Concetti Chiave
- Hitler sfruttò il malcontento del popolo tedesco post-prima guerra mondiale per salire al potere nel 1933, instaurando un regime dittatoriale.
- Avviò un programma di riarmo militare e una politica estera aggressiva, espandendo il territorio tedesco e scatenando la seconda guerra mondiale.
- L'alleanza tra Germania e Italia portò all'adozione di leggi razziali che colpirono duramente la comunità ebraica e altre minoranze.
- I campi di concentramento e sterminio furono strumenti di annientamento, provocando la morte di oltre sei milioni di persone, principalmente ebrei.
- La testimonianza dei sopravvissuti, come Elie Wiesel, ha rivelato l'orrore vissuto nei campi e i profondi sentimenti di degradazione.
Indice
L'ascesa di Hitler
La persecuzione del popolo ebraico ebbe inizio nel 70 D.C. ma ebbe il suo culmine nel ‘900, quando Hitler conquistò il potere facendo leva sullo scontento e l’orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar.
Sfruttando l’insoddisfazione dei cittadini presentò un manifesto politico incentrato sul nazionalismo e arrivò alla Cancelleria nel 1933.
In seguito, dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg, si attribuì per legge il titolo di Führer e Cancelliere del Reich, accentrando sulle sue mani i poteri dello Stato e instaurando un regime dittatoriale.
L'espansione territoriale
Grazie ad un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera molto aggressiva, volta principalmente a espandere lo spazio vitale tedesco.
Con quest’obiettivo Hitler aveva prontamente occupato l’Austria e la Cecoslovacchia senza nessuna reazione da parte di Francia e Gran Bretagna che speravano che Hitler si accontentasse, ma quando quest’ultimo invade la Polonia l’1 settembre 1939, Francia e Gran Bretagna dichiarano ufficialmente guerra alla Germania, iniziando la seconda guerra mondiale.
Successivamente, Hitler invase la Norvegia, la Danimarca, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo e attaccò la Francia, che dopo una debole resistenza da parte dei francesi lasciarono entrare le truppe tedesche a Parigi.
L'Italia e le leggi razziali
In Italia le cose cominciarono a cambiare quando emerse il problema della mescolanza delle razze.
Il partito fascista esaltò la superiorità della razza italiana e l’alleanza con la Germania di Hitler fecero convincere Mussolini, che culminò tra il settembre e il novembre del 1938 una serie di provvedimenti che colpirono duramente la comunità ebraica.
Le leggi razziali esclusero, nel giro di pochi mesi, gli ebrei dalla nazionalità e dal lavoro.
L’Italia che finora si era dichiarata neutrale, entrò in guerra al fianco della Germania.
Dopo il 1943, negli anni dell’agonia del fascismo e del nazismo: fu la fase della persecuzione delle vite, durante la quale i fascisti e i nazisti collaborarono attivamente nell’opera dell’annientamento dell’ebraismo europeo, attraverso campi di concentramento e sterminio.
I campi di concentramento
I campi di concentramento e sterminio erano grandi estensioni di terreno, cinte da alte e fitte barriere di filo spinato, attraverso il quale passava la corrente elettrica, per fulminare chiunque tentasse di fuggire.
Nell’interno del campo, in baracche di legno, migliaia di internati, in principale modo ebrei, ma anche zingari, avversari politici, prigionieri di guerra e delinquenti, conducevano un esistenza spaventosa.
Erano costretti a lavori durissimi nelle officine, nelle miniere, nelle strade e nei cantieri, esposti a tutte le intemperie, malvestiti e malnutriti.
Tutti coloro che erano troppo deboli per lavorare, soprattutto bambini, donne e anziani, venivano soppressi nella camere a gas e i loro cadaveri bruciati nei forni crematori.
Le località dove si trovavano i campi sono tristemente famose: Buchenwald e Dachau in Germania, Mauthausen in Austria, Auschwitz, Treblinka e Sobibor in Polonia.
La fine della guerra
Furono assassinate nei campi più di sei milioni di persone, in grande maggioranza ebrei, fino a che Hitler, con le truppe sovietiche ormai entrate in città, si suicida nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla sua compagna Eva Braun, dando fine alla guerra.
Tra i sopravvissuti ritornati alle loro case molti hanno scritto l libri per raccontare come si svolgeva la vita in quegli “inferni organizzati dall’uomo”, ma soprattutto per raccontare i loro sentimenti di degradazione e avvilimento, come ha fatto, Elie Wiesel, nel suo libro “La Notte”.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali che portarono Hitler al potere?
- Come si sviluppò la politica estera di Hitler?
- Quali furono le conseguenze delle leggi razziali in Italia?
- Cosa accadde nei campi di concentramento e sterminio?
- Come terminò la guerra e quale fu il destino di Hitler?
Hitler salì al potere sfruttando lo scontento del popolo tedesco dovuto alla sconfitta nella prima guerra mondiale e alla crisi economica della Repubblica di Weimar, presentando un manifesto politico basato sul nazionalismo.
La politica estera di Hitler fu molto aggressiva, mirata all'espansione dello spazio vitale tedesco, con l'occupazione di Austria e Cecoslovacchia, e l'invasione della Polonia che portò all'inizio della seconda guerra mondiale.
Le leggi razziali in Italia, influenzate dall'alleanza con la Germania, esclusero gli ebrei dalla nazionalità e dal lavoro, colpendo duramente la comunità ebraica.
Nei campi di concentramento e sterminio, gli internati, principalmente ebrei, furono costretti a lavori durissimi e molti furono soppressi nelle camere a gas, con oltre sei milioni di persone assassinate.
La guerra terminò con il suicidio di Hitler nel suo bunker a Berlino il 30 aprile 1945, mentre le truppe sovietiche entravano in città, ponendo fine al conflitto.