Concetti Chiave
- La statua di Abacuc, soprannominata lo Zuccone, è caratterizzata dalla testa calva e un'espressione emotivamente intensa.
- Il profeta è rappresentato con una tunica ruvida che non nasconde la muscolatura possente, accompagnata da un panneggio ampio.
- La posa dinamica della statua con il busto ruotato e il capo girato suggerisce un movimento improvviso e un impeto trattenuto.
- Donatello rompe con la tradizione medievale, enfatizzando la ragione e l'individualità dell'uomo, indipendentemente dall'aspetto fisico.
- L'uso drammatico del chiaroscuro accentua il contrasto tra le parti ossute e i pannelli abbondanti, evidenziando la sofferenza e la consapevolezza di sé.
Descrizione della statua di Abacuc
La statua di Abacuc, detta lo Zuccone per la testa calva, rappresenta il profeta consumato dalle privazioni, vestito con una tunica da cui spuntano le braccia magre e nervose. Il panneggio è ampio e pare concretizzare la stoffa ruvida e spessa della povera veste,senza però nascondere l'anatomia possente del corpo. La posa è tutt'altro che statica: il busto è ruotato verso sinistra rispetto alle gambe, l'asse delle spalle è inclinato, il collo è teso e il capo girato verso destra. Sembra che Abacuc si stia volgendo di scatto e il corpo trattenga a stento quell'impeto che invece si legge chiaramente nel volto: la bocca semiaperta che mostra i denti, il naso pronunciato, lo sguardo fulminante dovevano incutere non poco timore.
Espressività e significato della scultura
Lo Zuccone non è piacevole, armonico o elegante, ma ha una carica emotiva, un'espressività del tutto personale che lo rendono unico, quasi un ritratto e non un tipo generico. Donatello, che si rifà alle idee dell'Umanesimo, vuole dimostrare che la facoltà della ragione ricevuta da Dio è presente in ciascun uomo indipendentemente dal suo aspetto fisico (superando così l'identità medievale di brutto e stupido o malvagio). Tale consapevolezza di sè ha poi ancora più valore se conquistata, come nel caso di Abacuc, attraverso la sofferenza della vita, qui violentemente espressa mediante il contrasto fra le ossute parti nude e la sovrabbondanza dei panneggi e resa più evidente dall'uso drammatico del chiaroscuro.