Concetti Chiave
- Tintoretto ambienta l'Ultima cena in una taverna, un'innovazione rispetto alle iconografie tradizionali come quella di Leonardo.
- Gesù distribuisce solo il pane agli Apostoli, in linea con il concetto di transustanziazione, spostando l'attenzione dal tradimento di Giuda al sacramento.
- La luce gioca un ruolo predominante, con la lux e il lumen che rivelano presenze angeliche legate al miracolo eucaristico.
- La prospettiva diagonale del dipinto dilata lo spazio, spingendo lo spettatore a esplorare anche le figure più distanti.
- Il dipinto integra elementi realistici e quotidiani, inserendo scene di vita comune che si fondono con la narrazione religiosa.
Indice
Tintoretto e l'ultima cena
Per la Chiesa di San Giorgio Maggiore Tintoretto realizza l’Ultima cena, uno dei vertici più alti della sua pittura. La scena appare totalmente diversa rispetto alle iconografie cui siamo abituati, basti pensare al cenacolo di Leonardo. Tintoretto sceglie al contrario di ambientare la sua opera in una taverna, come si può capire da ciò che avviene a destra.
Innovazioni iconografiche
E’ nella tavolata al centro, verso sinistra, che si individuano gli Apostoli e Gesù, intento ad impartire l’eucarestia. Qui troviamo quindi un altro elemento totalmente nuovo: Cristo distribuisce solo il pane, perché il vino è riservato al sacerdote. Il principio alla base è quello della transustanziazione, che ha le sue radici nella tradizione aristotelica e grazie al quale l’accento non è più posto sulla gravità del tradimento di Giuda, ma sul significato del sacramento stesso.
Luce e prospettiva
Il colore pare qui annullarsi in funzione dell’assoluto predominio della luce, che è qui duplice: possiamo infatti vedere la lux nell’aureola e il lumen nella candela. L’unico scopo di entrambe è quello di rivelare la presenza di figure angeliche, che scendono dall’alto per mostrarci il miracolo eucaristico.
La prospettiva è a sua volta particolare è crea l’idea di una dilatazione dello spazio: il dipinto è infatti costruito in diagonale, che ampia lo spazio per definizione.
E’ altrettanto vero che un’immagine di questo genere obbliga lo spettatore a non soffermarsi solo sulle figure in primo piano, ma ad allungare lo sguardo fino a quelle più lontane.
Realismo e quotidianità
Significativi gli elementi realistici, che troviamo in molti artisti veneti, come Giorgione. Si tratta di mettere dentro il dipinto scene di vita quotidiana, come erano soliti fare ad esempio i fiamminghi.
Un calvinista non avrebbe mai potuto accettare un dipinto di questo tipo: per Tintoretto invece una scena religiosa può convivere benissimo con una di genere, di vita quotidiana.
Domande da interrogazione
- Qual è l'ambientazione scelta da Tintoretto per l'Ultima cena e come si differenzia dalle rappresentazioni tradizionali?
- Qual è l'elemento innovativo introdotto da Tintoretto nella rappresentazione dell'eucarestia?
- Come utilizza Tintoretto la luce e la prospettiva nel dipinto?
Tintoretto ambienta l'Ultima cena in una taverna, una scelta che si discosta dalle iconografie tradizionali come quella di Leonardo, creando un'atmosfera più quotidiana e realistica.
Tintoretto introduce l'innovazione di Cristo che distribuisce solo il pane, riservando il vino al sacerdote, enfatizzando il significato del sacramento della transustanziazione piuttosto che il tradimento di Giuda.
Tintoretto utilizza la luce in modo predominante, con la lux nell’aureola e il lumen nella candela, per rivelare figure angeliche. La prospettiva diagonale dilata lo spazio, invitando lo spettatore a esplorare l'intera scena, non solo il primo piano.