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Concetti Chiave

  • L'alluvione di Firenze del 1966, causata dal fiume Arno, colpì duramente la città e la sua regione circostante, provocando danni ingenti.
  • La catastrofica esondazione interessò non solo il centro storico di Firenze ma anche aree periferiche e province vicine come Arezzo e Grosseto.
  • Nonostante le piogge intense nei giorni precedenti, la popolazione non era preparata alla portata dell'evento, aggravato dallo scioglimento delle nevi.
  • La mancanza di una protezione civile organizzata e la disinformazione contribuirono a un ritardo nei soccorsi e nell'avviso ai cittadini.
  • L'alluvione è stata culturalmente ricordata attraverso canzoni e video, evidenziando l'impatto sull'arte e il patrimonio culturale fiorentino.

Indice

  1. L'alluvione di Firenze
  2. L'impatto devastante
  3. Le conseguenze dell'esondazione
  4. La preparazione e l'allerta
  5. La notte dell'emergenza
  6. La disorganizzazione e gli aiuti
  7. Gli angeli del fango

L'alluvione di Firenze

Nel 2014 ricorre il quarantottesimo anniversario dell'alluvione di Firenze.

4 novembre 66, Firenze - Erano le prime ore della mattina quando la città fu risvegliata da un'ondata di maltempo senza precedenti, causando ingenti danni non solo nella città, ma anche in tutto il resto della Regione.

L'impatto devastante

Non fu colpito solo il centro storico fiorentino, ma anche le aree periferiche della cittadina, in quanto l'Arno esondò sia a monte sia a valle della città.

Questa terribile esondazione colpì anche Paesi nella provincia di Arezzo, l'area del Mugello, numerosi centri del Casentino, comuni della periferia come per esempio Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino.

Le conseguenze dell'esondazione

Dopo alcuni giorni dell'alluvione dell'Arno le campagne erano ancora allagate e i danni qui riportati furono notevoli. A peggiorare la situazione vi fu anche l'esondazione di un altro fiume, l'Ombrone, che causò dei danni notevoli nell'area della Maremma toscana, colpendo in particolare modo anche la città di Grosseto.

La preparazione e l'allerta

I giorni precedenti l'alluvione del 4 novembre, Firenze fu colpita da intense piogge, ma i cittadini non si preoccuparono in quanto abituati alle forti piogge e alle piene del fiume Arno. Nessuno immaginava ciò che sarebbe potuto accadere.

Il 3 novembre la situazione iniziò a evolvere in maniera sempre più drammatica, dalle 8 del mattino pioveva ininterrottamente e nel corso del pomeriggio si avvertì anche Roma e le Autorità della difficile situazione.

Le temperature continuavano a salire, causando quindi anche lo scioglimento delle nevi sulle montagne, facendo scendere acqua sempre più a valle. I sindaci dei Comuni principali della Toscana iniziarono a riunirsi per discutere di quanto stava accadendo. Alle 23.00 il livello dell'Arno iniziò a salire sempre più, generando uno stato di paura collettiva. Un'ora dopo il fiume iniziò a tracimare nel Valdarno Superiore e nel Cosentino. Pian piano numerosi Comuni fiorentini furono colpiti dall'esondazione dell'Arno, fino a investire anche Firenze.

La notte dell'emergenza

Tra la notte del 4 e del 5 novembre si attivò la macchina dei soccorsi che iniziarono a aiutare numerosi cittadini in difficoltà; iniziarono a essere rimesse in stato di agibilità le abitazioni delle persone e le attività economiche principali. Si cercò anche di mettere in salvo anche l'enorme patrimonio artistico della città. L'alluvione di Firenze è immortalata in numerosi video anche su Youtube, che mostrano immagini e foto dell'alluvione.

La disorganizzazione e gli aiuti

L'alluvione di Firenze che causò gravissimi danni al suo patrimonio artistico, sarà ricordata per la mancata coordinazione da parte di una struttura base per la protezione civile. Ci fu anche una grande disinformazione, al punto che commercianti e abitanti furono avvisati troppo tardi del rischio a cui sarebbero andati incontro, nonostante le forti piogge dei giorni precedenti.

Gli angeli del fango

L'alluvione di Firenze del 66 viene anche ricordata per gli angeli del fango: gli aiuti per i civili e per la ricostruzione arrivarono solo sei giorni dopo e nel frattempo i primi aiuti arrivarono solo grazie a forme di volontariato o grazie alle truppe presenti nel capoluogo toscano. Le conseguenze peggiori si rifletterono nell'agricoltura e nell'allevamento: numerosi contadini e allevatori persero, infatti, tutto.

L'alluvione è stata anche ricordata da una canzone di Riccardo Marasco in dialetto toscano.

Qui il testo:

O rosa o rosa

ma che l'ha chiuso

l'acquaio ieri sera

e sento un gran pisciolio d'acqua

ven via agesilao e tu lo sai

l'e' la solita storia

l'e' la sora algisa

di' ppian di sopra

il su' marito le'la' ni' bbagno

e fa piscia' il su figliolo

dalla finestra

su mi fiori

va a dinni qualche cosa te

senno qui l'e' buriana

vabbe' rosa...e andero'

a vedere...

o dio rosa...ma chell'e'

successo...quanta roba gialla

che passa

il sor checchetti sull'armadio...

o' ndo'e torna di casa...

o rosa...o rosa....

(mi-)

nuoti sommerso

in un mare di cacca

non sai se d'uomo

oppure di vacca

non sai capire i'cche

t'e' successo...

ti pare troppa

per esser di un cesso...

e mentre cerchi di

restare a galla

l'arno trabocca

laggiu' dalla falla

corre veloce per

via tornabuoni

al davidde lava

fremente i coglioni

sei trascinato per

via calzaioli

e pensi che ieri

dicevi a'figlioli

sara' ma domani

maremma puttana

l'e' pioggia

c'e' un callo che

segna buriana

tutt' ad un tratto

sei nel battistero

ti par di sognare

ma invece l'e' vero

quel mondo dorato

di santi e gesu'

lo tocchi con mano

l'e' sceso quaggiu'

ma sei vomitato

e gettato in via roma

ridi tu ridi

pensando alla chioma

che porgerle schiava

dovea la vittoria

ma poi come pisa

lo prese in meloria

e via bordeggiando

per queste stradine

in quattro e quattr'otto

sei gia' alle cascine

la' dove c'erano

tanti finocchi

adesso ci cantano

quattro ranocchi

fermati palle

via fermati adesso

lascia che l'acqua

ti scorra un po' addosso

attaccati al palo

su non fare il pazzo

se non tu c'hai il palo

attaccati ai lilli

ma la corrente

la ti porta via

fin su la piazza

della signoria

la' dove cosimo

monta a cavallo

ai chhe tu ttattacchi

ai lilli di' lallo

tutte le statue che

son sui' piazzale

berciano in coro

ma questo e' triviale

lo dice ercole

e sotto c'ha caco

che per quell'acqua

oramai le' briaco

grida oloferne

con la su' giuditta

e la medusa che l'e'

la piu' dritta

perche' perseo

con 'na sciabolata

sul pelo dell' acqua

la testa gli'a arzata

mortificato per

questa gran lagna

cerchi rifugio alla loggia

di orcagna

dove il romano

fa becco il sabino

li soffia la moglie

e lo lascia li' chino

anche il marzocco

un sa piu' cosa fare

perche' i leoni non

sanno nuotare

senza costume

sta li' tutto nudo

speriamo che l'acqua

un mi freghi lo scudo

non hai piu' salvezza

non hai piu' speranza

ovunque c'e' cacca

in frenetica danza

e trascinato

dall'onda veloce

giungi stremato

in santa croce

dante di marmo

poeta divino

mira sdegnato

l'immane casino

o fiorentini

m'avete esiliato

prendete la merda

che dio v'ha mandato

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali dell'alluvione di Firenze del 1966?
  2. L'alluvione fu causata da una forte ondata di maltempo e dall'esondazione del fiume Arno, aggravata dallo scioglimento delle nevi sulle montagne.

  3. Quali furono le aree più colpite dall'alluvione?
  4. Oltre al centro storico di Firenze, furono colpite le aree periferiche, la provincia di Arezzo, il Mugello, il Casentino, e comuni come Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino.

  5. Come reagirono le autorità e la popolazione durante l'alluvione?
  6. Ci fu una mancanza di coordinazione e disinformazione, con avvisi tardivi ai cittadini. I soccorsi iniziarono solo dopo alcuni giorni, con aiuti iniziali provenienti da volontari e truppe locali.

  7. Quali furono le conseguenze principali dell'alluvione?
  8. L'alluvione causò gravi danni al patrimonio artistico e all'agricoltura, con molti contadini e allevatori che persero tutto. Fu anche ricordata per la mancanza di una struttura di protezione civile adeguata.

  9. Come è stata ricordata l'alluvione nella cultura popolare?
  10. L'alluvione è stata commemorata in una canzone di Riccardo Marasco in dialetto toscano, che descrive in modo ironico e drammatico gli eventi e le conseguenze dell'alluvione.

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