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Concetti Chiave

  • Raffaello Sanzio, nato a Urbino nel 1483, fu un artista rinascimentale influente, educato nella bottega del padre e ispirato dagli artisti alla corte dei Montefeltro.
  • "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello è noto per la sua simmetria e l'uso innovativo della prospettiva, con un tempio centrale che guida lo sguardo dello spettatore.
  • Durante il periodo fiorentino, Raffaello fu influenzato da Leonardo e Michelangelo, sviluppando uno stile distintivo caratterizzato da linee e volumi ben definiti.
  • A Roma, sotto Papa Giulio II, Raffaello decorò le Stanze Vaticane, culminando con "La scuola di Atene", che simboleggia la connessione tra filosofia e divinità.
  • Raffaello, oltre a dipingere, fu anche un architetto; il suo progetto di Villa Madama, sebbene incompleto, illustra la sua visione di armonia tra architettura e natura.

Indice

  1. Infanzia e formazione di Raffaello
  2. Opere giovanili e influenze artistiche
  3. Evoluzione artistica a Firenze
  4. Trasferimento a Roma e maturazione artistica
  5. Decorazione delle Stanze Vaticane
  6. La scuola di Atene
  7. Ritratto di Leone X
  8. Architettura e Villa madama
  9. La Trasfigurazione e la morte di Raffaello

Infanzia e formazione di Raffaello

Raffaello Sanzio nacque ad Urbino il 28 marzo 1483. Figlio del pittore Giovanni Santi, portò avanti l’eredità di famiglia; infatti, venne educato fin da subito nella bottega paterna.

Ebbe modo, inoltre, di venire a contatto con le opere di vari artisti collocate alla corte della famiglia dei Montefeltro.

Opere giovanili e influenze artistiche

Successivamente ebbe molti incarichi non solo a Città di Castello ma anche a Perugia e a Siena. Una delle sue opere più conosciute che risale a questo periodo è "Lo sposalizio della Vergine".

La tavola di Raffaello è più piccola di quella di Perugino. Ritrae le figure secondo una curva simmetrica in primo piano lasciando un vuoto dietro di loro. Il sacerdote, al centro della scena, è sbilanciato verso destra dove Raffaello ha ritratto un maggior movimento nei personaggi maschili; al contrario a sinistra, le figure femminili sono rappresentate con dolcezza e grazia. I due gruppi sono collegati per il tramite del sacerdote che stringe ai polsi Maria e Giuseppe avvicinando le loro mani. La Vergine protende la mano destra per ricevere l’anello che Giuseppe le sta porgendo mentre si sta avvicinando a lei. La linea dell’orizzonte dilata lo spazio della scena e il tempio costituisce il centro visivo dal quale partono le linee prospettiche che derivano dal punto di fuga. Il tempio ha sedici lati e non otto come quello rappresentato da Perugino; il numero superiore delle facce e la presenza del portico colonnato lo rendono più simile ad un cilindro che ad un prisma. Inoltre, Raffaello si ispira a molti elementi dell’architettura classica come capitelli ionici, paraste, trabeazioni tripartite, archi, la cupola sormontata dalla lanterna… Con il restauro del 2008-2009, il tempio ha recuperato un caldo colore ambrato così come il lapislazzuli della veste di Maria che risplende, e sono state eliminate le velature opacizzanti.

Evoluzione artistica a Firenze

Nel 1504, Raffaello venne a conoscenza che sia Leonardo da Vinci che Michelangelo si trovavano rispettivamente a Firenze e dato che era affascinato dalla loro arte, accompagnato da una lettera di raccomandazione di Giovanna Féltria, si recò subito nella città dove restò per circa quattro anni. Nel clima artistico fiorentino conobbe diversi artisti emergenti dell’epoca e nel frattempo gli vennero commissionate altre opere non solo dalla città stessa ma anche da altre (es: Perugia).

La grafica di Raffaello si evolse rapidamente e soprattutto, l’artista mostrò sempre un’elevata capacità tecnica. Le figure delle sue opere sono caratterizzate da linee di contorno non continue ma realizzate con numerosi tratti che spesso si sovrappongono tra loro; i volumi, al contrario, sono definiti da un tratteggio ondulato ad archetti. Raffaello per comprendere al meglio gli atteggiamenti, l’anatomia e il senso del movimento delle diverse parti del corpo disegnò modelli nudi. L’influsso della pittura e del disegno di Leonardo, ai quali Raffaello si ispirò molto, sono evidenti ne Il San Giorgio e il drago, conservato agli Uffizi, e nello Studio di due teste di Apostoli e delle loro mani, conservato all’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford.

Trasferimento a Roma e maturazione artistica

Nell’autunno del 1508, Raffaello si trasferì a Roma su invito di Papa Giulio II e dell’artista Donato Bramante lasciando incompiuti alcuni lavori a Firenze. In quel periodo infatti Papa Giulio II aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare, chiamando a sé i migliori artisti sulla piazza, tra cui Michelangelo e Donato Bramante. Fu proprio quest’ultimo, secondo la testimonianza di Vasari, a suggerire al Papa il nome di Raffaello. Così, nella capitale, Raffaello venendo a contatto con gli esponenti di punta della cultura letteraria della corte pontificia, stimolato dall’architettura bramantesca, dalla pittura di Michelangelo e dal confronto con le più importanti manifestazioni dell’arte classica, compì la sua maturazione artistica.

Decorazione delle Stanze Vaticane

Venne subito incaricato per la decorazione delle Stanze Vaticane. Il Papa aveva fatto realizzare il suo nuovo appartamento nell’ala settentrionale di Palazzo Apostolico e gli affidò la realizzazione degli affreschi. I lavori cominciarono tra il 1508/1509 e si conclusero nel 1520, tra la fine del pontificato di Giulio II e l’inizio di quello di Leone X. Le stanze di cui Raffaello si occupa sono quattro, ovvero, la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro, la Stanza dell’Incendio del Borgo e la Stanza di Costantino (in queste ultime Raffaello si fece aiutare dai suoi allievi).

Nella stanza della Segnatura vennero realizzati soggetti che ricercavano il Vero, il Bello e il Bene. Nella stanza di Eliodoro sono rappresentati episodi storici nei quali è evidente la protezione accordata da Dio alla Chiesa. Nella stanza dell’Incendio del Borgo sono dipinti episodi riferiti alle vite di papi aventi in comune il nome Leone e sono stati realizzati al fine di compiacere il nuovo papa Leone X. Nella stanza di Costantino, invece, sono raffigurati episodi tratti dalla vita dell’imperatore stesso.

La scuola di Atene

Un affresco molto celebre di Raffaello è "La scuola di Atene" che si trova nella Stanza della Segnatura. 

L’opera è stata eseguita tra il 1509/1510. Raffaello rappresenta una delle vie grazie alle quali si può raggiungere Dio (il Vero): la filosofia. Dunque, è una rappresentazione della sapienza umana. Nell’edificio classico sono riuniti, infatti, i più importanti filosofi dell’Antichità e per disporli nella scena, si ispira all’Ultima Cena di Leonardo. L’edificio è composto da due bracci coperti da volte a botte con lacunari in cui si alternano esagoni e rombi che affiancano uno spazio cupolato. Inoltre, è preceduto da una scalinata sulla quale Raffaello dispone i vari personaggi secondo un andamento semicircolare attorno alle figure centrali di Platone e Aristotele. In mezzo ai due personaggi, è posizionato il punto di fuga. La prospettiva determina un senso di equilibrio, classicità e grande compostezza. Ad alcuni filosofi rappresentati, Raffaello ha dato le fattezze di artisti suoi contemporanei (tra i quali anche sé stesso) e con ciò vuole simboleggiare che gli uomini colti del suo tempo sono “legati” a quelli del passato. Per esempio, Platone ha il volto di Leonardo invece Michelangelo è raffigurato in Eraclito, pensoso e poggiante su un blocco di marmo.

Ritratto di Leone X

Raffaello fu un artista che seppe cogliere sempre la personalità di chi ritraeva e un esempio che si trova nella Stanza dell’Incendio del Borgo è il "Ritratto di Leone X con due cardinali"

I cardinali si trovano in una quasi totale oscurità però è possibile seguire le linee oblique delle cornici che confluiscono nello stesso punto di fuga quasi i margini del dipinto. Lo scrittoio rende la scena più dinamica e contribuisce anche ad allontanare la figura del pontefice. Si può intuire che il volto e la corporatura di Leone X sono quelli di un uomo che vive nell’agiatezza e dal suo sguardo si può comprendere che è un uomo intelligente, curioso, indagatore. In questa scena, come si nota, il colore predominante è il rosso più volte variato nella tonalità per raffigurare stoffe diverse. Gli oggetti sullo scrittoio sono simboli appartenenti alla famiglia fiorentina dei Medici. Il libro è una Bibbia e la pagina che il Papa sta leggendo è l’ultima del Vangelo di Luca. Alcuni passi del vangelo potevano essere usati come pretesto giustificativo della dispendiosa costruzione della nuova Basilica Vaticana e della vendita delle indulgenze e di conseguenza, il ritratto potrebbe essere letto come una risposta del Papa alle tesi di Lutero. Inizialmente il dipinto non era stato pensato come lo si vede perché grazie al restauro del 1997, si è scoperto che i due cardinali sono stati aggiunti in un secondo momento. In origine, infatti, l’opera avrebbe dovuto mostrare solo il Papa seduto allo scrittoio e in questo modo il dipinto avrebbe assunto il significato di ritratto di Stato in cui il Papa si poneva come interprete autentico delle Sacre Scritture.

Architettura e Villa madama

Raffaello oltre ad essere un artista ed un pittore, fu anche un architetto e un edificio di sua creazione è Villa madama. La villa sorge sulle pendici di monte Mario. Secondo le intenzioni di Raffaello, la villa avrebbe dovuto essere composta da un appartamento estivo e da uno invernale e da altri ambienti che seguissero l’andamento del terreno che è il lieve salita. L’accesso avrebbe prospettato su un grande cortile affiancato da un giardino coltivato ad aranci. Un’ampia scalinata avrebbe introdotto ad un vestibolo suddiviso in tre navate che avrebbero fatto accedere ad un cortile circolare attorno al quale ci sarebbero stati gli ambienti più intimi della villa, quelli abitativi e quelli di rappresentanza. Di fronte al primo vestibolo, un secondo avrebbe introdotto ad un giardino recintato di fianco al quale ci sarebbe stata una vasca che avrebbe costituito uno spazio di frescura e un abbeveratoio. Nel seminterrato avrebbero trovato spazio le terme, le scale e cucine. Inoltre, una scalinata avrebbe condotto ad un teatro con una cavea semicircolare e scena architettonica. Infine, le stalle dei cavalli sarebbero state precedute da un ippodromo.

Del progetto iniziale di Raffaello venne realizzata solo una piccola parte; infatti, metà del cortile circolare costituisce la facciata e gli spazi abitativi si trovano nella loggia che dà sul giardino, composta da tre campate. E’ stata decorata a grottesche e a stucchi dagli allievi di Raffaello e le pareti sono scandite da paraste pseudodoriche.

La Trasfigurazione e la morte di Raffaello

Un’altra opera incompiuta di Raffaello è la "Trasfigurazione" che è la trasformazione che Cristo subì sul monte Tàbor quando si mostrò ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni nella sua natura divina, quindi splendente di luce mentre ai suoi fianchi apparivano i profeti Elia e Mosè. Nei Vangeli, inoltre, si narra che quando Cristo scese dal monte, guarì un ragazzo posseduto dal demonio, circondato dalla sua famiglia e osservato dagli Apostoli (a sinistra). Raffaello ambienta entrambi gli episodi all’alba in modo da sfruttare i contrasti luce/ombra; infatti la prima parte dell’opera esprime calma ed è piena di luce, mentre nella seconda vi è molto più movimento, agitazione e turbamento e naturalmente, la scena è immersa nell’ombra. Questi sentimenti sono espressi con i gesti e con gli sguardi e per rappresentarli, Raffaello si ispira a Leonardo mentre si ispira a Michelangelo per rappresentare i movimenti corporei.

Quest’opera venne prelevata dalla bottega di Raffaello e posta sul suo letto di morte, ovvero il 6 aprile 1520. Rimase a Roma fino alla sua prematura scomparsa; molti letterati ne soffrirono. Ancora oggi è considerato come uno dei più celebri artisti non solo del Rinascimento Italiano, ma anche di ogni tempo. Il suo operato segnò un tracciato imprescindibile per tutti i pittori successivi e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando vita tra l'altro a una scuola che fece arte "alla maniera" sua e che va sotto il nome di manierismo. Giorgio Vasari lo descrisse come “un uomo pieno di doti e ricco delle più rare virtù dell’animo accompagnate da grazie, studio, bellezza, modestia e ottimi costumi”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza di Raffaello Sanzio nel contesto artistico del Rinascimento?
  2. Raffaello Sanzio è considerato uno dei più celebri artisti del Rinascimento Italiano e di ogni tempo. Il suo operato ha segnato un tracciato imprescindibile per i pittori successivi ed è stato di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, contribuendo alla nascita del manierismo.

  3. Quali sono le caratteristiche principali dell'opera "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello?
  4. "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello è caratterizzato da una composizione simmetrica con un sacerdote al centro che unisce le mani di Maria e Giuseppe. L'opera presenta un tempio a sedici lati, ispirato all'architettura classica, e utilizza prospettive che dilatano lo spazio della scena.

  5. Come si è evoluta la grafica di Raffaello durante il suo periodo fiorentino?
  6. Durante il periodo fiorentino, la grafica di Raffaello si è evoluta rapidamente, mostrando un'elevata capacità tecnica. Le sue opere sono caratterizzate da linee di contorno non continue e volumi definiti da un tratteggio ondulato. L'influenza di Leonardo è evidente in opere come "Il San Giorgio e il drago".

  7. Quali furono i principali incarichi di Raffaello durante il suo periodo romano?
  8. Durante il periodo romano, Raffaello fu incaricato di decorare le Stanze Vaticane su invito di Papa Giulio II. Le stanze includono la Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro, la Stanza dell’Incendio del Borgo e la Stanza di Costantino. Un'opera celebre di questo periodo è "La scuola di Atene".

  9. Qual è il significato dell'opera "La scuola di Atene" e come Raffaello ha rappresentato i filosofi?
  10. "La scuola di Atene" rappresenta la sapienza umana e una delle vie per raggiungere Dio, la filosofia. Raffaello ha riunito i più importanti filosofi dell'Antichità in un edificio classico, ispirandosi all'Ultima Cena di Leonardo. Alcuni filosofi hanno le fattezze di artisti contemporanei, simboleggiando il legame tra gli uomini colti del suo tempo e quelli del passato.

Domande e risposte