Concetti Chiave
- Nel 1831, le rivolte nei ducati padani e nello stato pontificio, guidate da Ciro Menotti, portarono alla temporanea abolizione del potere papale, ma furono represse dall'intervento austriaco.
- Giuseppe Mazzini fondò la Giovine Italia con l'obiettivo di un'Italia unita attraverso un programma democratico e repubblicano, coinvolgendo le masse popolari.
- Nonostante i tentativi di insurrezione, la Giovine Italia fu sciolta nel 1834 per la pressione della polizia, costringendo Mazzini all'esilio e alla fondazione della Giovine Europa.
- Il programma di Mazzini mancava di radicamento nelle campagne, portando al fallimento dei suoi tentativi e mostrando l'indifferenza della popolazione contadina verso l'unità nazionale.
- Il programma liberale, sostenuto da figure come Gioberti e Balbo, enfatizzava l'indipendenza dall'Austria e l'aspirazione a una confederazione italiana, piuttosto che l'unità immediata.
Indice
Rivolte nei ducati padani
Nel 1831 scoppiarono delle rivolte nei ducati padani e nello stato pontificio e ancora la carboneria ebbe un ruolo fondamentale. Infatti i ribelli, guidati da Ciro Menotti, a inizio febbraio si impadronirono di Modena e Parma e la rivolta venne poi estesa alle legazioni civili confinati, ovvero sia l’Emilia Romagna e l’Umbria, dove venne abolito il potere dei papi e fu istaurato un governo provvisorio.
Tuttavia a fine marzo, dopo l’intervento delle truppe austriache venne ristabilito il vecchio ordine e Ciro Menotti fu giustiziato.Giovine Italia e Mazzini
Nei primi anni 30, il genovese Giuseppe Mazzini fondò la Giovine Italia, una nuova organizzazione clandestina con un programma democratico e repubblicano, che aveva come obiettivo quello di costruire un’Italia unita. Nella visione di Mazzini era fondamentale cercare il consenso popolare, infatti il programma della Giovine Italia era aperto al tema dell’emancipazione sociale dei ceti più umili e vedeva protagoniste le masse popolari. Negli anni 30 i militanti della Giovine Italia cercarono più volte di organizzare sommosse in varie città con la speranza di dare vita ad insurrezioni, ma la maggior parte di esse vennero stroncate sul nascere. A causa della pressione della polizia, nel 1834 la Giovine Italia fu costretta a sciogliersi, così Mazzini andò in esilio all’estero, prima in Francia e poi in Svizzera, dove fondò la Giovine Europa. Infine si recò a Londra, dove fondò nuovamente la Giovine Italia, che amministrava da lontano.
Fallimenti e insurrezioni
Nel 1844, malgrado il parere contrario di Mazzini, i fratelli Attilio ed Elio Bandiera cercarono di dare vita ad un’insurrezione e organizzarono una spedizione in Calabria, nella quale i Mazziniani vennero catturati e uccisi.
Il punto debole del programma di Mazzini consisteva nella scarsa conoscenza delle campagne italiane. Il ripetuto fallimento dei tentativi Mazziniani dimostrava così lo scarso radicamento di idee che solo con il tempo avrebbero incontrato l’adesione della popolazione italiana e che invece lasciavano del tutto indifferente la popolazione contadina (che costituiva l’80% della popolazione totale). Ciò non significava che non vi fosse insofferenza nei confronti degli stati assoluti, ma quest’insoddisfazione tendeva a trovare sbocco nell’aspirazione alla liberalizzazione della vita politica in ciascuno degli stati esistenti e nel contenimento dell’egemonia austriaca in Italia.
Programma liberale e indipendenza
Erano questi i punti fondamentali del programma liberale, la cui parola d’ordine era indipendenza, che fu formulato da figure come Gioberti, Balbo e Dazellio. Gioberti, militante Mazziniano, aspirava ad un’alleanza tra il movimento liberale e la Chiesa e la formazione di una confederazione degli stati italiani. Balbo, così come Gioberti, sosteneva che la prima esigenza per gli italiani non fosse l’unità, ma l’indipendenza, da raggiungere mediante l’allontanamento degli Austriaci dalla penisola, però, a differenza di Gioberti, concepiva una confederazione italiana fondata sull’esercito dei Savoia e non guidata dal Papa. Infine, Dazellio invitò l’opinione pubblica di tutti gli Stati della penisola a mobilitarsi per chiedere ai sovrani moderate riforme in senso liberale.
Domande da interrogazione
- Quali furono gli esiti delle rivolte del 1831 nei ducati padani e nello stato pontificio?
- Qual era l'obiettivo principale della Giovine Italia fondata da Giuseppe Mazzini?
- Quali furono le difficoltà incontrate dal programma di Mazzini?
- Quali erano i punti fondamentali del programma liberale proposto da Gioberti, Balbo e Dazellio?
Le rivolte del 1831, guidate da Ciro Menotti, portarono inizialmente alla presa di Modena e Parma e all'abolizione del potere papale in Emilia Romagna e Umbria. Tuttavia, a fine marzo, l'intervento delle truppe austriache ristabilì il vecchio ordine e Menotti fu giustiziato.
L'obiettivo principale della Giovine Italia era costruire un'Italia unita attraverso un programma democratico e repubblicano, cercando il consenso popolare e promuovendo l'emancipazione sociale delle classi più umili.
Il programma di Mazzini incontrò difficoltà a causa della scarsa conoscenza delle campagne italiane e del mancato radicamento delle sue idee tra la popolazione contadina, che costituiva l'80% della popolazione totale.
Il programma liberale si concentrava sull'indipendenza dall'egemonia austriaca e sulla liberalizzazione della vita politica. Gioberti proponeva un'alleanza con la Chiesa e una confederazione degli stati italiani, mentre Balbo sosteneva l'indipendenza attraverso l'esercito dei Savoia. Dazellio invitava a chiedere riforme moderate ai sovrani.