Zhuweiqiu
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Concetti Chiave

  • Tintoretto utilizza due fonti luminose, una artificiale e una trascendente, per esaltare i contorni delle figure nell'opera "L'Ultima Cena".
  • L'ambientazione è realistica e anticipa lo stile di Caravaggio, con apostoli simili a popolani e animali come un cane e un gatto.
  • Angeli nascosti nei bordi simboleggiano l'atteggiamento del pittore verso la Controriforma, illuminati da luce profana.
  • La composizione presenta tre livelli di luminosità distinti, con il Cristo in rilievo che emana la luce più intensa.
  • Il tavolo è disposto in obliquo, non frontalmente, per creare dinamicità e spazio, a differenza di Leonardo.

Indice

  1. Luce e figure nell'opera
  2. Contrasti e simbolismi
  3. Prospettiva e allegorie

Luce e figure nell'opera

L’Ultima cena è un’opera emblematica in quanto sono presenti due fonti luminose: una artificiale, che è il lampadario, e una irreale e trascendente emanata dalle aureole dei santi. Le figure sono perfettamente descritte in quanto sembrano quasi ritagliate per via dei contorni netti che la luce crea; questo è un escamotage creato da Tintoretto per esaltare ogni singola figura a discapito di una massa di figure apparentemente e altrimenti informi e insignificanti.

L’ambientazione sembra anticipare quella cara a Caravaggio della cantina/osteria, un luogo del suo tempo e non tradizionale: gli apostoli sembrano dei popolani e il realismo esasperato è dato anche dalla presenza degli animali, un cane disteso e un gatto che decide di mangiare da un cesto.

Contrasti e simbolismi

In posizione quasi nascosta sui bordi, a simboleggiare l’atteggiamento di Tintoretto nei confronti delle imposizioni della Controriforma, si trovano degli angeli, che si riconoscono nonostante il buio. Questi rimandano alla classicità, al mito, dunque si nascondono: le illumina per porsi contrariamente ai dettami controriformisti, tuttavia la luce che li pervade è quella “profana” della candela, e non quella religiosa. Il contrasto luminoso è evidente, infatti possono essere identificati tre livelli di luminosità: quella del lampadario, quella emanata dalle aureole degli apostoli e quella che proviene dal Cristo, posto in rilievo, che è anche quella che splende maggiormente.

Prospettiva e allegorie

L’attenzione alla prospettiva qui è molto visibile perché il tavolo non è stato posto frontalmente, come aveva fatto Leonardo, ma in obliquo per creare più spazio e permettere maggiore dinamicità. Le due donne sulla scena sono delle figure allegoriche che rappresentano la Chiesa Ebraica e quella dei Gentili, ossia i non ebrei, che insieme formano la Chiesa Cristiana; tra gli altri personaggi è possibile distinguere Giuda Iscariota, sulla destra, che è stato abbruttito e non possiede l’aureola, e un mendicante, sulla sinistra, che sta chiedendo l’elemosina a uno degli apostoli: questi gli fa capire che non è il momento, perché sta ascoltando e guardando Gesù e non può distrarsi; si evince che la carità materiale, al momento, è stata “sorpassata” da quella spirituale, più importante.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le fonti luminose presenti nell'opera "L'Ultima cena" di Tintoretto?
  2. Nell'opera "L'Ultima cena" di Tintoretto sono presenti due fonti luminose: una artificiale, rappresentata dal lampadario, e una irreale e trascendente, emanata dalle aureole dei santi.

  3. Come Tintoretto rappresenta gli apostoli e quale ambientazione sceglie per l'opera?
  4. Tintoretto rappresenta gli apostoli come popolani, inserendoli in un'ambientazione simile a una cantina o osteria, un luogo del suo tempo e non tradizionale, anticipando lo stile caro a Caravaggio.

  5. Qual è il significato delle due figure femminili presenti nella scena?
  6. Le due figure femminili presenti nella scena sono allegoriche e rappresentano la Chiesa Ebraica e quella dei Gentili, che insieme formano la Chiesa Cristiana.

Domande e risposte