Concetti Chiave
- Il fascismo, primo regime totalitario del Novecento, è suddiviso in tre fasi: rivoluzionaria, di normalizzazione e totalitaria, come analizzato dallo storico Renzo De Felice.
- Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'Italia affronta una crisi economica e sociale, con un'alta inflazione e l'insoddisfazione dei lavoratori, che porta al biennio rosso e al rafforzamento del nazionalismo.
- Il fascismo si evolve da movimento a Partito Nazionale Fascista (PNF), sostenuto dai liberali, con una svolta politica verso la conservazione e l'appoggio alla monarchia e alla Chiesa.
- La Marcia su Roma del 1922 segna il passaggio del potere al fascismo, sostenuto da diversi settori della società, portando alla fascistizzazione dello stato e alla creazione di organi come il Gran Consiglio fascista e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
- Durante il regime fascista, l'Italia firma i Patti Lateranensi e si allinea con la Germania nazista attraverso l'asse Roma-Berlino, adottando politiche autarchiche e leggi razziali che preludono alla Seconda Guerra Mondiale.
Indice
I regimi totalitari del Novecento
Il fascismo è il primo regime totalitarista del Novecento. I tre regimi più importanti furono Nazismo, Stalinismo e Fascismo. Il simbolo del fascismo è formato dalla scritta PNF (partito nazionale fascista), sfondo della bandiera italiana con al centro un fascio romano e un’ascia che simboleggia il legame con il lavoro.
Le fasi del fascismo
Lo storico italiano Renzo De Felice è conosciuto come lo storico più importante del fascismo il quale è diviso in tre fasi:
1. Fase Rivoluzionaria dal 1919 al 1922 in cui Mussolini prende il potere e trasforma il fascismo da movimento a partito ed attua la marcia verso Roma
2. Fase di Normalizzazione dal 1922 al 1924, chiamata così perché il partito fascista rispetta le norme dello statuto albertino e si conclude col delitto di Matteotti
3. Fase totalitaria dal 1924 al 1943 va dal delitto Matteotti alla caduta del fascismo.
Il Fascismo è una forma politica in cui è persa ogni autonomia, tutto è in funzione dello stato dove deve essere fatto tutto per il miglioramento della nazione. Lo stato si identifica con il capo e nasce il culto della personalità dove il capo può fare qualsiasi cosa.
Il regime totalitario si forma con il consenso, con la propaganda, con i mezzi di comunicazione. Nascono anche corruzioni verso gli altri politici (comunisti ad esempio).
Il mito della vittoria mutilata
Nel 1919 si diffonde il mito della vittoria mutilata in quanto l’Italia, dopo la prima guerra mondiale, non ottiene quasi niente di quello che gli spettava: si trova in una situazione di inflazione altissima e le terre che il governo Poselli aveva promesso non vengono distribuite, vengono organizzati scioperi per l’aumento del salario e le assunzioni permanenti. I proletari scioperano per aumentare i salari e ridurre l’orario lavorativo da 12 a 8 ore. Inizia il periodo delle occupazioni delle fabbriche, chiamato BIENNIO ROSSO poiché erano organizzate dai socialisti. (Periodo chiamato anche crisi del sistema liberale)
Il partito socialista italiano si dichiara rivoluzionario ma non fa nulla per organizzare una rivoluzione e si crea così una forte opposizione. Aumenta il pericolo rosso e per contrasto aumentano le fila del Nazionalismo.
La nascita del PPI
Nel 1919 Don Luigi Sturzo viene incaricato di fondare un partito cattolico chiamato PPI (partito popolare italiano) nel tentativo di tenere i lavoratori cattolici uniti. Esso diventa una forza moderata. Il programma di questo partito era:
• Rispetto della proprietà
• Sviluppo della solidarietà
• Riforma agraria
• Riforma tributaria
• Decentramento amministrativo
Mussolini era il direttore de “L’avanti” ma viene cacciato poiché favorevole alla guerra e fonda (con i fondi della Francia) “il secolo d’Italia”.
Nel 1919 fonda i fasci di combattimento per ristabilire l’ordine contro il movimento operaio e socialista con l’uso della violenza.
La crisi del liberalismo
L’Italia va al voto con un sistema proporzionale: avviene una crisi del liberalismo poiché il suffragio si allarga e si sfalda il sistema di controllo. Le elezioni sono vinte dal partito liberale ma con una diminuzione di voti e i due nuovi partiti PPI e PSI ottengono più voti del previsto (si ha una sorta di vittoria dei partiti di massa).
Le elezioni del 16/11/1919 portano ad una maggioranza relativa di Giolitti e il Fascismo prende solo 4000 voti.
Giolitti vuole governare ancora l’Italia come prima ma il liberalismo è ormai debole.
Dal 1920 al 1922 si hanno quattro governi deboli ed inefficaci (Giolitti / Bonomi / Facta / Facta).
L’Italia passa dal biennio rosso al fascismo.
Le cause dell’instabilità di questo biennio sono:
• Frammentazione degli schieramenti politici e del sistema proporzionale
Nel congresso di lavoro del 1921 una fazione del PSI si stacca a crea il partito comunista, fondato da Gramsci, Bordiga e Togliatti.
La CGL si stacca dal partito socialista.
I partiti PPI e PSI si rifiuteranno di collaborare con il governo. Si ha così un blocco del governo ed il partito liberale si indebolisce ancora di più.
Ci sono tre fasi della crisi liberale: perdita del potere politico ed incapacità di trovare soluzioni con altri partiti. Questo causa una stasi cioè le forze sociali causano un vuoto di potere e il fascismo sale al potere.
Con la caduta di Giolitti il governo non ha più consensi sia da DX che da SX. Bonomi tenta una cooptazione di PPI, PSI ed interventisti nella gestione del potere. Dato che dai partiti non era accettata, sale Facta – incapace di guidare il paese.
Il parlamento non da appoggio al governo ed il governo Facta è costretto a dimettersi ma viene rieletto Facta poiché non si candida nessun altro.
L’industria continua a resistere solo grazie ai finanziamenti dello Stato e delle banche ma nel 1921 c’è la crisi industriale: Ilva Ansaldo dichiarano bancarotta. Sopravvivono solo le piccole aziende che, però, devono ridimensionarsi.
Conseguenze della crisi industriale sono:
• Aumento disoccupazione
• Contratti di lavoro meno favorevoli
• Borghesia rafforzata riesce a gestire il potere.
Il fascismo diventa la forza capace di dare una svolta alla politica per renderla più autoritaria.
Nel 1921 il fascismo da movimento diventa partito PNF (Partito nazional fascista):
• Conservatore (prima rivoluzionario)
• Favorevole alle posizioni del papa e della chiesa (prima anticlericale)
• Partito favorevole alla monarchia (prima antimonarchico)
• …
Resta però un partito violento: le squadre militari sono rafforzate ed armate dal governo Giolitti. Il fascismo è forte grazie all’appoggio dei liberali.
Nel 1921 si passa a nuove elezioni: Giolitti consente di entrare alle liste del blocco nazionale. Il fascismo è in parlamento.
Nel 1922 le forze di sinistra organizzano uno sciopero legalitario (cioè appoggiato dal governo). Il fascismo dice che se entro 48h non si conclude lo sciopero interverranno i militari per aggredire gli scioperanti.
Entro 48h lo sciopero è concluso: il fascismo diventa padrone del popolo anche se con scarso valore in Parlamento.
La marcia su Roma
Il 28/10/1922 avviene la Marcia su Roma, atto rivoluzionario che porta il fascismo al potere. Organizzata da De Bono, Balbo, Vecchi e Bianchi, da esito positivo: il potere passa nelle mani fasciste grazie all’appoggio del Papa, delle forze armate, delle confederazioni delle industrie e della casa regnante.
Mussolini, oltre a preparare la marcia su Roma, avvia consultazioni diplomatiche con Giolitti per creare un nuovo governo in caso di fallimento della marcia.
Parte la marcia e non c’è nessuna resistenza:
• Facta chiede al re lo stato di assedio – Re rifiuta e chiama Mussolini
• Mussolini crea il primo governo di minoranza ottenendo consenso in Parlamento ed acquisisce pieni poteri.
La fascistizzazione dello Stato
Il 28/10/1922 si conclude la prima fase del fascismo. Dal 1922 al 1925 si ha la fascistizzazione dello Stato.
1922 nasce il Gran Consiglio fascista che ha la funzione direttiva del governo.
1923 le squadre d’azione violente sono trasformate in Milizia volontaria della sicurezza nazionale (organo politico).
I nazionalisti diventano fascisti ed il partito si avvicina alla chiesa cattolica.
PNF crea la riforma Gentile (scuola con un’ora di religione, educazione fisica, ideologia fascista) che è la legge più fascista di tutte; la legge Acerbo (nome di chi la propose) che è una legge elettorale con cui il 25% bastava per avere i 2/3 dei seggi.
Nel 1924 si passa a nuove elezioni: il fascismo si presenta con un listone di cui fanno parte i fascisti e gli scontenti degli altri partiti. Si presentano anche sei liste di opposizione in lotta fra loro e si ha un episodio di squadrismo (controllo dei voti con la violenza).
In parlamento Matteotti denuncia lo squadrismo e vuole nuove elezioni ma viene rapito e dopo un mese ritrovato ucciso sul Tevere.
Le forze non fasciste attuano in Parlamento la secessione dell’Aventino dopo la scoperta dell’uccisione di Matteotti. Esse abbandonano le aule del parlamento e non rientrano più. Questo è il momento di massima debolezza del fascismo.
Il regime fascista
Nel 1925 Mussolini assume la responsabilità storica e morale del delitto Matteotti creando un colpo di stato: il fascismo diventa regime italiano.
Nel 1925 viene emanato il codice Rocco (leggi fascistissime) che costituisce la nuova costituzione italiana:
• Tutti i partiti sono fuorilegge tranne il fascismo
• Tutte le associazioni non fasciste sono fuorilegge
• Il capo del governo ha poteri straordinari
• La libertà di stampa è limitata e controllata
• Istituito un tribunale speciale per difesa dello stato (Antonio Gramsci muore in carcere)
• Non esistono più sindacati liberi ma si creano le corporazioni di Stato.
Il fascismo diventa regime.
1° fase: Liberismo
• Privatizzazione telefoni ed assicurazioni
• Abolizione imposte sui profitti di guerra (prima guerra mondiale)
• Abolizione nominatività dei titoli
• Finanziamenti per nuove industri da parte dello Stato per aumentare e migliorare le produzioni
Nel 1925 avviene il ristagno economico (non c’è crescita) ed una sterlina corrisponde a 145 lire.
Finisce qui la fase liberista.
2° Fase: dirigista
Stato riorganizza l’economia portando una 1 sterlina a 40 lire.
La strategia usata è quello di usare ogni risorsa disponibile e di riorganizzare le imprese.
Nascono due istituti:
• IMI – istituto per il credito per finanziamento dello Stato
• IRI – nasce per le industrie ; in cambio del finanziamento vuole il controllo delle azioni di imprese e banche (privatizza i profitti e socializza le perdite ed orienta l’economia verso il settore chimico e siderurgico)
Nel 1934 dopo la conquista di Etiopia, la società delle nazioni unite impone delle sanzioni.
Italia si basa sull’autarchia ovvero l’autosufficienza economica (produrre in Italia senza acquistare nulla all’estero) quindi viene imposto il divieto di importazione.
I patti Lateranensi
Nel 1929 vengono firmati i Patti Lateranensi con cui finisce lo scontro Stato-Chiesa iniziato nel 1870.
3 punti importanti:
• Trattato che conferma i tre stati del Vaticano (Città del Vaticano, Castel Gandolfo, San Giovanni in Laterano)
• Concordato che riconosce il matrimonio religioso, l’insegnamento cattolico ed il veto agli spretati di poter insegnare
• Convenzione che consiste nel risarcire lo stato Pontificio
Questi patti aumentano il consenso verso il fascismo e Mussolini è considerato l’uomo della Provvidenza da Pio XI.
L'alleanza con la Germania
Nel 1934 Hitler tenta l’annessione all’Austria ma ciò è impedito da Mussolini.
Nel 1935, compiuta l’impresa di Etiopia, l’Italia entra a far parte delle potenze europee e inizia a civilizzare gli Etiopi. L’anno successivo nasce l’impero dell’africa orientale che comporta la rottura con le democrazie europee.
L’Italia resta isolata e si avvicina alla Germania.
Nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna dove al potere c’è Francisco Franco. Questa è la prima prova per l’alleanza Italia-Germania. Nasce l’asse Roma-Berlino (cooperazione fascismo e nazismo)
Nel 1937 l’Italia firma il patto anticomintern con Giappone e Germania contro l’Unione Sovietica.
Nel 1938 Mussolini da il consenso ad Hitler di invadere l’Austria.
Italia aderisce alle leggi razziali – 1938 è scritto il manifesto della Razza.
Nel 1939 l’Italia firma il patto di acciaio con la Germania. L’Italia va verso la seconda guerra mondiale.
Domande da interrogazione
- Quali sono le tre fasi principali del fascismo secondo lo storico Renzo De Felice?
- Quali furono le cause principali dell'instabilità politica in Italia tra il 1920 e il 1922?
- Come si è evoluto il fascismo da movimento a partito politico?
- Quali furono le conseguenze economiche della crisi industriale del 1921 in Italia?
- Quali furono i punti principali dei Patti Lateranensi del 1929?
Le tre fasi principali del fascismo sono: la Fase Rivoluzionaria (1919-1922), la Fase di Normalizzazione (1922-1924) e la Fase Totalitaria (1924-1943).
Le cause principali furono la frammentazione degli schieramenti politici, il sistema proporzionale e l'incapacità dei partiti di collaborare, portando a una crisi del liberalismo.
Il fascismo si è evoluto da movimento a partito politico nel 1921, diventando il Partito Nazionale Fascista (PNF), e ha iniziato a partecipare attivamente alla politica italiana.
Le conseguenze furono l'aumento della disoccupazione, contratti di lavoro meno favorevoli e un rafforzamento della borghesia che riuscì a gestire il potere.
I punti principali furono il riconoscimento dei tre stati del Vaticano, il concordato che riconosceva il matrimonio religioso e l'insegnamento cattolico, e la convenzione per il risarcimento dello Stato Pontificio.