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Concetti Chiave

  • Dopo l'assassinio di Umberto I, Vittorio Emanuele III nominò Zanardelli come primo ministro, seguito da Giolitti nel 1903, per includere i ceti subalterni nella politica.
  • Giolitti cercò di ampliare la base parlamentare, tentando di coinvolgere Turati, leader socialista, senza successo, ma mantenendo una "alleanza" non ufficiale.
  • Adottò una politica di neutralità nei conflitti sindacali, tollerando gli scioperi economici e promulgando leggi a tutela dei lavoratori e delle fasce vulnerabili.
  • Incrementò la produzione industriale, favorendo la nascita di grandi industrie e miglioramenti infrastrutturali, sebbene il divario Nord-Sud si ampliasse.
  • Nel 1911, Giolitti introdusse il suffragio universale maschile, ma fu criticato per presunti legami con la mafia per ottenere il supporto elettorale.

Indice

  1. L'ascesa di Giolitti
  2. Politiche sociali e industriali

L'ascesa di Giolitti

Dopo l'assassinio del re Umberto I a causa di un anarchico (Gaetano Bresci) il 29 Luglio 1900, il nuovo re Vittorio Emanuele III nominò primo ministro Giuseppe Zanardelli, leader della Sinistra Parlamentare. Tale governo fu tuttavia limitato e nel 1903 il ministro dell'Interno, Giovanni Giolitti, salì al potere continuando l'obiettivo di Zanardelli: l'inserimento dei ceti subalterni nella vita politica in modo da fermare i conflitti sociali.

Politiche sociali e industriali

Nel 1903 sale così al potere Giolitti il cui cardine era quella di conciliare gli interessi della borghesia industriale con le aspirazioni del proletariato. Fin da subito dimostra di voler effettuare diversi cambiamenti:

– Allargare la base parlamentare del suo esecutivo e perciò tenta di unire al suo governo anche Filippo Turati, leader del partito socialista (diviso fra “massimalisti”, che volevano la rivoluzione socialista, e i minimalisti, che volevano agire attraverso riforme), il quale però rifiuta, in quanto accettando sarebbe andato contro il suo partito, mantenendo comunque una sorta di “alleanza” non dichiarata.

– Promuove una politica di rigorosa neutralità nei confronti dei conflitti sindacali infatti comunica ai prefetti di tollerare gli scioperi economici ma non quelli di carattere politico.

– Vara delle leggi a tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli e altre leggi sugli infortuni, sulla vecchiaia e sull'invalidità.

– Accettò l'ingresso delle cooperative dei lavoratori nelle gare d'appalto portando ad uno slancio dei lavori pubblici.

– Portò ad un importante incremento della produzione industriale soprattutto nei settori della meccanica e del tessile, come dimostrano le numerose importazioni di cotone greggio, macchinari e metalli. Nascono diverse industrie come le acciaierie Terni e altre come la Pirelli e la Breda. Negli ultimi anni inoltre erano nate altre industrie come FIAT, Alfa, Lancia (nel settore automobilistico) e Olivetti (Macchine da scrivere). Sorsero inoltre anche le società per azioni e nuove figure lavorative come l'imprenditore e i manager.

– Vengono migliorati i servizi, gli acquedotti, l'illuminazione elettrica, il gas domestico e le vie di comunicazione in seguito al fenomeno dell'inurbamento dovuto allo sviluppo delle fabbriche.

– Furono emanate anche leggi riguardanti il sud Italia ma non si ebbe comunque nessun miglioramento anzi, il divario fra sud e nord andò via via allargandosi, provocando una forte emigrazione della popolazione meridionale che cercava altrove un miglioramento delle proprie condizioni di vita. Giolitti fu inoltre accusato di ricorrere alla mafia per assicurarsi i voti e fu per questo che venne definito da alcuni “ministro della malavita”.

– Nel 1911 varò anche la legge sul suffragio universale maschile (almeno 21 anni e non analfabeti).

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali iniziative di Giovanni Giolitti per conciliare gli interessi della borghesia industriale e del proletariato?
  2. Giolitti cercò di allargare la base parlamentare, promosse la neutralità nei conflitti sindacali, varò leggi a tutela del lavoro, accettò le cooperative dei lavoratori nelle gare d'appalto, e migliorò i servizi pubblici.

  3. Come reagì Filippo Turati alla proposta di Giolitti di unirsi al governo?
  4. Filippo Turati rifiutò l'offerta di Giolitti per non andare contro il suo partito socialista, mantenendo comunque una sorta di "alleanza" non dichiarata.

  5. Quali furono le conseguenze delle politiche di Giolitti nel sud Italia?
  6. Nonostante le leggi emanate, il divario tra sud e nord si allargò, provocando una forte emigrazione della popolazione meridionale in cerca di migliori condizioni di vita.

  7. Quali furono le accuse rivolte a Giolitti riguardo al suo modo di ottenere voti?
  8. Giolitti fu accusato di ricorrere alla mafia per assicurarsi i voti, motivo per cui venne definito da alcuni "ministro della malavita".

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