera nella giurisprudenza e divenne ministro del Tesoro e poi primo ministro.
- Giolitti è noto per aver statalizzato le ferrovie, limitando i monopoli privati e aumentando le entrate statali.
- Durante l'età giolittiana (1901-1914), Giolitti bilanciò politica interna ed estera con concessioni e prudenza, come nella guerra di Libia del 1912.
- Fu critico nei confronti della Prima Guerra Mondiale e cercò di mediare tra le classi sociali per evitare conflitti interni.
- Giolitti, noto per il suo trasformismo politico, cercò di migliorare le condizioni delle classi popolari ma fu accusato di avere legami con la malavita.
Indice
Giovanni Giolitti e la sua carriera
Giovanni Giolitti nacque nel 1842 a Mondovì. Era uno studente di giurisprudenza che nel 1862 entrò nell'amministrazione statale-finanziaria
diventando consigliere di Stato e lo fu fino al 1882, poi divenne deputato di Cuneo. Successivamente nel 1889 fu ministro del Tesoro e nel 1892 fu un primo ministro coinvolto nello scandalo della Banca Romana.
Politiche economiche e sociali
Giolitti ha limitato i monopoli privati in Italia statalizzando le ferrovie permettendo allo Stato maggiori entrate. Inoltre fu 3 volte premier e dal 1901 al 1914 cominciò l'età giolittiana, un'età di contraddizioni in cui Giolitti ha concesso molti favori.
Politica estera e coloniale
Fu fedele al Trattato della Triplice Alleanza fino alla Prima Guerra Mondiale e mantenne la politica coloniale con grande prudenza (esempio: la guerra di Libia del 1912).
Sfide interne e trasformismo
Un problema di Giolitti fu la difesa della Grande Industria e per fare ciò doveva ampliare i mercati anche esteri. Inoltre statalizzò le assicurazioni sulla vita (ciò è stato definito paternalismo perché il governo pebsa ai propri bisogni imponendo ai cittadini un'altra tassa). Giolitti permise gli scioperi e fu il primo a capire che l'Italia non era pronta a combattere nella Prima Guerra Mondiale. Tra il 1920 e il 1921 mediò tra il proletario industriale per evitare la rivoluzione dei proletari contro i patronati (parentato). Giolitti fu il principe del trasformismo perché voleva un miglioramento delle classi popolari e dei proletari ma scontentò entrambi. Fu definito il presidente del consiglio della malavita perché aveva rapporti con la mafia siciliana e campana. Seppe capire l'animo degli italiani e resi i deputati schiavi delle proprie volontà e per questo sceglieva i fedelissimi fra i più alti rabghi societari. L'età giolittiana terminò nel 1914 quando l'Italia entrò in guerra.
Domande da interrogazione
- Chi era Giovanni Giolitti e quale fu il suo percorso politico?
- Quali furono le principali politiche economiche e sociali di Giolitti?
- Come gestì Giolitti la politica estera e le sfide interne?
Giovanni Giolitti nacque nel 1842 a Mondovì e iniziò la sua carriera nell'amministrazione statale-finanziaria. Divenne consigliere di Stato, deputato di Cuneo, ministro del Tesoro e infine primo ministro, coinvolto nello scandalo della Banca Romana.
Giolitti limitò i monopoli privati statalizzando le ferrovie, aumentando le entrate statali. Fu premier tre volte e durante l'età giolittiana concesse molti favori, statalizzò le assicurazioni sulla vita e permise gli scioperi.
Giolitti mantenne la fedeltà al Trattato della Triplice Alleanza e gestì la politica coloniale con prudenza, come nella guerra di Libia del 1912. Internamente, mediò tra il proletariato industriale e i patronati, cercando di evitare rivoluzioni, ma fu criticato per il suo trasformismo e i rapporti con la mafia.