Concetti Chiave
- Signorelli, nel Duomo di Orvieto, dipinge affreschi del Giudizio Universale con scene drammatiche e visionarie.
- L'arte di Signorelli riflette la crisi sociale, politica e religiosa del suo tempo, trascurando l'iconografia tradizionale.
- Ispirato da Dante, Signorelli crea una composizione teatrale, in cui ogni figura ha una vita propria e un forte impatto emotivo.
- L'uso della prospettiva e l'attenzione all'anatomia permettono di esprimere sentimenti attraverso una fisicità potente.
- La scena dei dannati all'Inferno è caratterizzata da un'ambientazione uniforme e figure concitate che coinvolgono emotivamente l'osservatore.
Il contesto storico e culturale
Tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, in concomitanza con l'avanzata dei musulmani in Occidente, le mire espansionistiche di Francia e Spagna sulla penisola, le visioni apocalittiche nelle prediche di Savonarola e il diffondersi di movimenti religiosi di riforma ed ereticali, si assiste a un ritorno della rappresentazione del Giudizio: se ne trova un esempio negli affreschi di Signorelli nella cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto, iniziati nel 1499 e raffiguranti le Storie dell'Anticristo e il Giudizio Universale, con le scene del finimondo, della resurrezione dei morti, dei dannati portati all'Inferno dai demoni e gli eletti portati in paradiso dagli angeli.
L'opera di Signorelli
Signorelli si trovò ad affrontare il tema in un momento di crisi sociale, politica e religiosa e decise di trascurare l'iconografia tradizionale, esprimendo con spirito visionario i propri sentimenti e le forti emozioni generate da quei momenti particolari. Prendendo come fonte di ispirazione Dante, che nella Commedia aveva descritto visioni di grande fantasia e impatto emotivo e che qui è ritratto fra gli ascoltatori dell'Anticristo, egli riuscì a creare una composizione monumentale e drammatica, concepita come una scena teatrale in cui nell'unità corale ogni figura vive comunque di vita propria. Grazie alla propria passione per l'anatomia e all'uso perfetto della prospettiva, Signorelli tratta la figura umana esprimendone i sentimenti attraverso una forte fisicità, resa con tratti duri e statuari.
La rappresentazione dei dannati
Nella scena con i dannati condotti all'Inferno l'ambientazione è ridotta a un terreno e a un cielo uniformi e che sembrano di pietra, abitati da personaggi concitati dai corpi poderosi e dai colori irreali, in continuo movimento e tra loro intrecciati, dannati e diavoli insieme, in modo da coinvolgere emotivamente l'osservatore assai di più delle strane minuzie delle opere fiamminghe.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e culturale in cui Signorelli ha realizzato i suoi affreschi?
- Come ha affrontato Signorelli il tema del Giudizio Universale nei suoi affreschi?
- In che modo Signorelli rappresenta i dannati nei suoi affreschi?
Gli affreschi di Signorelli sono stati realizzati tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, un periodo caratterizzato dall'avanzata dei musulmani in Occidente, le mire espansionistiche di Francia e Spagna, le visioni apocalittiche di Savonarola e il diffondersi di movimenti religiosi di riforma ed ereticali.
Signorelli ha affrontato il tema del Giudizio Universale con uno spirito visionario, trascurando l'iconografia tradizionale e ispirandosi a Dante. Ha creato una composizione monumentale e drammatica, esprimendo i sentimenti umani attraverso una forte fisicità e un uso perfetto della prospettiva.
Nella rappresentazione dei dannati, Signorelli utilizza un'ambientazione ridotta a un terreno e un cielo uniformi, con personaggi dai corpi poderosi e colori irreali, in continuo movimento. Questa scena coinvolge emotivamente l'osservatore più delle opere fiamminghe, grazie all'intreccio tra dannati e diavoli.