Concetti Chiave
- I governi della Destra storica optarono per l'accentramento, estendendo il sistema amministrativo piemontese a tutto il Regno d'Italia per garantire l'unità statale.
- Lo Statuto albertino divenne la costituzione del nuovo Regno, e furono introdotti codici e sistemi piemontesi uniformi in tutta Italia.
- Un prefetto, nominato dal governo centrale, governava ciascuna delle 59 province, controllando ordine pubblico, istruzione, sanità e lavori pubblici.
- L'accentramento fu percepito negativamente, soprattutto nel Sud Italia, dove le popolazioni videro le leggi piemontesi come imposizioni di uno stato straniero.
- A lungo termine, l'accentramento contribuì a un sistema statale italiano burocratico ed inefficiente, caratteristica che persiste in parte tutt'oggi.
Le soluzioni per il nuovo stato
I governi della Destra storica dovettero affrontare il problema dell'organizzazione del nuovo stato. C'erano due soluzioni possibili, in alternativa tra loro:
- il decentramento, cioè una forma di federalismo che riconoscesse alle diverse realtà regionali un'autonomia amministrativa e di governo più o meno marcata;
- l'accentramento, cioè l'imposizione a tutto il paese di un unico sistema amministrativo e di governo, quello in vigore in Piemonte, fortemente controllato dal governo centrale.
La scelta dell'accentramento
Nonostante nel dibattito risorgimentale la prima ipotesi fosse maggioritaria, fu scelta la seconda soluzione. Ai ministri della Destra storica l'accentramento sembrò l'unica possibilità per garantire l'unità di uno stato ancora così fragile; prevalse inoltre nella classe dirigente il timore di dare spazio, con il decentramento, a rivendicazioni locali, ai nostalgici dei Borbone, all'influenza dei clericali o, all'opposto, dei democratici repubblicani.
Accentramento volle dire, in concreto, che il sistema di leggi dello stato piemontese e la sua organizzazione interna furono estesi a tutti i territori del Regno, dalle Alpi alla Sicilia:
- lo Statuto albertino divenne la costituzione del Regno d'Italia;
- nel 1865 furono promulgati il Codice civile e il Codice di pubblica sicurezza che ricalcavano quelli piemontesi;
- il sistema di pesi e misure e le diverse monete esistenti negli stati italiani furono sostituiti da quelli piemontesi;
- a capo di ognuna delle 59 province del Regno fu posto un prefetto nominato dal governo, che aveva il controllo dell'ordine pubblico (quindi della polizia), del sistema scolastico, della sanità, dei lavori pubblici. Il prefetto nominava anche i sindaci dei comuni, che non erano quindi, come oggi, eletti dai cittadini.
Conseguenze dell'accentramento
Tali scelte, che privavano gli enti locali di ogni autonomia, ebbero conseguenze gravi sia nell'immediato sia a lungo termine. Nell'immediato perchè, specie agli occhi delle popolazioni meridionali, il nuovo Regno sembrò imporre le regole e le leggi di uno stato straniero, quello piemontese. Per esempio, i prefetti nominati dal governo centrale furono, soprattutto nei primi anni, in maggioranza piemontesi: personaggi sconosciuti alle popolazioni locali e che quasi mai conoscevano i problemi, le usanze e perfino la lingua dei territori che erano chiamati a governare. Inoltre l'estensione delle leggi dello stato sabaudo a tutta l'Italia, la "piemontesizzazione" come fu definita, non favorì certamente la costruzione di una coscienza e un'identità nazionali.
Le conseguenze a lungo termine furono che, a partire dalla sua nascita, lo stato italiano ha conservato, per certi aspetti fino a oggi, un carattere eccessivamente accentrato, burocratico, spesso inefficiente.
Domande da interrogazione
- Quali furono le due soluzioni possibili per l'organizzazione del nuovo stato italiano dopo l'Unità?
- Perché fu scelta la soluzione dell'accentramento dai governi della Destra storica?
- Quali furono le conseguenze immediate dell'accentramento per le popolazioni locali?
- Quali furono le conseguenze a lungo termine dell'accentramento sullo stato italiano?
Le due soluzioni possibili erano il decentramento, che prevedeva un federalismo con autonomia regionale, e l'accentramento, che imponeva un sistema amministrativo unico basato sul modello piemontese.
L'accentramento fu scelto per garantire l'unità di uno stato fragile e per evitare che il decentramento potesse favorire rivendicazioni locali o influenze di gruppi come i nostalgici dei Borbone o i democratici repubblicani.
Le popolazioni, specialmente quelle meridionali, percepirono il nuovo Regno come un'imposizione di leggi straniere, con prefetti piemontesi sconosciuti e non familiari con le usanze locali, ostacolando la costruzione di un'identità nazionale.
Lo stato italiano ha mantenuto un carattere eccessivamente accentrato e burocratico, spesso inefficiente, che ha influenzato la sua struttura amministrativa fino ai giorni nostri.