Concetti Chiave
- Tintoretto dipinge "L'Ultima Cena" tra il 1592 e il 1594, ambientandola in una tipica osteria veneziana del tempo, conferendo un dinamismo teatrale alla scena.
- Gesù e gli apostoli sono disposti lungo il lato più lungo del tavolo, mentre Giuda Iscariota è rappresentato senza aureola e con tratti imbruttiti.
- La prospettiva obliqua del tavolo coinvolge lo spettatore nell'azione, rompendo la tradizionale disposizione frontale e creando un effetto di partecipazione.
- Tintoretto utilizza diverse fonti di luce per creare livelli di luminosità: profana dalla lampada, religiosa dalle aureole, e spirituale dagli angeli di fumo.
- I dettagli realistici, come servitori e animali, e i colori freddi con toni dorati tendenti al verde, conferiscono alla scena un'atmosfera unica e simbolica.
Indice
Descrizione dell'opera
L’Ultima cena, dipinta da Tintoretto dal 1592 al 1594, è un olio su tela di grandi dimensioni (3,65 x 5,68 cm), conservata a Venezia, nella Chiesa di San Giorgio Maggiore. Più volte l’artista ha trattato il tema di Gesù che impartisce la Comunione agli apostoli, ma in questo caso, egli dà dell’episodio un’interpretazione diversa.
Interpretazione e simbolismo
L’ambiente ricorda una stanza di osteria veneziana del tempo e non ha nulla di un palazzo aristocratico.
Gesù e gli apostoli sono disposti sul lato più lungo del tavolo e intorno a loro si affrettano i servitori e sul soffitto aleggiano delle figure angeliche. I personaggi hanno degli atteggiamenti concitati, quasi teatrali e questo conferisce alla tela un aspetto molto dinamico. Fra gli apostoli se ne nota uno che l’artista ha volutamente imbruttire e che non ha l’aureola: si tratta di Giuda Iscariota, il traditore. Dietro agli apostoli, si possono scorgere due donne, che non sono due cameriere; esse simboleggiano la Chiesa dei Gentili e la Chiesa degli Ebrei da cui nasce la Chiesa cristiana.Prospettiva e dinamismo
Il tavolo è disposto obliquamente e, pertanto, abbandona la tradizionale disposizione trasversale, per cui anche i protagonisti non sono disposti di fronte all’osservatore. Le sue linee prospettiche come quelle del pavimento convergono verso destra; in questo modo, il fatto narrato perde l’aspetto di una scena preordinata e gli spettatori non sono più davanti ad un ideale boccascena teatrale in cui gli attori sono in posa. Lo spettatore assiste collocato in un angolo ed è inserito nel vivo dell’azione, partecipando così all’avvenimento.
Luce e dettagli realistici
Tintoretto trasforma la realtà ricorrendo alla luce; a parte le apparizioni angeliche che sono assimilabili a dei filamenti luminosi, i dettagli realistici sono numerosi e vengono smaterializzati dalla luce che proviene da più fonti, cioè dalla lampada a olio appesa al soffitto e dalle aureole di Gesù Cristo e degli apostoli. Questi dettagli realistici sono: le persone affaccendate a servire i commensali, il cane che spunta sotto il tavolo, il gatto che cerca di guardare all’interno di una cesta, alcuni oggetti di uso comune. I colori sono tendenzialmente freddi e perfino il colore dorato, largamente diffuso ha intonazioni cromatiche che tendono al verde. La luce ha tre livelli:
- Luminosità profana cioè quella emanata dalla lampada a soffitto e che avvolge tutta la scena
- Luminosità religiosa cioè quella che proviene dall’aureola di Gesù e degli apostoli
- Luminosità spirituale, quella che trae la propria origine dagli angeli formati dal fumo e che simboleggiano la spiritualità del dipinto
Metafora dell'esistenza umana
Si noterà che il locale non alcuna finestra, come se si trattasse di un tunnel senza uscita. Potrebbe essere una metafora dell’esistenza umana, come se Tintoretto volesse mostrare la via della salvezza al genere umano. Tutto è buio attorno a noi, ma la Grazia è qui a portata di mano, nel pane e nel sangue di Cristo. Cristo pronuncia le parole e un’onda di luce si diffonde.
Domande da interrogazione
- Qual è l'interpretazione unica di Tintoretto dell'Ultima Cena?
- Come sono disposti i personaggi nel dipinto di Tintoretto?
- Quali simbolismi sono presenti nel dipinto?
- Qual è il significato della luce nel dipinto?
Tintoretto rappresenta l'Ultima Cena in un ambiente simile a una stanza di osteria veneziana, con un'atmosfera dinamica e teatrale, includendo figure angeliche e dettagli realistici, come servitori e animali.
I personaggi sono disposti lungo il lato più lungo del tavolo, che è obliquo, creando una scena non preordinata e coinvolgendo lo spettatore nell'azione.
Il dipinto include simbolismi come le due donne che rappresentano la Chiesa dei Gentili e la Chiesa degli Ebrei, e la luce che simboleggia diversi livelli di spiritualità.
La luce ha tre livelli: profana dalla lampada, religiosa dalle aureole, e spirituale dagli angeli, simboleggiando la spiritualità e la salvezza nel buio dell'esistenza umana.