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Sapiens
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Concetti Chiave

  • Durante il dominio inglese, gli indiani cercavano l'indipendenza a causa dello sfruttamento e delle tensioni politiche.
  • Gandhi, una figura centrale del movimento indipendentista, promosse la rivoluzione non violenta Satigraa.
  • Nonostante le repressioni inglesi, la resistenza pacifica di Gandhi portò a significativi progressi verso l'indipendenza.
  • Gandhi, formato in Giurisprudenza a Londra, aspirava a un'India unita e priva di discriminazioni sociali.
  • La morte di Gandhi nel 1948 segnò un cambio di leadership con Nehru, che affrontò tensioni politiche interne.

Indice

  1. La lotta per l'indipendenza indiana
  2. Gandhi e la rivoluzione non violenta
  3. La formazione e le idee di Gandhi
  4. La forza del Mahatma
  5. Repressione inglese e indipendenza
  6. La morte di Gandhi e il potere a Neru

La lotta per l'indipendenza indiana

Gli indiani in questo periodo volevano sempre di più riconquistare l’indipendenza dal controllo inglese, sia perché lo sfruttamento della popolazione era cresciuto in maniera esponenziale sia per un discorso strettamente politico e ideologico.

Gandhi e la rivoluzione non violenta

Fu proprio all’inizio del diciannovesimo secolo che si impose la figura di uno delle più importanti e singolari figure della storia dell’umanità: Gandhi. Egli basò tutto il suo pensiero sulla rivoluzione non violenta chiamata Satigraa (“lotta non violenta con la potenza dello spirito”), che andò avanti anche dopo il massacro di Amritsar del 1924 dove morirono moltissime persone.

La rivoluzione non violenta portata avanti da Gandhi aveva come obiettivo riportare il popolo indiano alla libertà originaria in modo pacifico (quando i soldati inglesi andavano incontro agli indiani con il manganello, loro si accasciavano al suolo senza reagire).

La formazione e le idee di Gandhi

Gandhi, nato il 2 ottobre del 1869, si formò in Inghilterra, studiando Giurisprudenza a Londra. Ebbe fin dall’inizio idee di stampo liberale finalizzate ad aiutare gli oppressi e i deboli, in un India divisa tra diverse etnie e religioni (indù e mussulmani); voleva arrivare all’indipendenza superando tutte le discriminazioni sociali e restituendo al paese la sua originaria unità.

La forza del Mahatma

La forza del Mahdma (“grande anima”) era concentrata soprattutto nella chiarezza dell’esposizione dei suoi obiettivi, nella forza e determinazione che aveva nel raggiungerli e nella sua incredibile capacità di sbaragliare gli avversari; grazie a queste grandi qualità riuscì ad ottenere risultati concreti.

Repressione inglese e indipendenza

Alla rivoluzione pacifica portata avanti da Gandhi gli inglesi reagirono con violente repressioni, ma ottennero effetti contrari a quelli desiderati, infatti, i seguaci del Mahatma non reagirono ai colpi inflitti loro dalle truppe inglesi.

Questa tattica repressiva inglese che quindi non ottiene i risultati, porta le truppe inglesi a ritirarsi, in questo modo l’India entra a far parte del Commonwealth, anche se la vera indipendenza formale la otterrà solo nel 1947.

La morte di Gandhi e il potere a Neru

Nel 1948 un fanatico indù uccide Gandhi e quindi il potere passa nelle mani di Neru, il quale entra in forte competizione con il Partito Comunista Indiano.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Gandhi e quale era il suo approccio per l'indipendenza dell'India?
  2. Gandhi era una figura storica importante che promuoveva la rivoluzione non violenta chiamata Satigraa per ottenere l'indipendenza dell'India dal controllo inglese.

  3. Come reagirono gli inglesi alla rivoluzione pacifica di Gandhi?
  4. Gli inglesi risposero con violente repressioni, ma non ottennero i risultati desiderati poiché i seguaci di Gandhi non reagirono, portando infine al ritiro delle truppe inglesi.

  5. Quali furono le conseguenze della morte di Gandhi nel 1948?
  6. Dopo l'assassinio di Gandhi da parte di un fanatico indù, il potere passò a Neru, che entrò in competizione con il Partito Comunista Indiano.

Domande e risposte

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