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Concetti Chiave

  • Mantegna, a soli 17 anni, lavorò nella Cappella Ovetari a Padova, rappresentando scene della vita di San Giacomo e Cristoforo tra il 1447 e il 1453.
  • Nonostante i danni della seconda guerra mondiale, la scena della "guarigione dello storpio" è ben conservata e mostra riferimenti all'arte romana.
  • La rappresentazione di Mantegna è caratterizzata da paesaggi rocciosi e figure volumetriche, con una linea d'orizzonte bassa che amplifica la monumentalità della scena.
  • Citazioni al mondo classico romano sono prominenti, evidenziando il gusto archeologico e la conoscenza dell'artista, che visitò Roma per approfondire gli studi.
  • La scena del martirio di San Cristoforo è ricca di dettagli e decorazioni antiche, con elementi architettonici che riflettono l'influenza romana.

Indice

  1. Mantegna e la Cappella Ovetari
  2. La guarigione dello storpio
  3. Citazioni classiche e visione archeologica
  4. Monumentalità e gestualità
  5. Influenze di Donatello e suddivisione temporale
  6. Martirio e trasporto del corpo di San Cristoforo

Mantegna e la Cappella Ovetari

All'età di 17 anni Mantegna, indipendente, realizzò un intervento nella Cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova. Gli Ovetari erano una famiglia privata che aveva chiesto a Mantegna di rappresentare degli episodi della vita di San Giacomo e Cristoforo, protettori della famiglia. L'intervento dell'artista risale al 1447-1453.

Cappella Ovetari: la guarigione dello storpio

La guarigione dello storpio

La cappella fu rovinata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma la scena della guarigione dello storpio, sulla destra, che interessa Giacomo si è ben conservata. Il miracolo avvenne mentre Giacomo andava in martirio. Vi è soldato sulla destra che allontanando un popolano dal martire crea uno squarcio prospettivo verso la città. Sulla sinistra è invece rappresentato un arco trionfante romano, che è funzionale ad incorniciare la scena.

Citazioni classiche e visione archeologica

In Mantegna citazioni di arte romana sono frequenti perché approfondì gli studi sull'arte classica iniziati nella bottega di Squarcione; si può infatti parlare di visione archeologica del mondo antico, assume infatti una grandissima importanza la citazione classica soprattutto romana. Si può parlare dunque anche di citazionismo e di gusto archeologico che si sviluppa da una conoscenza ben precisa: Mantegna visitò infatti Roma.

Monumentalità e gestualità

Non è più presente la visione atmosferica di Piero, i paesaggi sono infatti spesso rocciosi ed essenziali. Inoltre i personaggi hanno la consistenza e la volumetria delle statue romane. Vi è un soldato al centro della scena che ha una gestualità significativa: alza le braccia, stupito della concretizzazione del miracolo di fronte ai suoi occhi. La scena è resa monumentale dalla linea di orizzonte molto bassa che non permette nemmeno di vedere la pavimentazione. Questa linea è posta all'altezza del nostro sguardo, essendo l'opera un po' sopraelevata, il che rende la scena più reale.

Influenze di Donatello e suddivisione temporale

Vi è un personaggio molto stabile che è la rilettura del San Giorgio di Donatello. Donatello in questo era a Padova quindi Mantegna potrebbe aver visto la riproduzione dell'opera, realizzata spesso dagli artisti dopo aver completato un'opera. Nell'opera vi è anche una suddivisione temporale, simile a quella della flagellazione, garantita dal rapporto citazione romana-palazzi quattrocenteschi: l'arco sempre staccato dal resto ed è infatti il luogo dove avviene il miracolo.

Cappella Ovetari: martirio e trasporto del corpo decapitato di San Cristoforo

Martirio e trasporto del corpo di San Cristoforo

Sebbene l'opera sia rovinata è leggibile la citazione romana: vi è una colonna con una scanalatura a spigolo vivo, un edificio con un motivo a candelabra, costituito da vegetali che salgono verticalmente, iscrizioni in lettere capitali romane, medaglioni e il portico con archi a tutto sesto, dietro al quale vi è la città quattrocentesca. La piazza rappresentata, come si è potuto capire, è curatissima di dettagli e colma di decorazioni all'antica.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della Cappella Ovetari per Mantegna?
  2. La Cappella Ovetari rappresenta un'opera significativa per Mantegna, realizzata tra il 1447 e il 1453, dove ha rappresentato episodi della vita di San Giacomo e Cristoforo, protettori della famiglia Ovetari.

  3. Come si è conservata la scena della guarigione dello storpio?
  4. Nonostante i danni della seconda guerra mondiale, la scena della guarigione dello storpio si è ben conservata, mostrando un miracolo avvenuto mentre Giacomo andava in martirio.

  5. Quali elementi classici sono presenti nelle opere di Mantegna nella Cappella Ovetari?
  6. Mantegna ha integrato citazioni di arte romana, come un arco trionfante romano e la volumetria delle statue romane, riflettendo il suo approfondito studio dell'arte classica.

  7. Quali influenze artistiche si notano nell'opera di Mantegna?
  8. Si nota l'influenza di Donatello, con la rilettura del San Giorgio, e l'uso di elementi classici come colonne e iscrizioni romane, che dimostrano un gusto archeologico e citazionismo.

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