Concetti Chiave
- Il fascismo ha ricevuto diverse interpretazioni, raggruppabili in quattro principali: liberale-crociana, democratica-radicale, marxista e cattolica.
- L'approccio liberale-crociano considera il fascismo come una malattia morale episodica, con l'intellettuale distaccato dalle vicende politiche.
- Secondo la visione democratica-radicale, il fascismo è visto come un risultato logico dello sviluppo storico italiano e della crisi politica.
- La tesi marxista vede il fascismo come prodotto della società capitalista post-bellica, rappresentando i desideri della piccola borghesia.
- La prospettiva cattolica attribuisce la crescita del fascismo alla crisi di valori dovuta alla secolarizzazione e alla "morte di Dio".
Interpretazioni del fascismo
Riguardo al fascismo, al perché della sua formazione e diffusione all’interno del Paese, furono date, in seguito, numerose spiegazioni ed interpretazioni.
Essenzialmente esse possono essere tutte suddivise in 4 gruppi:
1) liberale-crociana: secondo cui il fascismo è stato una malattia morale episodica;
2) democratica-radicale: secondo cui il fascismo non è stato altro che il prodotto logico dello sviluppo storico del Paese;
3) marxista: secondo cui il fascismo è stato il prodotto della società capitalista;
4) cattolica: secondo cui il fascismo ha preso piede a causa della crisi derivante dalla secolarizzazione dello stato e della società ad opera del comunismo. Secondo Del Noce, ad esempio, la stessa "scomparsa di Dio" dalla società civile è da attribuirsi alla propaganda russa, e in particolar modo a Lenin, colpevole di aver sostituito la politica alla religione. Mussolini dunque, avrebbe approfittato dell’assenza di valori creatasi per trasformare la realtà, dando poi un valore mistico alla sua azione, che era divenuta sempre più una atitudine al solipsismo. La “morte di Dio” aveva dunque posto le basi per il fascismo.
Riguardo alla prima tesi – quella liberale-crociana - si può affermare che essa si basa su di una prospettiva quanto mai idealistica.
I liberali, in epoca fascista, sostenevano anche che, sebbene i comuni cittadini dovessero iscriversi al partito per trovare lavoro, compito dell’intellettuale fosse invece quello di porsi al di sopra di tutti e delle questioni politiche, e soprattutto quelle fasciste. Per gli intellettuali infatti il manifesto fascista appariva come un “imparaticcio scolaresco” che non garantiva alcuna elevazione morale.
Lo storico Croce, anche in virtù di questo distaccamento dell’intellettuale italiano dalle questioni fasciste, afferma che l’Italia era un Paese fondamentalmente sano, e che il fascismo sarebbe dovuto unicamente ad uno smarrimento di coscienza, forse prodotto dalla precedente guerra.
Tesi democratica-radicale
Per la seconda tesi, invece, il fascismo sarebbe stato frutto della crisi politica italiana, dovuta ad un allentamento della coscienza liberale e democratica. Questo fu il pensiero di Rosselli. Lo stesso Gobetti aveva definito il fascismo come una necessaria conseguenza del processo storico, che aveva portato alleanza tra borghesia ed alta finanza. Della stessa opinione è anche Salvemini.
Per la terza tesi – quella Marxista - a cui aderirono Gramsci e Togliatti, il fascismo nasce a causa della mentalità capitalista che si è sviluppata in seguito al dopoguerra. Per Gramsci il fascismo rappresenta comunque una peculiarità della storia italiana, l’incarnazione dei desideri di gloria della piccola borghesia.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali interpretazioni del fascismo secondo il testo?
- Come viene vista la nascita del fascismo secondo la tesi liberale-crociana?
- Qual è la visione marxista del fascismo secondo il testo?
- In che modo la tesi cattolica spiega l'ascesa del fascismo?
Il testo identifica quattro interpretazioni principali del fascismo: liberale-crociana, democratica-radicale, marxista e cattolica.
La tesi liberale-crociana considera il fascismo come una malattia morale episodica, attribuendo la sua nascita a uno smarrimento di coscienza, forse prodotto dalla guerra precedente.
La visione marxista, sostenuta da Gramsci e Togliatti, vede il fascismo come un prodotto della società capitalista e una peculiarità della storia italiana, legata ai desideri di gloria della piccola borghesia.
La tesi cattolica attribuisce l'ascesa del fascismo alla crisi derivante dalla secolarizzazione dello stato e della società, con Mussolini che avrebbe approfittato dell'assenza di valori per trasformare la realtà.