silvia.vallenari
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Concetti Chiave

  • Durante l'età giolittiana, l'Italia vide una crescita economica significativa, con un aumento del reddito nazionale e pro-capite, e una maggiore partecipazione industriale.
  • Lo sviluppo economico fu disomogeneo, con una crescita concentrata in alcune aree, mentre altre regioni rimasero meno sviluppate, un dualismo che persiste tuttora.
  • Il protezionismo, introdotto con la tariffa doganale del 1887, favorì l'industria siderurgica e tessile, ma fu criticato dai liberisti che sostenevano il libero scambio.
  • Le politiche protezionistiche comportarono costi elevati per i consumatori italiani e non ridussero la dipendenza dall'importazione di materie prime come il carbone.
  • Il settore agricolo meridionale non beneficiò delle tariffe doganali, che disincentivarono l'innovazione e mantennero intatti i metodi di produzione tradizionali.

Indice

  1. Crescita economica e industrializzazione
  2. Sviluppo squilibrato e dualismo
  3. Dibattito sul protezionismo
  4. Critiche alla tariffa doganale
  5. Intervento del governo e conseguenze

Crescita economica e industrializzazione

Nonostante le vicende politiche ci fu comunque la crescita economica, fino al 1907, si forma una base industriale, e l'agricoltura perde la posizione di preminenza.

Segni della rivoluzione:

- aumento del reddito nazionale

- aumento del reddito pro-capite

- maggiore partecipazione delle industrie alla formazione del prodotto lordo privato

- incremento del risparmio

- crescita della città

Sviluppo squilibrato e dualismo

Lo sviluppo squilibrato: non ci fu infatti una distribuzione uniforme su tutto il territorio nazionale, solo in alcune aree.

Questo dualismo persiste ancora.

Dibattito sul protezionismo

Il dibattito sul protezionismo:

1887 tariffa doganale della sinistra determinò lo sviluppo economico.

Il piano industriale (protezione doganale) favoriva il settore siderurgico (commessa statale) e tessile

Il piano agricolo: la forte produzione doganale a favore di tutti i produttori di cereali.

Critiche alla tariffa doganale

La tariffa doganale era oggetto di una critica serrate da parte dei liberisti, favorevoli alla politica del libero scambio.

Intervento del governo e conseguenze

Discussione sul contenuto specifico all'intervento del governo:

1) quote altissime al settore siderurgico che per le circostanze ambientali e le carenze strutturali non era all'altezza della concorrenza.

No al mercato internazionale.

Frequenti elargizioni in denaro pubblico.

Consumatori italiani pagavano i prodotti di più rispetto al quelli della concorrenza.

Non diminuire la dipendenza italiana per l'acciaio perché era forte importatrice di carbone.

2) dazio sul grano:

-Agricoltura meridionale in letargo.

-No miglioramento dei metodi di produzione.

-No trasformazione dei rapporti sociali arcaici che dipendevano da quei metodi.

-La tariffa doganale toglieva incentivi alle costose e migliorie perché garantiva margine di profitto alle pratiche tradizionali.

-Penalizzava gli scambi con l'estero di prodotti agricoli pregiati.

- il Nord non si era arricchito sottraendo risorse al sud, ma nelle regioni del nord alla base dello sviluppo era costituito dalla più avanzata condizione dell'agricoltura: rigoglio delle attività economiche e civile: sviluppo industriale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono i segni della rivoluzione economica e industriale fino al 1907?
  2. I segni della rivoluzione economica e industriale includevano l'aumento del reddito nazionale e pro-capite, una maggiore partecipazione delle industrie alla formazione del prodotto lordo privato, l'incremento del risparmio e la crescita delle città.

  3. Quali furono le critiche principali alla tariffa doganale del 1887?
  4. Le critiche principali alla tariffa doganale del 1887 provenivano dai liberisti, che erano favorevoli al libero scambio. Essi criticavano le alte quote al settore siderurgico e il dazio sul grano, che penalizzavano i consumatori italiani e non miglioravano i metodi di produzione agricola.

  5. Quali furono le conseguenze dell'intervento del governo nel settore industriale e agricolo?
  6. L'intervento del governo portò a frequenti elargizioni in denaro pubblico e a prezzi più alti per i consumatori italiani. Inoltre, non migliorò la dipendenza italiana dall'acciaio e non incentivò miglioramenti nei metodi di produzione agricola, mantenendo rapporti sociali arcaici.

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