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Concetti Chiave

  • Andrea del Castagno, artista del Quattrocento, riflette il clima politico instabile di Firenze e l'influenza della famiglia dei Medici.
  • Del Castagno sviluppa il linearismo e l'espressività pittorica, ispirandosi alle idee di Donatello, con un'enfasi particolare sul colore.
  • Nell'affresco dell'Ultima cena, l'artista utilizza una prospettiva limitata ma efficace, arricchendo la scena con dettagli classici e vivaci.
  • La figura di Giuda è isolata con tratti distintivi e negativi, in contrasto con l'espressione solenne degli altri apostoli.
  • La forza espressiva delle figure è accentuata dai contrasti di luce e ombra, conferendo loro una qualità tridimensionale simile ai rilievi di Donatello.

Indice

  1. Andrea del Castagno e il contesto fiorentino
  2. L'Ultima cena e l'innovazione prospettica
  3. Dettagli e simbolismo nell'affresco

Andrea del Castagno e il contesto fiorentino

Andrea del Castagno (1421 circa-1457), nato nel Mugello, fu uno degli artisti che colsero con maggiore sensibilità il clima confuso e instabile della Firenze della metà del Quattrocento, in cui acquisì sempre più peso la famiglia dei Medici, a scapito della repubblica democratica che ormai esisteva solo sulla carta. L’artista fu anche il grande interprete in pittura delle idee dell’ultimo, tormentato Donatello, del quale sviluppò fino all’esasperazione il linearismo e la ricerca in senso espressivo, supportata quest’ ultima dall’esaltazione del colore.

L'Ultima cena e l'innovazione prospettica

Queste tendenze sono già visibili nelle opere giovanili, come il celebre affresco raffigurante l’Ultima cena (1447), dipinto nel refettorio del Convento fiorentino di Sant’Apollonia. La scena è ambientata in un edificio rettangolare provvisto di tetto a spioventi coperto da tegole (interpretazione moderna della sala da pranzo degli antichi romani, basata forse sulla descrizione che ne fa Leon Battista Alberti nei suoi trattati), privo della parete anteriore per permettere di assistere all’evento sacro. La stanza è eseguita con una prospettiva non molto profonda, evidenziata ai lati dallo scorcio delle pareti e delle panche su cui sono seduti due apostoli e in alto dalla serrata successione dei riquadri del soffitto. Il rigore prospettico non attenua tuttavia la fantasia del pittore: si notino, per esempio, la varietà e l’intensità cromatica delle vesti degli apostoli, come le bizzarre e magnifiche sfingi poste in primo piano ai margini della scena, palese omaggio al mondo classico tanto amato dalla cultura umanistica. Ma è nella parete di fondo che Andrea raggiunge i risultati più illusionistici: l’artista finge infatti che essa sia ricoperta da vivacissimi pannelli in marmi policromi, dipinti con eccezionale padronanza tecnica, che catturano lo sguardo fino quasi a sovrastare i protagonisti.

Dettagli e simbolismo nell'affresco

Gesù e gli apostoli sono seduti dietro una tavola coperta da una bianchissima tovaglia, che taglia orizzontalmente quasi tutta la composizione. Soltanto Giuda, secondo una precisa tradizione iconografica, è posto al di qua, isolato, i tratti del volto deformati dal risentimento e dall’odio, lo sguardo cupo e il naso adunco: il traditore deve mostrarsi subito all’occhio dello spettatore e distinguersi dagli altri apostoli, che hanno invece espressioni devote o dolenti e pose pacate e solenni. Tra di essi, san Giovanni sembra essersi addormentato accanto a Cristo, che lo guarda dolcemente.

La forza del segno pittorico, con forti contrasti tra la luce (che giunge dalle due finestrelle laterali a destra, ma viene riflessa dalla macchia bianca della tovaglia) e l’ombra, rende queste figure tridimensionali e intense come i rilievi a stiacciato di Donatello.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza di Andrea del Castagno nel contesto artistico fiorentino del Quattrocento?
  2. Andrea del Castagno è stato un artista che ha saputo cogliere il clima instabile della Firenze del Quattrocento, interpretando in pittura le idee di Donatello e sviluppando un linearismo espressivo e un uso esaltato del colore.

  3. Quali sono le caratteristiche principali dell'affresco dell'Ultima cena di Andrea del Castagno?
  4. L'affresco dell'Ultima cena presenta una prospettiva non molto profonda, una varietà cromatica nelle vesti degli apostoli, e un'illusione di pannelli in marmi policromi sulla parete di fondo, che catturano lo sguardo.

  5. Come viene rappresentato Giuda nell'Ultima cena di Andrea del Castagno?
  6. Giuda è rappresentato isolato, con tratti del volto deformati dal risentimento e dall'odio, distinguendosi dagli altri apostoli che hanno espressioni devote o dolenti.

  7. In che modo Andrea del Castagno utilizza la luce e l'ombra nell'affresco dell'Ultima cena?
  8. Andrea del Castagno utilizza forti contrasti tra luce e ombra per rendere le figure tridimensionali e intense, simili ai rilievi a stiacciato di Donatello.

Domande e risposte