Concetti Chiave
- Filippo Lippi, influenzato da Masaccio, si concentrò sulla tridimensionalità e plasticità delle forme, ispirato dallo stiacciato di Donatello.
- Nella fase finale della sua carriera, Lippi adottò una linea di contorno raffinata, influenzando il suo allievo Sandro Botticelli.
- Il ciclo di affreschi "Storie di santo Stefano e di san Giovanni Battista" nel Duomo di Prato è la sua opera più celebre, restaurata tra il 2001 e il 2007.
- La scena del "Convito di Erode" è caratterizzata da un'elegante prospettiva geometrica e una rappresentazione dettagliata dell'ambiente dell'epoca.
- Salomè, ritratta come la musa amata da Lippi, è rappresentata con delicatezza e sensualità, anticipando le figure femminili di Botticelli.
Indice
Influenze e vita di Filippo Lippi
Un altro pittore profondamente influenzato - almeno inizialmente - dalle novità di Masaccio fu il fiorentino Filippo Lippi (1406 circa-1469). Divenuto frate perché rimasto orfano e adottato dai confratelli della Chiesa di Santa Maria del Carmine, il pittore ebbe una vita movimentata: dopo un soggiorno a Padova (1434) impiantò bottega a Firenze, si innamorò di una monaca di Prato ed ebbe un figlio (Filippino, anch’egli pittore), ottenendo lo scioglimento dei voti solo nel 1461 per intercessione di Cosimo il Vecchio.
Stile e innovazioni artistiche
Lippi non possiede la visione drammaticamente terrena di Masaccio né il rigore morale e la spiritualità dell’Angelico, ma comprende subito come il problema fondamentale di quegli anni sia la rappresentazione tridimensionale delle forme, di cui tenta di riprodurre la plasticità trasponendo in pittura lo stiacciato di Donatello. Nella fase finale della sua attività preferisce invece abbandonare la ricerca plastica, creando le figure attraverso una raffinata e delicata linea di contorno, che sarà esempio fondamentale per il suo allievo Sandro Botticelli.
Ciclo di affreschi nel Duomo di Prato
La sua opera più celebre è senza dubbio il ciclo di affreschi raffiguranti le Storie di santo Stefano e di san Giovanni Battista, eseguito tra il 1452 e il 1465 all’interno del Duomo di Prato, città dove il pittore lavorò all’apice della propria fama. Il ciclo è stato oggetto di un importante restauro, iniziato nel 2001 e terminato nel 2007.
Descrizione del Convito di Erode
La scena con il Convito di Erode altro non è che un pretesto per immaginare un sontuoso banchetto in un elegante palazzo dell’epoca, alla presenza di numerosi invitati in costumi contemporanei. La grande sala è rappresentata attraverso una rigorosa prospettiva geometrica, che ha il suo punto di fuga dietro le due arcate sul fondo ed è definita dalle piastrelle in marmo intarsiato del pavimento, dalle tavole coperte da bianche tovaglie e dallo scorcio delle pareti. In questo ampio spazio sono racchiusi i tre diversi momenti della storia narrata nel Vangelo di Marco: a sinistra la decollazione del Battista, verso il centro la danza di Salomè e a destra l’offerta della testa del santo a Erodiade, elegantissima nel suo aristocratico costume. Alcuni personaggi sembrano commentare il macabro avvenimento: eppure nella composizione il dramma è solo intuito, spostato ai margini della scena, sovrastato dall’ambientazione e dall’attenzione ai particolari. In questo senso il pittore crea una rappresentazione lontanissima dal profondo dramma umano narrato da Donatello nell’analogo soggetto scolpito in bronzo per il fonte battesimale di Siena.
Salomè e l'evoluzione stilistica
La vera protagonista è la bionda Salomè, che compare tre volte, in particolare nell’atto di compiere la celebre danza che tanto affascinò Erode, avvolta in un leggero abito candido con i veli svolazzanti nell’aria (la leggenda vuole che Lippi abbia ritratto in Salomè la donna amata). Delicatezza e sensualità convivono nella sua figura, realizzata attraverso una linea di contorno sensibilissima e morbida, in questo senso ormai lontana dalle masse plastiche dei personaggi di Masaccio e premessa indispensabile delle bellissime figure femminili di Sandro Botticelli.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza di Masaccio su Filippo Lippi?
- Qual è l'opera più celebre di Filippo Lippi e quali sono le sue caratteristiche principali?
- Come viene rappresentata la scena del Convito di Erode negli affreschi di Lippi?
- In che modo Filippo Lippi ha influenzato Sandro Botticelli?
Filippo Lippi è stato profondamente influenzato dalle novità di Masaccio, specialmente nella rappresentazione tridimensionale delle forme, anche se non condivideva la stessa visione drammatica e terrena.
L'opera più celebre di Filippo Lippi è il ciclo di affreschi delle Storie di santo Stefano e di san Giovanni Battista nel Duomo di Prato, caratterizzato da una rigorosa prospettiva geometrica e un'attenzione ai dettagli.
La scena del Convito di Erode è rappresentata come un sontuoso banchetto in un elegante palazzo, con una prospettiva geometrica rigorosa e tre momenti della storia evangelica, con il dramma spostato ai margini della scena.
Filippo Lippi ha influenzato Sandro Botticelli attraverso l'uso di una raffinata e delicata linea di contorno per creare figure, un approccio che si allontana dalle masse plastiche di Masaccio e anticipa le figure femminili di Botticelli.