Concetti Chiave
- La Predella del Polittico di Pisa è un'opera di Masaccio databile intorno al 1426, conservata ai Musei statali di Berlino.
- Masaccio rivoluziona l'iconografia dell'Adorazione dei Magi con un approccio realistico e umile, in contrasto con lo stile gotico-cortese.
- Lo spazio nella scena è ordinatamente diviso tra i personaggi, che proiettano ombre, invece di essere caoticamente saturato.
- L'opera presenta una variatio fisiognomica e posturale nei personaggi e cavalli, con dettagli come il cavallo bianco scorciato.
- Le vesti hanno un forte valore chiaroscurale e l'aureola scorciata rappresenta una novità post-medievale.
Indice
La predella del polittico di Pisa
La Predella del Polittico di Pisa è una parte del polittico dipinto olio su tavola da Masaccio per la Chiesa del Carmine di Pisa. L'opera è databile intorno al 1426 ed è attualmente conservata ai Musei statali di Berlino. Essa rappresenta l'Adorazione dei Magi, iconografia di certo non nuova nella storia dell'arte ma rivoluzionata totalmente da Masaccio.
Confronto con Gentile Da Fabriano
In confronto alle Adorazioni dei Magi precedenti (come per esempio quella tipicamente di stile gotico-cortese di Gentile Da Fabriano) l'adorazione di Masaccio risulta essere più realistica e umile: il contesto in cui l'azione si svolge, infatti, è una misera capanna, così come ci viene tramandato dalle Sacre Scritture, che è nettamente in contrasto con l'eleganza rappresentata nell'opera omonima di Gentile Da Fabriano.
Caratteristiche dell'opera di Masaccio
Lo spazio, al contrario dello spazio pencolante rappresentato da Gentile Da Fabriano, non ha più una caotica saturazione dello spazio ma è ordinatamente diviso tra i personaggi, tanto che gli stessi gettano le ombre sul terreno.
Caratteristiche importanti dell'opera sono la variatio fisiognomica e posturale sia dei personaggi umani sia dei cavalli presenti nella rappresentazione: il cavallo bianco, per esempio, è scorciato, mentre l'altro è di profilo.
Protagonisti e dettagli dell'opera
I protagonisti dell'opera sono la Vergine, il Bambino (sebbene risulti molto più grande di altri Gesù Bambino rappresentati precedentemente) e San Giuseppe.
Le vesti dei personaggi, al contrario di quelle rappresentate da Gentile Da Fabriano, sebbene di matrice classica, non sono decorate e caratterizzate da un forte valore chiaroscurale.
Importante dettaglio dell'opera è il ritorno all'aureola scorciata, forte novità introdotta dopo il Medioevo.