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Concetti Chiave

  • Il Palazzo Farnese è un esempio emblematico di architettura rinascimentale del Cinquecento, integrando elementi del Rinascimento con forme quattrocentesche.
  • Nonostante i numerosi interventi di diversi architetti, l'edificio ha mantenuto un'unità stilistica sorprendente.
  • I lavori iniziarono nel 1517 su commissione del cardinale Alessandro Farnese e coinvolsero artisti come Michelangelo Buonarroti e Jacopo Barozzi da Vignola.
  • La costruzione, durata fino al 1589, ha visto importanti modifiche come l'aumento dell'altezza del secondo piano e la creazione di un imponente cornicione da parte di Michelangelo.
  • Nel XVIII secolo, la proprietà del palazzo passò a Carlo di Borbone, che trasferì molte opere d'arte della collezione farnesiana al museo di Napoli.

Indice

  1. Il palazzo Farnese e la sua architettura
  2. Interventi e modifiche nel tempo
  3. Contributi di artisti e architetti
  4. Storia e trasformazioni del palazzo
  5. Progetti non realizzati e eredità

Il palazzo Farnese e la sua architettura

Blocco massiccio emergente dal minuto e frammentario tessuto della sua epoca,il palazzo Farnese é il più significativo monumento dell'architettura romana del Cinquecento. Fonde armoniosamente in una composizione maestosa e solenne elementi del più maturo Rinascimento con le ancora vive e misurate forme quattrocentesche.

Interventi e modifiche nel tempo

Sorprendente é il fatto che la pluralità di interventi, succedutisi per opera di diversi autori, non abbia inciso sull’unita stilistica dell’edificio. Eppure furono numerose le alterazioni del progetto originario a cominciare dal prospetto principale non più scandito da paraste terminali ma rinchiuso tra bugnati, con il finestrato centrale non più sormontato da un grande arco ma concluso da una parete compatta ornata da stemmi, con le campate portate da undici a tredici e nelle zone laterali ritmate a gruppi di cinque finestre, con un più importante cornicione.

Contributi di artisti e architetti

La fabbrica impegno i nomi più insigni del Rinascimento, da Antonio da Sangallo il Giovane a Michelangelo Buonarroti, da Jacopo Barozzi da Vignola a Giacomo della Porta e fu arricchita con gli affreschi di Francesco Salviati, Daniele da Volterra, Annibale e Agostino Carracci, Federico Zuccari, Giovanni Lanfranco, Domenico Zampieri detto il Domenichino, Guido Reni.

Storia e trasformazioni del palazzo

Nel 1495 il cardinale Alessandro Farnese commissiono ad Antonio da Sangallo il Giovanela ristrutturazione di fabbricati da lui acquistati l’anno precedente per ricavarne un nuovo palazzo. I lavori ebbero inizio nel 1517, procedettero lentamente, furono sospesi per il Sacco di Roma, furono ripresi dopo Il 'elezione al soglio pontificio del cardinale con il nome di Paolo i e si conclusero nel 1589, data dell'iscrizione posta sotto la loggia della facciata posteriore verso i giardini. Alla morte del Sangallo nel 1546 subentro Michelangelo che modifico il volume dell’edificio aumentando |’altezza del secondo piano e concludendolo con il superbo cornicione alto 2,60 metri, trasformo il finestrato della facciata, porto da tre a cinque le campate del cortile centrale le cui logge furono tamponate e accolsero finestre. Nel 1550 la direzione dei lavori passa al Vignola che completo il progetto sangallesco chiudendo a quadrilatero il cortile e costruendo la facciata posteriore che venne portata a termine dal della Porta. Il giardino, chiuso da mura e comunicante con un cancello con via Giulia, doveva Essere fiancheggiato da due bassi fabbricati con sovrastanti terrazze dei quali fu realizzato uno solo. Nel 1603 fu costruito il ponte coperto che superando via Giulia collegava il palazzo con altre proprietà farnesiane situate sull'altro lato della strada,gli scomparsi camerini farnesiani, il romitorio o camerino degli Eremiti e la loggia sul Tevere con due ambienti affrescati dal Domenichino.

Progetti non realizzati e eredità

Non ebbe seguito la proposta di Michelangelo di inserire il palazzo in un contesto più ampio, sistemando il giardino ornato al centro dai gruppo ellenistico del Toro Farnese, attualmente al Museo archeologico nazionale di Napoli, e costruendo un ponte sul Tevere in asse con il cortile centrale per accedere alla villa della Farnesina situata sulla riva opposta del fiume. Estinta nel 1731 la famiglia Farnese, la proprietà del palazzo passo a Carlo di Borbone che trasferì nel suo museo a Napoli quasi tutte le opere d’arte della collezione farnesiana. Uno degli ultimi interventi risale al 1861 quando l'architetto Antonio Cipolla aggiunse il balcone a balaustri sopra il portone centrale ed esegui restauri del palazzo che nel 1864 ospito i Borbone, esuli da Napoli.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza del Palazzo Farnese nell'architettura romana del Cinquecento?
  2. Il Palazzo Farnese è considerato il monumento più significativo dell'architettura romana del Cinquecento, fondendo armoniosamente elementi del Rinascimento maturo con forme quattrocentesche.

  3. Chi furono alcuni degli architetti e artisti coinvolti nella costruzione e decorazione del Palazzo Farnese?
  4. Tra i nomi più insigni coinvolti ci sono Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo Buonarroti, Jacopo Barozzi da Vignola, Giacomo della Porta, e artisti come Francesco Salviati e Annibale Carracci.

  5. Quali furono alcune delle modifiche apportate al progetto originale del Palazzo Farnese?
  6. Le modifiche includevano l'aumento dell'altezza del secondo piano, la trasformazione del finestrato della facciata, e l'aggiunta di un superbo cornicione alto 2,60 metri da parte di Michelangelo.

  7. Quali furono le circostanze che influenzarono la costruzione del Palazzo Farnese?
  8. La costruzione iniziò nel 1517, fu sospesa durante il Sacco di Roma, ripresa dopo l'elezione di Paolo III, e si concluse nel 1589. La direzione dei lavori passò attraverso diversi architetti nel tempo.

  9. Cosa accadde alla collezione d'arte del Palazzo Farnese dopo l'estinzione della famiglia Farnese?
  10. Dopo l'estinzione della famiglia Farnese nel 1731, la proprietà passò a Carlo di Borbone, che trasferì quasi tutte le opere d'arte della collezione farnesiana nel suo museo a Napoli.

Domande e risposte