Concetti Chiave
- La guerra civile in Russia porta a sofferenze immense e milioni di morti, con una carestia devastante nel sud tra il 1920-21.
- L'economia disastrata viene affrontata con un approccio dirigista, espropriando e nazionalizzando fabbriche e terre.
- Il "comunismo di guerra" autorizza requisizioni forzate di viveri, causando la nascita di un mercato nero.
- La repressione del mercato nero è brutale, con esecuzioni sommarie eseguite dalla polizia politica Ceka.
- Lo Stato si trasforma in un organismo burocratico centralizzato, espandendo il suo apparato amministrativo.
Indice
Gli anni della guerra civile
Gli anni della guerra civile in Russia sono terribili, costano sofferenze, fame, dolore e costano morti: le stime infatti parlano di 7.000.000 di morti di cui 2.000.000 causati dalla carestia che ha colpito la Russia meridionale nel 1920-21.
L'emergere del potere comunista
Ma sono anche anni nei quali i tratti autoritari e dittatoriali del potere comunista finiscono per emergere nel modo più netto.
Economia e dirigismo
Le circostanze ovviamente non aiutano, intanto c'è da governare un'economia largamente disastrata e per farlo sin dal 1918 il governo comunista ha varato una linea rudemente dirigista. I debiti con l'estero sono dichiarati nulli. Le fabbriche sono espropriate e nazionalizzate: inizialmente la loro gestione e affidata a comitati operai, ma la soluzione si rivela fonte di incredibili inefficienze e i vecchi manager sono reintegrati come dipendenti dello Stato.
Espropriazione e redistribuzione
Intanto il processo di espropriazione e redistribuzione delle terre è incorso secondo quanto annunciato da Lenin il 26 ottobre 1917.
Comunismo di guerra
Allo scoppio della guerra contro le armate bianche Lenin e i suoi decidono di ricorrere al cosiddetto "comunismo di guerra".
Requisizioni e razionamento
In pratica la sostanza è che sia reparti dei soldati dell'Armata Rossa sia gruppi armati di operai urbani sono autorizzati a requisire viveri e rifornimenti nelle campagne con compensi decisi unilateralmente. Sui mercati urbani i negozi e ristoranti sono requisiti e affidati alla gestione delle autorità municipali. La distribuzione dei beni alimentari è razionata e controllata da funzionari statali. A ogni famiglia sono distribuite tessere annonarie che servono per ritirare i beni alimentari razionati in base al numero, all'età e alle condizioni dei componenti dei nuclei familiari.
Mercato nero e repressione
Soluzione di questo genere scatenano ovviamente il mercato nero: vi sono contadini e commercianti che cercano di uscire dal circuito commerciale obbligato dal comunismo di guerra per vendere la merce a prezzi più elevati.
Il terrore e la Ceka
Per reprimere queste attività illegali il governo sceglie la mano dura ovvero all'inizio del 1918 Lenin afferma: " finché non useremo il terrore sparando subito contro gli speculatori non otterremo nulla". Le sue direttive non sono metaforiche infatti la polizia politica Ceka, acronimo per Comitato straordinario di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio, costituita nel dicembre del 1917 si rivela uno strumento piuttosto agguerrito: si calcola che solo nel 1918 6300 persone accusate di speculazioni sul mercato nero siano stati vittime di esecuzioni sommarie eseguite dagli agenti della polizia.
Burocrazia e centralizzazione
Per tutte queste nuove esigenze lo Stato deve dotarsi di un apparato burocratico statale piuttosto nutrito con il personale addetto che cresce a dismisura. Lo Stato nato dalla rivoluzione comunista comincia ad assumere la forma di un organismo burocratico centralizzato e onnipotente.
Domande da interrogazione
- Quali sono le conseguenze umane della guerra civile in Russia?
- Come ha reagito il governo comunista alle difficoltà economiche durante la guerra civile?
- Quali misure sono state adottate per controllare la distribuzione dei beni alimentari?
- Come ha affrontato il governo le attività illegali come il mercato nero?
La guerra civile in Russia ha causato enormi sofferenze, fame e dolore, con stime di 7.000.000 di morti, di cui 2.000.000 a causa della carestia nel 1920-21.
Il governo comunista ha adottato una linea dirigista, espropriando e nazionalizzando le fabbriche, e implementando il "comunismo di guerra" per requisire viveri e rifornimenti.
La distribuzione dei beni alimentari è stata razionata e controllata da funzionari statali, con tessere annonarie distribuite alle famiglie per ritirare i beni in base alle loro necessità.
Il governo ha adottato misure repressive, con la polizia politica Ceka che ha eseguito esecuzioni sommarie di speculatori, come affermato da Lenin nel 1918.