Concetti Chiave
- Giorgione da Castelfranco, influenzato da Giovanni Bellini, è noto per l'uso del colore e l'attenzione ai paesaggi.
- Gestisce una bottega a Venezia, diventando un punto di riferimento culturale e maestro di Tiziano Vecèllio.
- La Pala di Castelfranco è un esempio di innovazione, con un'ambientazione all'aperto e uso geometrico degli elementi architettonici.
- Il paesaggio nel dipinto non è solo uno sfondo, ma parte integrante dell'opera, contribuendo alla profondità spaziale.
- La tecnica del tonalismo di Giorgione utilizza il colore per creare un'illusione di profondità e realismo nei personaggi.
Giorgione e la sua bottega
Giorgione da Castelfranco (1477-1510) si trasferisce a Venezia e impara da Giovanni Bellini il gusto per il colore e l’attenzione per i paesaggi. Apre una bottega che diventa un punto di riferimento artistico e culturale e sarà qui maestro di Tiziano Vecèllio il quale imparerà l’arte e la sensibilità per il colore. Dipinge per una selezionata committenza raffinata e umanistica. Muore di peste appena trentenne. Nelle sue opere, i personaggi sono allegorici e senza tempo, e il vero protagonista è il colore.
La Pala di Castelfranco
• Nella Pala di Castelfranco si raffigurano la Madonna in trono e i Santi Nicàsio (a sinistra) e Francesco (a destra). L’opera è stata commissionata da Tuzio Costanzo; la tavola rappresenta una nuova interpretazione del tema solito e sfruttato come quello di una Sacra conversazione con la Vergine in trono tra i santi: anzitutto, la scena non è ambientata in un interno, ma sullo sfondo aperto di un ampio e dolce paesaggio. In più, il trono di marmo e l’alta predella in porfido sottostante (come a indicare un sarcofago) e il parapetto retrostante non hanno alcun valore architettonico, quanto geometrico: sembrano infatti dei puri volumi geometrici: sembra trattarsi di un allestimento teatrale provvisorio, con una visione fantastica e quasi scenografica della realtà.
Elementi scenografici e simbolici
Gli alberi, la campagna sull’orizzonte e i monti tra la nebbia azzurrina, come la torre sulla collina a sinistra non sono uno sfondo, ma parte integrante del dipinto. La pavimentazione a piastrelle bicolori indica un punto di fuga alto, che corrisponde al grembo della Vergine, vestita con i colori delle tre virtù della teologia: abito verde smeraldo (Speranza), mantello rosso vermiglio (Carità) e velo bianco eburneo (Fede). La prospettiva non è solo disegnata, ma è dipinta, cioè suggerita attraverso il colore. Le tonalità di colore calde e fredde costruiscono l’illusione della profondità spaziale: questa tecnica è la pittura tonale, o tonalismo. I personaggi sono modellati per masse di colore, inseriti in uno spazio che contiene anche la natura. Il bambino è rappresentato con grande realismo: socchiude le palpebre per proteggersi dalla forte luce solare che irrompe in obliquo dalle nostre spalle sulla scena.
Domande da interrogazione
- Qual è l'influenza di Giovanni Bellini su Giorgione da Castelfranco?
- Quali sono le caratteristiche distintive della Pala di Castelfranco?
- Come viene utilizzato il colore nella Pala di Castelfranco per suggerire la profondità spaziale?
Giovanni Bellini ha influenzato Giorgione con il gusto per il colore e l'attenzione per i paesaggi, elementi che Giorgione ha poi trasmesso a Tiziano Vecèllio.
La Pala di Castelfranco presenta una nuova interpretazione della Sacra conversazione, con un'ambientazione all'aperto e un uso geometrico degli elementi architettonici, creando un effetto scenografico e fantastico.
Nella Pala di Castelfranco, la prospettiva è suggerita attraverso il colore, con tonalità calde e fredde che costruiscono l'illusione della profondità spaziale, una tecnica nota come pittura tonale o tonalismo.