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Concetti Chiave

  • La Cappella Cornaro del Bernini rappresenta un passo verso la teatralizzazione dello spazio sacro, con l'illusionismo architettonico che fonde la cupola reale con la sua immagine prospettica.
  • Lo spazio illusionistico diventa predominante, rendendo difficile distinguere tra un vero progetto di cupola e un'immagine prospettica, come nel caso del Collegio Romano.
  • Gli affreschi settecenteschi di Giambattista Tiepolo danno il primato alla scena stessa, rendendo il tema iconografico intercambiabile e meno rilevante.
  • La scena nei lavori di Tiepolo assume un carattere onirico, permettendo una transizione fluida tra scenari religiosi, mitologici, storici e profani.
  • Questo approccio segna la nascita definitiva della sfera estetica, in cui lo spazio scenico è indifferente alle storie rappresentate.

Indice

  1. La teatralizzazione dello spazio sacro
  2. L'illusione negli affreschi del Tiepolo

La teatralizzazione dello spazio sacro

La straordinaria Cappella Cornaro del Bernini è solo un’anticipazione parziale (nella forma di una cappella) di quello che sarà il punto di arrivo: la teatralizzazione dell’intero spazio sacro, ossia dell’intero edificio. Succede infatti che la chiesa diviene teatro di un illusionismo architettonico: la cupola reale (la cosa) viene «fagocitata» dalla sua immagine prospettica (la rappresentazione, che si è resa assoluta) e non vi è più alcuna differenza, è come se la cupola si risolvesse nella sua immagine prospettica (esaminando il progetto per la cupola del Collegio Romano ci è difficile stabilire se si tratta del disegno-progetto di una cupola vera o l’immagine di una finta cupola).

L'illusione negli affreschi del Tiepolo

Negli affreschi settecenteschi del Tiepolo, a dominare la scena non è più il tema iconografico (storico o religioso, mitologico o profano), ma è appunto la scena stessa: questi affreschi «a tema intercambiabile» costituiscono l’atto di nascita di uno spazio illusionistico in cui cominciano a coesistere i contenuti più diversi, come se lo spazio scenico fosse indifferente alle storie che vengono di volta in volta rappresentate. Il contenuto tematico si alleggerisce acquistando un carattere onirico (favoloso) e proprio per questo può passare con indifferenza da uno scenario religioso a uno mitologico, a uno storico, a uno profano: questo doppio movimento è la chiave di volta per comprendere la nascita definitiva della sfera estetica.

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