Paolo Uccello
E’ un maestro di transizione che purtroppo vede la maggior parte del proprio lavoro andare perduto.
Paolo Uccello ci lascia pochissimi dipinti eppure il suo modo di dipingere appare rivoluzionario almeno in due casi: Storie della Genesi (1440) e Battaglia di San Romano (1435-1440)
Storie della Genesi
Il primo è un affresco che dipinge nel chiostro di S. Maria Novella (alcuni affreschi di questo ciclo sono andati perduti a causa dell’esposizione esterna). L’artista fa un operazione sconvolgente dal punto di vista del teatro della rappresentazione. Lo spazio geometrico è organizzato e rappresenta lo scenario in cui si ambienta una scena teatrale: il soggetto è vivo, le acque si sono ritirate, l'arca è rimasta adagiata sul monte Ararat e Noè e i suoi figli escono dall'arca.
Intanto Paolo Uccello ci mostra la struttura interna dell'arca attraverso un progetto mentale. Si distingue chiaramente la figura di Noè(compare 2 volte) in preghiera e , all'estrema destra da un pertugio si leva in piedi e comincia a ringraziare dio per aver avuto salva la vita mentre escono dalla nave anche i figli e la moglie che svolgono azioni diverse.
Battaglia di San Romano
Il secondo è un dipinto di cui l’artista fornisce tre inquadrature differenti. Esso rappresenta la famosa battaglia di San Romano in cui i fiorentini si impongono sui senesi. Piero della Francesca dipingerà altre due battaglie 25 anni dopo a questa. E’ una tavola di grandi dimensioni che segna il ritorno rinascimentale al soggetto della battaglia (complessissimo) perché si coordinano due masse di personaggi che si scontrano.
Paolo Uccello è qui un maestro di dinamismo.