Concetti Chiave
- Piero della Francesca nacque a Sansepolcro e si formò a Firenze, influenzato da Masaccio.
- I suoi personaggi sono introspezione, privi di sentimenti, risultando poco umani e immoti.
- Scrisse il trattato "De prospectiva pingendi" che spiegava l'uso della prospettiva nell'arte.
- L'opera di Piero è caratterizzata da volumi sintetici e semplificati per una prospettiva efficace.
- La luce fredda nelle sue opere contribuisce a un effetto di rigidità e eternità delle figure.
La formazione di Piero
Piero della Francesca (1416-1492) nasce a Sansepolcro in provincia di Arezzo. La sua formazione avviene a Firenze e ha modo di conoscere il Masaccio.
Nelle opere di Piero della Francesca i personaggi sono particolarmente chiusi in se stessi, non esprimono sentimenti e sono poco umani.
Il trattato sulla prospettiva
Piero della Francesca scrive un trattato, il “De prospectiva pingendi”. Questo trattato parla di prospettiva e insegna agli artisti il metodo per realizzare la prospettiva.
Questo trattato è interessante perché sicuramente condiziona l’arte di Piero della Francesca. Se dobbiamo realizzare la prospettiva di una forma piuttosto complessa, l’unico modo per poterla mettere in prospettiva è riuscire a pensarla e ridurla al volume essenziale, quindi si semplifica la forma, la si riporta in prospettiva e poi eventualmente nell’immagine prospettica si possono aggiungere dei particolari. Quindi c’è tutto un lavoro di semplificazione; l’artista deve leggere la struttura della forma per poter realizzarne la prospettiva.
L'arte di Piero della Francesca
In Piero della Francesca troviamo volumi molto sintetici e semplificati. Questi volumi semplificati consentono facilmente di mettere in relazione le varie parti, di capire le proporzioni e di controllare forme e spazio.
1. Lo spazio prospettico è controllato, razionale grazie all’essenzialità e alla regolarità delle forme geometriche (se si lavora con le forme geometriche è più facile mettere a confronto le parti, trovare le proporzioni e controllare il tutto).
2. I personaggi non comunicano, sono chiusi in se stessi, sono assorti nei propri pensieri, non c’è passione, non c’è dramma, perché ad una mente chiara e razionale tutta la realtà risulta comprensibile. Nelle opere di Piero della Francesca possiamo sentire il silenzio, c’è assoluta calma, nessuno è turbato da niente.
3. I personaggi sono sempre immobili. Anche se stanno compiendo azioni, sembrano bloccati.
4. La luce è spesso fredda. La luce fredda dà rigidità ai personaggi, li rende quasi di marmo, diventano quasi delle sculture, delle figure eterne. Quindi anche il colore contribuisce a dare eternità alla rappresentazione.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del trattato "De prospectiva pingendi" di Piero della Francesca?
- Come sono rappresentati i personaggi nelle opere di Piero della Francesca?
- Qual è il ruolo della luce nelle opere di Piero della Francesca?
Il trattato "De prospectiva pingendi" è fondamentale perché insegna agli artisti il metodo per realizzare la prospettiva, influenzando significativamente l'arte di Piero della Francesca. Esso sottolinea l'importanza della semplificazione delle forme per comprendere e rappresentare la prospettiva.
I personaggi nelle opere di Piero della Francesca sono chiusi in se stessi, non esprimono sentimenti e appaiono immobili. Sono assorti nei propri pensieri, senza passione o dramma, contribuendo a un'atmosfera di assoluta calma e silenzio.
La luce nelle opere di Piero della Francesca è spesso fredda, conferendo rigidità ai personaggi e rendendoli simili a sculture di marmo. Questo uso della luce e del colore contribuisce a dare un senso di eternità alla rappresentazione.