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Concetti Chiave

  • L'età giolittiana si riferisce ai primi quindici anni del Novecento in Italia, caratterizzati dalla guida di Giovanni Giolitti.
  • Sotto la leadership di Giolitti, l'Italia si trasformò in una potenza industriale, raggiungendo il livello degli altri paesi europei.
  • Giolitti credeva che lo stato dovesse mantenere la neutralità nei conflitti di lavoro, concentrandosi sull'ordine pubblico.
  • Appartenente alla sinistra liberale, Giolitti fu abile nel riconoscere e adattarsi ai cambiamenti sociali ed economici del paese.
  • Giolitti usò abilmente le sue dimissioni come strategia per sottolineare la sua importanza nel mantenere un governo efficace in Italia.

Indice

  1. L'età giolittiana e l'industrializzazione
  2. Giolitti e la neutralità dello stato
  3. Il ritorno costante di Giolitti

L'età giolittiana e l'industrializzazione

In Italia i primi quindici anni del Novecento sono noti come età giolittiana, che prende il nome dal capo del governo di quegli anni, Giovanni Giolitti, un uomo viscido che per mantenere il potere magheggiava e in un modo o nell'altro tornava sempre al potere, un età che fu un periodo importantissimo perché l’Italia divenne una potenza industriale al livello degli altri paesi europei e conobbe lo sviluppo di molti settori economici, cosa che non era mai successa prima nel corso della storia del Regno d'italia.

L’artefice di questa crescita economica esponenziale per l’Italia fu Giovanni Giolitti.

Giolitti e la neutralità dello stato

Giolitti nel 1892 e nel 1893 aveva sostituito Crispi alla guida del paese come primo ministro e in quel breve periodo aveva mostrato la sua profonda convinzione secondo cui di fronte ai conflitti di lavoro lo stato dovesse rimanere neutrale. Lo stato non doveva schierarsi, ma doveva occuparsi di mantenere l’ordine pubblico permettendo agli schieramenti di risolvere i problemi da sé. Giolitti apparteneva allo schieramento della sinistra liberale e fu bravo a prendere atto dei cambiamenti che l’Italia stava subendo e ad agire di conseguenza.

Il ritorno costante di Giolitti

Giolitti divenne primo ministro nel 1903 e rimase al potere quasi ininterrottamente fino al 1814. Giolitti diede spesso le dimissioni quando c’erano delle questioni difficili da affrontare e ogni volta dopo poco tempo veniva richiamato all’incarico dai suoi nostalgici. Tutto ciò era anche una mossa voluta da Giolitti per mostrare che senza di lui l’Italia non poteva avere un governo efficace.

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