isabellabaz2
Ominide
1 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Il dibattito del 1848 tra i democratici italiani si concentrava sulle strategie per l'unità e l'indipendenza nazionale.
  • Mazzini attribuiva la sconfitta alla mancanza di organizzazione e difendeva il suo programma repubblicano basato sulla fratellanza divina.
  • Ferrari e Pisacane criticavano i limiti programmatici, sostenendo la necessità di coinvolgere la massa popolare con prospettive rivoluzionarie concrete.
  • Secondo Ferrari e Pisacane, era essenziale coniugare la rivoluzione politica con quella sociale, affrontando la povertà e lo sfruttamento rurale.
  • Mazzini riteneva che il fallimento fosse dovuto alla mancanza di coesione e comunicazione tra i leader democratici.

Indice

  1. Il dibattito politico del 1848
  2. Le posizioni di Mazzini e degli intellettuali
  3. Le critiche di Ferrari e Pisacane

Il dibattito politico del 1848

Mentre ancora si andava dispiegandosi il moto rivoluzionario avviatosi nel febbraio del 1848 in Italia, tra i democratici italiani si aprì un ampio e articolato dibattito politico che mirava a definire le strategie delle battaglie miranti alla conquista dell’unità di Italia e all'indipendenza della Nazione.

Le posizioni di Mazzini e degli intellettuali

Da questo intenso dibattito emersero due posizioni molto chiare: quella di Mazzini, il quale attribuiva la sconfitta dei democratici a semplice incapacità organizzativa e rifiutava ogni critica al suo programma (mirante ad un’Italia repubblicana, unita sotto il principio di fratellanza conferita agli uomini da Dio); la posizione di un gruppo di intellettuali- tra cui emergevano Ferrari e Pisacane- che imputava ai limiti programmatici del movimento gli insuccessi del partito.

Le critiche di Ferrari e Pisacane

Secondo Ferrari e Pisacane, il movimento aveva fallito perché non era stato in grado di offrire una prospettiva rivoluzionaria alla massa popolare, soprattutto a quella rurale (che comunque viveva nella speranza di una condizione socio-economica migliore.

Secondo quest’ultima posizione, era opportuno coniugare la rivoluzione politica (cioè gli interessi di potere) a quella sociale, intervenendo su problematiche nodali, quali quelle della povertà o dello sfruttamento delle popolazioni delle campagne. Mazzini, dal suo canto, riteneva che il fallimento derivasse da una mancanza di coesione e di comunicazione tra gli esponenti democratici.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

isabellabaz2 di Mauro_105

URGENTE (321112)

isabellabaz2 di Lud_

domandina

isabellabaz2 di Samantha Petrosino