Concetti Chiave
- Jusepe de Ribera, noto come lo Spagnoletto, sviluppò il suo stile unico a Napoli, influenzato dal Caravaggismo.
- Le sue opere combinano un crudo realismo con una gamma cromatica vivace e una calda luminosità.
- Ribera insiste sull'umile miseria dei suoi soggetti, spesso rappresentando personaggi popolari con impietosa lucidità.
- Nel "Martirio di San Filippo", il dramma è accentuato dal corpo emaciato del santo e dagli sguardi curiosi degli spettatori.
- Il dipinto contrappone tonalità scure del primo piano a un cielo luminoso e dorato, richiamando la pittura del Cinquecento.
Dopo la prima formazione ricevuta in patria, lo spagnolo Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto, soggiornò brevemente in Lombardia e in Emilia Romagna prima di recarsi a Roma, dove rimase fortemente influenzato dal linguaggio caravaggesco. Nel 1616 si stabilì a Napoli e vi restò fino alla morte. Le opere di Ribera presentano uno stile che reinterpreta la lezione del naturalismo di Caravaggio in toni di crudo realismo, stemperati però in genere dall’utilizzo di una gamma cromatica più accesa e da una calda luminosità.
Caratteristica dello Spagnoletto è anche l’insistenza sull’umile miseria dei personaggi, in genere popolari, rappresentata con impietosa lucidità. Queste componenti sono illustrate nel Martirio di san Filippo, dipinto alla fine degli anni trenta, che illustra il momento in cui il corpo del santo, che occupa interamente il primo piano della tela, viene trucemente issato sulla croce. Oltre che dai gesti brutali dei carnefici, l’intensa drammaticità della scena si evince proprio dal corpo emaciato e dall’espressione agonizzante del martire, che si contrappone allo sguardo imperturbato dei curiosi, collocati alle due estremità del dipinto. Mentre il primo piano presenta tonalità scure, lo sfondo è occupato da un cielo azzurro solcato da nubi dorate ,che infonde alla scena una calda luminosità affine alla cromia delle pitture del Cinquecento.