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Concetti Chiave

  • Michelangelo semplificò il progetto di San Pietro, creando una croce greca su un quadrato, isolata dagli edifici medievali circostanti.
  • La zona absidale fu realizzata con pilastri colossali e un ordine corinzio gigante, con finestre arcuate e un attico.
  • La cupola è il simbolo iconico di Roma, completata nel 1593, ispirata alla doppia calotta di Santa Maria del Fiore.
  • La struttura della cupola presenta costoloni sporgenti e colonne corinzie che creano un forte contrasto chiaroscurale.
  • La facciata della basilica fu aggiunta da Carlo Maderno dal 1607, differendo dal progetto originale di Michelangelo.

Indice

  1. Michelangelo e la fabbrica di San Pietro
  2. Progetto della cupola di Michelangelo

Michelangelo e la fabbrica di San Pietro

Alla morte di Antonio da Sangallo il Giovane (1546) Michelangelo divenne architetto a capo della Fabbrica di San Pietro.

L’artista recuperò e semplificò l’impianto centrale, ideando una croce greca innestata su un quadrato e propose un’interpretazione grandiosa e monumentale dell’edificio. L’idea fondamentale era che la costruzione dovesse sorgere quasi improvvisa, isolata rispetto agli altri edifici medievali che la circondavano.

Partendo dai quattro colossali pilastri bramanteschi, fu realizzata la zona absidale con i tre emicicli sporgenti dalla crociera, che esternamente presenta un ordine corinzio gigante con finestre arcuate e un coronamento ad attico.

Progetto della cupola di Michelangelo

Il progetto michelangiolesco più considerevole è certamente quello della cupola, che per la bellezza e l’impatto visivo sulla città è diventata il celebre e universale simbolo della Roma dei papi.

Venne terminata nel 1593 da Giacomo della Porta e Domenico Fontana.
Michelangelo riprese il progetto brunelleschiano di Santa Maria del Fiore nell’uso di una doppia calotta e della lanterna. La cupola si presenta su pianta circolare e a doppia calotta, con costoloni sporgenti che continuano i contrafforti del tamburo costituiti da gigantesche colonne corinzie binate. Le doppie colonne portanti del tamburo, notevolmente aggettanti, creano in forte movimento nella superficie murarie robusti contrasti chiaroscurali, mentre i costoloni sembrano imprigionare con forza l’allargamento nell’aria della cupola, gonfia e luminosa, trasmettendole instabilità e tensione.

La geometrizzazione e la razionalità brunelleschiane hanno lasciato posto a un ideale movimento di espansione e compressione.

La facciata fu realizzata in forme diverse solo a partire dal 1607 da Carlo Maderno.

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