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Concetti Chiave

  • La Vergine delle Rocce è un dipinto di Leonardo commissionato dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione di Milano.
  • Realizzato con la tecnica dello Sfumato, il dipinto mostra transizioni graduali tra luce e ombra, con oggetti distanti leggermente sfocati.
  • Il dipinto utilizza la Prospettica Cromatica, mostrando personaggi divini con vesti più chiare per risaltarne la sacralità.
  • L'ambientazione raffigura un paesaggio roccioso con vegetazione, simbolo di vita, e include la Madonna, il Bambino, San Giovannino e un Angelo.
  • Innovativo per l'epoca, l'Angelo nel dipinto guarda l'osservatore, creando un senso di connessione tra il divino e il terreno.

Indice

  1. La creazione del dipinto
  2. Descrizione dell'ambientazione e dei personaggi
  3. Innovazione e conservazione

La creazione del dipinto

La Vergine delle Rocce è un dipinto di Leonardo, realizzato su commissione della Confraternita dell’Immacolata Concezione di Milano, per poi essere posto nella chiesa di San Francesco Grande, tra la fine del 1400 ed inizio 1500.
L’opera è realizzata con la tecnica dello Sfumato, ossia si nota un passaggio graduale da luce ad ombra e viceversa; gli oggetti più in lontananza non sono particolarmente nitidi, ma realizzati come li vediamo in realtà, quindi un po’ sfocati.

Si nota anche l’utilizzo di una Prospettica Cromatica: infatti i personaggi divini hanno vestiti più chiari.

Descrizione dell'ambientazione e dei personaggi

L’ambientazione del dipinto è quella di un gruppo di rocce, tra le quali spuntano delle erbe e delle piante, simbolo di vita.

I personaggi rappresentati sono: la Madonna, il Bambino e San Giovannino; la Vergine abbraccia San Giovannino ed attua un gesto di protezione verso il bambino Gesù, il quale è seduto in segno di benedizione.

Innovazione e conservazione

Alle spalle del Bambino è posto un Angelo, il quale indica Giovannino e guarda verso l’osservatore: questo rappresenta un’innovazione per il periodo, poiché il fatto che l’Angelo guardi verso l’osservatore dà un senso di continuità (o, comunque, di relazione) tra lo stesso Angelo e l’osservatore, quindi come se vi sia un rapporto tra il divino e il terreno.

Attualmente si trova conservata alla National Gallery di Londra.

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