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Concetti Chiave

  • Il Cristo morto di Mantegna è un capolavoro di illusione prospettica che accentua la tragicità attraverso un uso drammatico dello scorcio.
  • Mantegna, influente pittore rinascimentale, ha contribuito al rinnovamento culturale del nord Italia, lavorando per la corte dei Gonzaga a Mantova.
  • La Camera degli Sposi al Castello di San Giorgio esalta la storia dei Gonzaga con affreschi che rappresentano scene di vita di corte e cerimonie sfarzose.
  • L'uso di finte architetture e tendaggi da parte di Mantegna crea uno spazio teatrale, culminante in un oculo che simula un'apertura sul cielo.
  • La nomina di Francesco Gonzaga a Cardinale è un evento storico rappresentato negli affreschi della Camera degli Sposi, sottolineando l'importanza della dinastia.

Indice

  1. Il corpo di Cristo
  2. La prospettiva di Mantegna
  3. Mantegna e il Rinascimento a Mantova
  4. La Camera degli Sposi
  5. L'illusione prospettica

Il corpo di Cristo

Sdraiato su una lastra di marmo giace senza vita il corpo di Cristo [1], nel momento che precede la sepoltura (lo prova il vaso degli unguenti posto sulla destra accanto al cuscino), lo compiangono tre dolenti figure (sulla sinistra del quadro): la Madonna, Giovanni d’Arimatea e la Maddalena. Prevale un sentimento di pietà per le sofferenze subite dal Cristo: in primo piano, volutamente esibiti, vediamo i piedi e le mani ferite dai chiodi.

La prospettiva di Mantegna

La tragicità della scena è ottenuta con lo “scorcio” violento con cui l’autore rappresenta il corpo di Cristo, soluzione che ne “accorcia” la figura e ne deforma l’aspetto. La figura è priva di ogni armonica proporzione; ne sono messe in risalto le sporgenze anatomiche, in particolare il torace rigonfio. Inoltre, la visione ravvicinata porta in primo piano lo spigolo del basamento, proiettando verso lo spettatore i piedi prominenti. La composizione del dipinto è organizzata lungo l’asse verticale, che divide a metà la figura di Cristo, iniziando dal capo – reclinato verso destra – per proseguire al centro lungo la linea del costato e finire in basso nel fitto panneggio del sudario, le cui pieghe triangolari affondano tra le gambe. L’autore di questo prodigioso effetto prospettico è il pittore padovano Andrea Mantegna (1431-1506), grande interprete della stagione dell’Umanesimo nel Nord Italia.Egli è arrivato con quest’opera a un risultato di perfetto equilibrio tra le esigenze della visione prospettica e la rappresentazione drammatica della realtà.

Mantegna e il Rinascimento a Mantova

Mantova, tra le città del nord Italia, fu luogo di primo piano nel rinnovamento culturale del Rinascimento. Modellata sulla storia e sulle ambizioni della famiglia Gonzaga, fu la capitale di un piccolo ma florido Stato. Qui si trasferì, verso il 1460, l’artista padovano per assumervi l’incarico di pittore di corte. Profondo conoscitore dell’antichità, Mantegna fu tra i primi artisti ad applicare le novità artistiche introdotte da Masaccio e da Donatello a Firenze: il rigoroso uso della prospettiva, lo studio dell’arte classica, la rappresentazione realistica della figura umana.

La Camera degli Sposi

La «Camera degli Sposi»Nel Castello di san Giorgio, grandiosa residenza dei Gonzaga, Mantegna realizzò l’affresco della Camera degli Sposi. La stanza era luogo di rappresentanza della corte e non ebbe mai funzione di camera nuziale, come lascerebbe intendere il nome. Nella sala erano ricevuti in udienza ambasciatori e ospiti di riguardo e gli affreschi servivano a esaltare il cerimoniale sfarzoso e la storia gloriosa della famiglia. I soggetti che decorano le pareti e le volte sono scene di vita di corte. Vi sono raffigurati Ludovico Gonzaga e la moglie Barbara di Brandeburgo, assieme ad altri membri della famiglia. Nella scena qui riprodotta vediamo Ludovico Gonzaga mentre riceve una notizia molto importante per le sorti della dinastia: la nomina del figlio Francesco a Cardinale.

L'illusione prospettica

Grazie all’uso di finte architetture e di pesanti tendaggi, il pittore ha saputo collocare i vari personaggi in un immaginario spazio teatrale. Al centro della volta ha inserito un finto «oculo», cioè un’ampia apertura circolare, oltre la quale appare il cielo terso, solcato da nuvole. Dalla balconata si affacciano incuriositi dame, putti alati e un pavone, tutti visti dal basso.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'effetto principale ottenuto da Mantegna nel dipinto "Cristo morto"?
  2. Mantegna ottiene un effetto di drammaticità e illusione prospettica attraverso lo "scorcio" violento del corpo di Cristo, che deforma la figura e mette in risalto le sporgenze anatomiche.

  3. Qual era il ruolo di Andrea Mantegna alla corte dei Gonzaga?
  4. Mantegna si trasferì a Mantova per diventare il pittore di corte dei Gonzaga, applicando le novità artistiche del Rinascimento e contribuendo al rinnovamento culturale della città.

  5. Qual è la funzione della "Camera degli Sposi" nel Castello di San Giorgio?
  6. La "Camera degli Sposi" era una sala di rappresentanza per ricevere ambasciatori e ospiti di riguardo, con affreschi che esaltavano il cerimoniale e la storia della famiglia Gonzaga.

  7. Come Mantegna utilizza l'oculo nella "Camera degli Sposi"?
  8. Mantegna inserisce un finto oculo al centro della volta, creando l'illusione di un'apertura verso il cielo, con personaggi che si affacciano da una balconata, visti dal basso.

  9. Quali innovazioni artistiche introdusse Mantegna a Mantova?
  10. Mantegna introdusse l'uso rigoroso della prospettiva, lo studio dell'arte classica e la rappresentazione realistica della figura umana, influenzato dalle novità di Masaccio e Donatello.

Domande e risposte