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Concetti Chiave

  • Paolo Uccello, nato nel 1397, è noto per il suo stile unico che unisce elementi tardogotici e rinascimentali, influenzato dalla sua formazione con Lorenzo Ghiberti.
  • Il suo uso della prospettiva è astratto e visionario, differenziandosi da Masaccio per creare una dimensione lontana dalla realtà.
  • La "Battaglia di San Romano" è un esempio della sua prospettiva fantastica, raffigurando una scena onirica più simile a una fiaba che a un evento storico.
  • Nel pannello centrale, l'uso dei colori e la disposizione prospettica dei dettagli creano un effetto teatrale e irrealistico.
  • La prospettiva e la luce sono usate da Uccello come strumenti simbolici, trasformando le immagini in una composizione senza tempo e misteriosa.

Indice

  1. Paolo Uccello e la sua formazione
  2. L'arte visionaria di Paolo Uccello
  3. La Battaglia di San Romano
  4. Dettagli e simbolismo delle tavole

Paolo Uccello e la sua formazione

Paolo di Dono (1397-1475), detto Paolo Uccello, è forse l’artista più bizzarro e fantasioso del Quattrocento. Nato presso Arezzo, si formò nella bottega fiorentina di Lorenzo Ghiberti, dove si praticava un affascinante compromesso tra cultura tardogotica e nuova arte umanistica.

Tra il 1425 e il 1430 visse a Venezia a contatto con Gentile da Fabriano e Pisanello, rinnovando quindi i rapporti con l’arte tardogotica e scoprendo quella bizantina dei mosaici di San Marco, per poi rientrare a Firenze, dove realizzò le sue opere più importanti.

L'arte visionaria di Paolo Uccello

Nonostante la sua formazione ancora tradizionale, Paolo Uccello fu subito attratto dalle novità brunelleschiane e dai nuovi fermenti rinascimentali. Il biografo Giorgio Vasari ce lo presenta come un uomo solitario, completamente dedito agli astratti studi di prospettiva, che interpretò tuttavia in maniera molto personale e distante da quella di Masaccio: non come mezzo per descrivere realisticamente il mondo, ma come geometria pura, forma della mente, strumento perfetto per creare una dimensione visionaria lontana dalla realtà.

Il suo utilizzo della prospettiva, che si può ben definire astratto, combinato con la sua fantasia portò a risultati completamente diversi da quelli ricercati da Masaccio, come dimostra la Battaglia di San Romano.

La Battaglia di San Romano

Battaglia di San Romano

L’opera, composta da tre grandi tavole (un tempo riunite in un palazzo mediceo, oggi conservate in musei diversi), fu eseguita tra il 1435 e il 1440 per volontà di Cosimo il Vecchio, che intendeva Battaglia commemorare la morte del condottiero Niccolò Mauruzi da Tolentino nella battaglia vinta nel 1432 dall’esercito fiorentino contro le forze alleate di Siena, Lucca e Milano.

Le tre tavole sono dominate in modo ossessivo dalla prospettiva, ma ciò che propongono non è una scena realistica, quanto piuttosto una fiaba fantastica, priva di dramma, un meraviglioso racconto in cui tutto appare irreale, come in un sogno: sembra più la rappresentazione di un torneo cavalleresco che una battaglia vera e propria.

Dettagli e simbolismo delle tavole

Nel primo pannello, in cui i cavalieri si lanciano verso destra (convergendo quindi verso la tavola centrale), il capitano Niccolò da Tolentino è raffigurato con un voluminoso e magnifico copricapo (forse poco pratico in battaglia) mentre su un cavallo bianco bardato a festa, che s’impenna nitrendo, chiama alla carica i fiorentini contro i senesi; tutti gli altri cavalieri indossano preziose ma poco realistiche armature da parata (eseguite applicando sulla tavola una sottilissima lamina d’argento, che riflette la luce).

La tavola centrale con il Disarcionamento di Bernardino della Ciarda rappresenta il culmine dello scontro. Le lance spezzate a terra sono disposte regolarmente secondo le linee di fuga, mentre quelle in aria creano una sorta di quinte laterali prospettiche, stagliandosi nette sullo sfondo scuro; persino i cavalli e i soldati morenti sono riprodotti in rigoroso scorcio (memorabile il cavallo a destra, ripreso mentre sta scalciando). I colori sono volutamente e gustosamente irrealistici: per i destrieri sono stati usati il giallo ocra, l’arancione, il grigio metallico e l’azzurro. Dietro la battaglia, la vita prosegue ignara, con i cani dei cacciatori lanciati all’inseguimento di giganteschi conigli, che saltano agevolmente le minuscole siepi in un paesaggio visto dall’alto a volo d’uccello, completamente svincolato dalla rigorosa prospettiva del primo piano.

Nelle due tavole i volumi, a causa di una luce fredda e uniforme che non ha un’origine precisa, sono semplificati e come ritagliati, fino a rivelare il proprio fondamento geometrico; nei cavalli, tuttavia, si nota un più insistito studio volumetrico, come emerge dai diversi punti di vista da cui sono ritratti. Il rigido schema prospettico, anziché rendere il caos e il dinamismo degli episodi, blocca le figure come in un’istantanea: la prospettiva e la luce, da mezzi per eccellenza per imitare il vero, diventano strumenti simbolici, che caricano di mistero e fascino le immagini trasportandole in una dimensione senza tempo. I dipinti sembrano così la messa in scena di tante piccole statue, di personaggi di una fiaba pietrificati per sempre.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Paolo Uccello e quale era il suo approccio artistico?
  2. Paolo Uccello, nato nel 1397, era un artista del Quattrocento noto per il suo approccio bizzarro e fantasioso. Formatosi nella bottega di Lorenzo Ghiberti, era affascinato dalla prospettiva, che interpretava come geometria pura per creare una dimensione visionaria, piuttosto che per descrivere realisticamente il mondo.

  3. Qual è l'opera più famosa di Paolo Uccello e quale significato ha?
  4. L'opera più famosa di Paolo Uccello è la "Battaglia di San Romano", composta da tre tavole. Commissionata da Cosimo il Vecchio, commemora la vittoria fiorentina del 1432. Le tavole usano la prospettiva in modo ossessivo per creare una scena fantastica e irreale, simile a un sogno.

  5. Come viene rappresentata la prospettiva nella "Battaglia di San Romano"?
  6. Nella "Battaglia di San Romano", la prospettiva è usata in modo astratto e ossessivo. Le lance spezzate e i cavalli sono disposti secondo linee di fuga rigorose, creando un effetto di quinte laterali prospettiche. La prospettiva e la luce diventano strumenti simbolici, caricando le immagini di mistero.

  7. Quali elementi rendono la "Battaglia di San Romano" un'opera unica?
  8. La "Battaglia di San Romano" è unica per l'uso di colori irrealistici, come il giallo ocra e l'azzurro, e per la rappresentazione di scene fantastiche, come i cani che inseguono conigli giganti. La prospettiva e la luce bloccano le figure in un'istantanea, trasformandole in personaggi di una fiaba senza tempo.

  9. In che modo la formazione di Paolo Uccello ha influenzato il suo stile?
  10. La formazione di Paolo Uccello nella bottega di Lorenzo Ghiberti, che combinava cultura tardogotica e arte umanistica, e il suo contatto con artisti come Gentile da Fabriano e Pisanello, hanno influenzato il suo stile. Nonostante le radici tradizionali, fu attratto dalle novità rinascimentali, sviluppando un uso personale e visionario della prospettiva.

Domande e risposte