Concetti Chiave
- Gli interventisti in Italia organizzarono manifestazioni di massa a favore della guerra, guidati da figure come Gabriele D'Annunzio.
- Nonostante il Parlamento fosse inizialmente neutralista, le pressioni delle piazze e il sostegno del re portarono a un cambio di posizione.
- Il primo ministro Antonio Salandra, insieme al re Vittorio Emanuele III, sostenne con successo l'intervento bellico.
- Il 20 maggio 1915, il Parlamento concesse pieni poteri al governo Salandra, con l'opposizione dei socialisti.
- Il 24 maggio 1915, l'Italia dichiarò guerra all'Austria, evento riportato con enfasi sulla prima pagina del "Corriere della sera".
L'interventismo in Italia
In Italia gli interventisti mobilitarono le piazze, organizzando in ogni angolo del paese numerose manifestazioni, durante quelle che furono poi chiamate le "radiose giornate di maggio" e che ebbero come grande oratore Gabriele D'Annunzio. L'interventismo all'inizio sembrava tuttavia destinato all'insuccesso, a causa della maggioranza presente in Parlamento, ancora neutralista e legata alle posizioni di Giolitti.
Il ruolo del governo e del re
Il primo ministro Antonio Salandra, subentrato a Giolitti nel 1914, era invece favorevole all'intervento e così anche il re Vittorio Emanuele III.
La dichiarazione di guerra
Il 20 maggio la situazione cambiò drasticamente: di fronte alle pressioni delle mobilitazioni di piazza, abilmente manovrate dal governo, alla determinazione del re e alla rinuncia di Giolitti a ogni opposizione attiva, il Parlamento votò quasi all'unanimità il conferimento dei pieni poteri al governo Salandra in caso di guerra, con la sola opposizione dei deputati socialisti. Filippo Turati pronunciò una ferma protesta per il metodo antiparlamentare ed antidemocratico seguito dal sovrano e dal governo per portare il paese alla guerra, ma non ebbe alcun effetto: il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria, dopo averle inviato il giorno prima un ultimatum. La notizia dell'entrata in guerra dell'Italia e la dichiarazione del conflitto ai danni dell'Austria-Ungheria fu esposta nella prima pagina del "Corriere della sera", con il titolo "Una nota italiana alle Potenze- Lo Stato Maggiore parte per il Campo". L'articolo aveva come scopo quello di scuotere gli animi dei lettori ed invitarli ad un moto di orgoglio e di reazione contro un'ingiustizia.