Concetti Chiave
- Il sistema elettorale italiano distingue tra sistema maggioritario e proporzionale, ciascuno con modalità di elezione e calcolo dei risultati differenti.
- Il Regno d'Italia adottò inizialmente il sistema maggioritario uninominale del Regno di Sardegna, limitando il voto a una ristretta élite maschile.
- Nel 1912, il suffragio universale maschile ampliò il diritto di voto a tutti i cittadini maschi sopra i 30 anni, segnando un cambio significativo.
- La Riforma del 1919 introdusse il sistema proporzionale, ma fu rapidamente abbandonato con l'ascesa al potere di Mussolini nel 1922.
- Nel 1946, le elezioni dell'Assemblea costituente reintrodussero un vero suffragio universale, estendendo per la prima volta il voto alle donne.
Indice
Definizione e tipi di sistemi elettorali
Il sistema elettorale è l'insieme di regole che definisce i requisiti necessari per partecipare al voto come elettore e come candidato all'elezione e stabilisce le modalità dello scrutinio. I meccanismi attraverso i quali si svolge la consultazione elettorale e se ne calcolano i risultati, di norma sono regolate da leggi ordinarie.
Sono molti sistemi a cui si può ricorrere, ma la distinzione fondamentale può essere ridotta a quella tra sistema maggioritario e sistema proporzionale. Il primo prevede in genere un collegio uninominale, ossia ogni circoscrizione in cui il territorio è suddiviso a fini elettorali elegge un deputato, quello che ha ricevuto più voti. Nei sistemi proporzionali invece ogni collegio elegge più deputati e la ripartizione dei seggi è stabilita in proporzione ai voti raccolti da ciascuna lista.Evoluzione storica del sistema elettorale italiano
Quando nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia si decise di estendere a tutta la penisola il sistema elettorale del Regno di Sardegna, introdotto con lo statuto Albertino nel 1848: l'elezione avveniva sulla base di un sistema maggioritario uninominale a suffragio ristretto. Il suffragio era ristretto perché il diritto di voto era molto limitato: le lezioni coinvolgevano circa il 2% della popolazione totale in quanto avevano diritto di voto solo i cittadini maschi di almeno 25 anni, che erano in grado di leggere e scrivere e pagavano imposte dirette annue per almeno 40 lire.
Riforme e cambiamenti nel XX secolo
Il grande cambiamento avvenne soltanto nel 1912 con l'introduzione del suffragio universale maschile da parte del quarto governo Giolitti. Acquisirono il diritto di voto tutti i cittadini maschi al di sopra dei 30 anni. A modificare il sistema italiano contribuì la prima guerra mondiale, che diede una spinta decisiva all'ingresso delle "masse" nella vita politica. La riforma del 1919 introdusse il sistema proporzionale. Questo sistema durò poco perché con l'avvento del potere di Mussolini nel 1922 si avviò uno smantellamento delle strutture democratiche. Nel 1924 la legge Acerbo introdusse un fortissimo premio di maggioranza in base al quale ⅔ dei seggi andavano alla lista che avesse raggiunto il 25% dei voti. Il ritorno al sistema democratico si ebbe al termine della Seconda guerra mondiale con le elezioni dell'Assemblea costituente del 2 giugno 1946. Per la prima volta fu introdotto un autentico suffragio universale, con l'estensione del voto alle donne.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la principale evoluzione del sistema elettorale italiano dal 1861 al 1946?
- Quali furono le condizioni per il diritto di voto nel Regno d'Italia nel 1861?
- Come ha influenzato la prima guerra mondiale il sistema elettorale italiano?
Il sistema elettorale italiano è passato da un sistema maggioritario uninominale a suffragio ristretto nel 1861, a un sistema proporzionale nel 1919, fino all'introduzione del suffragio universale nel 1946, che ha incluso per la prima volta il voto alle donne.
Nel 1861, il diritto di voto era limitato ai cittadini maschi di almeno 25 anni, che sapevano leggere e scrivere e pagavano imposte dirette annue per almeno 40 lire, coinvolgendo circa il 2% della popolazione.
La prima guerra mondiale ha accelerato l'ingresso delle "masse" nella vita politica, portando alla riforma del 1919 che ha introdotto il sistema proporzionale, segnando un cambiamento significativo nel sistema elettorale italiano.