Concetti Chiave
- La colonizzazione ha messo in contatto civiltà diverse, con la metropoli che inviava militari, uomini d'affari, missionari e coloni nelle terre conquistate.
- I coloni spesso si insediavano sulle terre migliori, sottratte agli indigeni, causando risentimento e segregazione razziale tra coloni europei e popolazioni locali.
- La segregazione razziale era evidente, con indigeni trattati con paternalismo e esclusi da molti luoghi riservati agli europei, mentre pochi indigeni ricchi beneficiavano dell'arricchimento delle colonie.
- La cultura occidentale fu introdotta tramite l'istruzione, creando una nuova élite intellettuale indigena, più vicina all'emancipazione nazionale rispetto all'élite tradizionale.
- Le relazioni tra colonizzatori e indigeni erano spesso basate su disuguaglianze, con lavoro forzato e bassi salari, soprattutto in Asia e Africa, aggravando le tensioni sociali.
Indice
Incontro tra civiltà diverse
Ovunque, la colonizzazione ha avuto l’effetto di mettere in contatto due forme diverse di civiltà e di culture. La metropoli era un paese evoluto, che aveva a disposizione una forza materiale e una superiorità tecnica.
Ruolo dei coloni e missionari
Essa inviava nelle colonie
• dei militari e degli addetti ai servizi amministrativi, che obbedivano allo Stato senza tuttavia soggiornare nella colonia in via definitiva
• degli uomini di affari audaci, energici, realizzatori, meno tenuti rispetto ai funzionari a evirtare le brutalità e i soprusi
• dei missionari, il cui obiettivo principale era di far convertire gli indigeni alla loro fede
• dei coloni che si stabilivano nelle terre conquistate senza pensare a ritornare in madre patria e finivano per costituire una popolazione diversa da quella dei funzionari, ma profondamente separata dagli indigeni; infatti i matrimoni misti erano un’eccezione, eccetto nelle colonie portoghesi
Di fronte a questi elementi europei piuttosto variegati, gli indigeni disponevano di una propria civiltà, molto diversificata a seconda dei paesi.
Impatto dell'insediamento agricolo
I coloni introdussero metodi agricoli e commerciali nuovi che certi indigeni seppero anche imitare. Tuttavia, i coloni si stabilivano spesso sulle terre migliori, che erano state sottratte agli indigeni in modo più o meno lecito. Di conseguenza, l’insediamento agricolo dei coloni sembra aver ricoperto l’aspetto della colonizzazione più adatto a creare risentimento. I coloni e gli amministratori hanno costruito progressivamente le loro città, contigue a quelle degli indigeni, come Casablanca e Algeri, mettendo così à confronto due mondi diversi. A volte, sono state create anche città residenziali per gli Europei, come Da Lat, in Indocina (odierno Vietnam).
Segregazione e disuguaglianza
I contatti quotidiani si basavano sull’disuguaglianza. In certe colonie, gli indigeni dovevano salutare i bianchi. Questi ultimi non esitavano a picchiarli, a trattarli da esseri inferiori; nella maggioranza dei casi, i rapporti erano buoni, ma comunque di tipo “paternalistico”, cioè gli indigeni erano considerati come esseri umani meno evoluti che venivano trattati con accondiscendenza. In generale, si produsse spontaneamente una segregazione razziale. Perfino gli indigeni più istruiti, non erano ammessi né negli alberghi per bianchi, né nei club per gli Europei. Infine, arricchimento delle colonie creò profitto soltanto per i coloni oppure per una piccola minoranza di indigeni ricchi che erano entrati in stretto contatto con loro. Il livello di vita migliorò solo molto lentamente. Ovunque, le strutture tradizionali, villaggi, tribù, rapporti di tipo feudali, furono intaccarti senza che fosse fatto nulla di serio e duraturo per sostituirli con una nuova organizzazione soddisfacente.
Evoluzione delle élite indigene
Nei paesi in cui erano presenti delle antiche civiltà, la casta intellettuale, in genere, si rinchiuse in se stessa; così successe con mandarini dell’Indocina o con i teologi mussulmani, del Maghreb. Comparve, però, un nuovo tipo di intellettuale. Le scuole introdussero, a favore di una minoranza, la cultura occidentale. Gli indigeni più evoluti – espresso anche i più ricchi – inviavano i loro figli nelle università della metropoli. Di fronte all’élite tradizionale, venne allora a costituirsi un’élite moderna, molto più distante dalla popolazione primitiva, ma meglio attrezzata per intraprendere l’emancipazione del paese. Gli studenti indigeni appresero che il diritto dei popoli a disporre di se stessi (= diritto all’autodeterminazione) era considerato dagli abitanti della metropoli come un valore supremo e essi applicarono con facilità questo concetto ai loro paesi di origine. Tuttavia, i movimenti nazionalisti, ispirati dalla volontà di restituire ad una comunità la propria indipendenza, appaiono soltanto immediatamente prima del 1914.
Relazioni lavorative e disuguaglianze
I contatti fra colonizzatori e le masse indigene furono tenuti sulla base di relazioni fra datori di lavoro e dipendenti. Neri tre paesi molto popolati dell’Asia del Sud-est o dell’Africa del Nord, la mano d’opera era abbondante e a buon mercato, il che permetteva di produrre a basso prezzo. Il rischio era di fare dei lavoratori, soprattutto nelle città, delle persone “sradicate”, pronte a fornire un esercito disposto ad impegnarsi in una eventuale rivolta, L’amministrazione coloniale, di solito, manteneva una grande disuguaglianza fra datore di lavoro e lavoratore. Per esempio, in Indocina, un decreto permetteva ad un colono di condannare a pene corporali un indigeno colpevole di aver rescisso il contratto di lavoro. Nell’Africa nera,la situazione era diversa perché qui le popolazioni primitive non provavano la necessità di lavorare per ottenere un salario. Pertanto, era necessario costringerli o ricorrere a due metodi: 1) pagamento di un’imposta in danaro. Che costringeva i Neri a lavorare come salariato o a vendere i prodotti delle loro terre per racimolare questo denaro 2) introduzione della “corvée” o prestazione di lavoro gratuita. Erano previste delle sanzioni penali per coloro che cercavano di evitare questa forma di lavoro forzato.
Domande da interrogazione
- Quali erano le principali figure inviate dalla metropoli nelle colonie?
- Quali erano le conseguenze sociali dell'insediamento dei coloni nelle terre indigene?
- Come venivano trattati gli indigeni nelle colonie?
- Quale ruolo hanno avuto le scuole nella formazione di una nuova élite indigena?
- Quali erano le condizioni di lavoro per gli indigeni nelle colonie?
La metropoli inviava militari, addetti ai servizi amministrativi, uomini d'affari, missionari e coloni.
I coloni spesso si stabilivano sulle terre migliori, creando risentimento e segregazione razziale, e costruivano città separate dagli indigeni.
Gli indigeni erano spesso trattati con paternalismo e disuguaglianza, e in alcuni casi erano soggetti a violenze e discriminazioni.
Le scuole introdussero la cultura occidentale, formando un'élite moderna che aspirava all'emancipazione del paese.
Gli indigeni erano spesso costretti a lavorare con salari bassi, e in alcuni casi erano soggetti a lavoro forzato o a sanzioni penali.