Concetti Chiave
- La Gioconda è il ritratto più famoso di Leonardo grazie all'uso perfetto dello sfumato e della prospettiva aerea.
- Il ritratto di Ginevra de' Benci mette in risalto la donna e utilizza lo sfumato, ma non al livello della Gioconda.
- La Dama con l'ermellino rappresenta Cecilia Gallerani con riferimenti specifici al suo amante Ludovico Sforza.
- La Gioconda è un ritratto idealizzato di Lisa Gerardini iniziato nel 1503 e non consegnato, portato in Francia da Leonardo.
- L'opera è celebre per il suo sguardo mobile e l'ambientazione asimmetrica, che creano un effetto speciale e unico.
Indice
Il fascino della Gioconda
Fra i vari ritratti di Leonardo, la Gioconda è il più famoso perché riuscì a raggiungere i suoi obiettivi e a utilizzare in maniera impeccabile lo sfumato e la prospettiva aerea.
Di seguito verrà messo a confronto con altri ritratti per dimostrare ciò che è stato precedentemente affermato.Ginevra de' Benci e lo sfumato
Nel ritratto di Ginevra de' Benci, realizzato in età giovanile, è la donna ad essere il vero protagonista del quadro; infatti l'obiettivo dell'opera era quello di rappresentare questa signora. Nell'opera è presente comunque un paesaggio, dove è possibile visualizzare la tecnica dello sfumato; ma la tecnica non è ancora arrivata ai suoi massimi termini. Dietro alla testa del personaggio, rappresentato con tratti molto precisi, è presente un ginepro in controluce, perché il nome di quest'albero deriva da Ginevra. Questa è l'unica opera pittorica di Leonardo a trovarsi negli Stati Uniti.
Cecilia Gallerani e l'ermellino
Nella Dama con l'ermellino viene rappresentata Cecilia Gallerani, amante di Ludovico Sforza, con tratti molto precisi ed elementi del vestiario specifici. In braccio la donna presenta un ermellino dal greco galè che rimanda alla famiglia Gallerani; inoltre Ludovico faceva parte della confraternita dell'ermellino; vi è quindi un chiaro riferimento all'amante. L'obiettivo dell'opera è quello di rappresentare la cortigiana nella sua raffinatezza, con il volto dolce, con la particolare pettinatura e con le mani nervose.
L'influenza della Gioconda su Raffaello
Leonardo iniziò la Gioconda nel 1503 a Firenze, dove erano presenti numerosi pittori alle prime armi, fra cui Raffaello che ne rimase affascinato a tal punto da realizzare il ritratto di Maddalena Strozzi su modello della Gioconda; questa somiglianza la si può visualizzare per esempio nelle mani e nella postura. Nell'opera di Raffaello vi è però un maggiore distacco fra ambiente e soggetto.
L'idealizzazione della Gioconda
Anche la Gioconda presenta dei dettagli, ma non a tal punto da identificarla con una donna in preciso. Non è nemmeno del tutto idealizzata perché iniziò a fare un ritratto di una donna reale, che finì per idealizzare: l'opera fu infatti commissionata nel 1503 da Francesco del Giocondo, un borghese che desiderava un ritratto della moglie, Lisa Gerardini allora ventiquattrenne. Questo è il motivo per il quale l'opera è chiamata Gioconda oppure Monna Lisa. Leonardo dopo avere iniziato il ritratto decise di non consegnare l'opera, che diventò l'ideale della sua bellezza femminile e che utilizzò per le sue sperimentazioni sulla prospettiva aerea. Dai tratti già rappresentati di Lisa operò un'idealizzazione che gli permise di ottenere un soggetto idealizzato che taluni ritengono fosse da lui concepito come la sua versione al femmine, oppure come il suo ideale di bellezza femminile. Quando andò in Francia nel 1517 ad Amboise, dal re di Francia, la portò con sé e una volta morto la consegnò al re; questo è il motivo per il quale la Gioconda si trova in Francia. Nel 1911 Vincenzo Peruggia, ex dipendente del Louvre, rubò l'opera che fu trovata due anni dopo il Toscana,
Il mistero dello sguardo della Gioconda
Si dice che la Gioconda segua sempre il nostro sguardo, qualunque sia la posizione dalla quale la guardiamo perché Leonardo ha lavorato con estrema raffinatezza sul passaggio tonale, eliminando ogni contorno; questo permise di creare uno sguardo mobile. Inoltre l'espressione del viso, le labbra prive di tagli e l'ombra creata dal naso, che non permette di coglierne i tratti del tutto, contribuiscono a questa mobilità. Risulta quindi molto complesso fissare l'immagine; è questo che rende l'opera speciale. A esaltare ulteriormente questo effetto è il tutt'uno creato con il paesaggio, anche da un punto di vista cromatico.
L'ambientazione della Gioconda
L'ambientazione sarebbe primordiale, se non fosse per il sentiero e il ponte labili indici di presenza umana. Il ponte potrebbe essere il ponte romano Buriano di Arezzo, rappresentato diverse volte da Leonardo. Il paesaggio non presenta una vera e propria linea di orizzonte perché a sinistra scende lungo il braccio della donna e a destra l'orizzonte si trova nei pressi del fiume. Vi è quindi uno sbilanciamento, un'ambientazione completamente asimmetrica, che aumenta la mobilità del quadro e ne limita la stabilità.
Parodie della Gioconda
Furono fatte varie parodie dell'opera come quella di Duchamp, che dissacralizza la bellezza ideale rendendo Lisa un uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica principale che rende la Gioconda così speciale?
- Perché la Gioconda è conosciuta anche come Monna Lisa?
- Qual è la differenza principale tra la Gioconda e il ritratto di Maddalena Strozzi di Raffaello?
- Come ha influenzato Leonardo la rappresentazione del paesaggio nella Gioconda?
- Qual è il significato del furto della Gioconda nel 1911?
La Gioconda è speciale per il suo sguardo mobile, ottenuto grazie al passaggio tonale raffinato e all'eliminazione dei contorni, che fa sembrare che segua sempre lo spettatore.
L'opera è chiamata Gioconda o Monna Lisa perché fu commissionata da Francesco del Giocondo, che desiderava un ritratto della moglie, Lisa Gerardini.
La differenza principale è che nel ritratto di Raffaello vi è un maggiore distacco tra ambiente e soggetto rispetto alla Gioconda.
Leonardo ha creato un paesaggio asimmetrico e senza una vera linea di orizzonte, aumentando la mobilità del quadro e limitandone la stabilità.
Il furto della Gioconda da parte di Vincenzo Peruggia nel 1911 e il suo ritrovamento due anni dopo in Toscana hanno contribuito a incrementare la fama e il mistero attorno all'opera.