Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • L'opera "L'apparizione dell'angelo a Giuseppe" di Georges de la Tour, realizzata intorno al 1640, è fondamentale per la riscoperta dell'artista nel 1915 ed è esposta al Museo di Belle Arti di Nantes.
  • Il dipinto presenta un bambino e un vecchio separati da un tavolo con un candelabro, creando un'atmosfera misteriosa e ambigua tra il sacro e il profano.
  • La composizione del quadro integra lo spettatore in uno spazio che si espande oltre i confini fisici del dipinto, grazie alla disposizione e ai gesti dei personaggi.
  • La luce, simbolo divino, è centrale nell'opera; la candela nascosta dietro la manica del bambino illumina il volto dell'angelo, creando un effetto di rivelazione spirituale.
  • Il tema della candela collega il dipinto al genere delle Vanità, riflettendo sulla transitorietà della vita attraverso simboli della mortalità e del passaggio del tempo.

Indice

  1. Riscoperta di Georges de la Tour
  2. Descrizione del dipinto
  3. Interpretazioni del soggetto
  4. Dettagli tecnici e simbolismo
  5. Tema della candela e vanità

Riscoperta di Georges de la Tour

Questo dipinto, un olio su tela, di 93 x 81 cm firmato in alto a destra, "G". De la Tour..."è uno di quelli che hanno contribuito alla riscoperta di Georges de la Tour nel 1915, confrontandolo con la Negazione di Saint-Pierre di Nantes e col Neonato di Rennes. In passato si pensava che l’opera fosse stata dipinta da Rembrandt. Dipinto dall'artista verso il 1640, oggi è esposto al Museo di Belle Arti di Nantes.

Descrizione del dipinto

Un bambino e un vecchio sono separati da un tavolo. Su quest’ultimo, un candelabro di rame si nota un paio di forbici, destinate a tagliare la candela con una piccola scatola che raccoglie lo stoppino carbonizzato. L'ombra delle forbici è chiaramente disegnata sulla destra. Il bambino sembra emergere dalla notte. Sta in piedi e tiene la mano sinistra aperta verso il cielo in un gesto di grazia. Non sappiamo se si tratta di un ragazzo o di una ragazza. È vestito con una lunga tunica, delimitata sul collo da una ricca striscia e stretta da una cintura molto bella. Il suo braccio teso nasconde la fiamma della candela.

Il vecchio, appoggiato al tavolo, con la testa nella mano destra, si è addormentato con un libro aperto sulle ginocchia. Indossa un lungo abito marrone tagliato sul petto da una cintura rossa. La sua mano sinistra sembra ancora sfogliare il libro, una pagina della quale si alza come se stesse per girare da sola.

Interpretazioni del soggetto

Il soggetto rimane misterioso. È profano o sacro?

Nel primo caso, si può evocare "un vecchio addormentato, svegliato da una ragazza" o "un vecchio malato addormentato dall'ipnosi".

Nel secondo caso, le interpretazioni bibliche sono numerose. È "Samuele prima di Elia"? Ma perché un libro davanti al cieco Elia? Non è piuttosto "San Matteo che riceve il Vangelo"? Ma non c’è traccia, né della penna, né del calamaio? O forse si tratta di "San Pietro liberato da un angelo"? Ma San Pietro non sembra davvero che sia in prigione. L'interpretazione adottata oggi è quella dell'apparizione dell'angelo a Giuseppe. Tre volte in sogno, Giuseppe fu visitato da un angelo che gli ordinò, la prima volta, di sposare Maria, la seconda di fuggire in Egitto e la terza di tornare nel suo paese, dopo la morte di Erode. Tuttavia, Joseph non è stato mai raffigurato mentre leggeva.

Dettagli tecnici e simbolismo

I due personaggi occupano l'intero spazio del dipinto. Sono incorniciati a metà coscia e "tagliati" ai lati, ampliando, così, lo spazio del dipinto ad un "altrove" da cui forse proviene l'angelo ma, nel quale, è inserito anche lo spettatore. I personaggi sono collegati da due linee parallele nella parte superiore: quella degli sguardi e quella del braccio destro dell'angelo. Sullo sfondo scuro e vuoto spiccano l'arabesco della mano e la linea verticale del candelabro. Il volto di San Giuseppe è trattato con grande realismo. Le rughe della fronte, delle palpebre, del collo sono come rese con tutta la sua umanità. La barba è dipinta con la massima cura. Contrasta con il profilo puro, elegante e quasi liscio dell'angelo della luce.

Simbolo della luce divina, che non può essere guardata in faccia, la fiamma della candela è nascosta dietro la manica del bambino, contro luce. Georges de la Tour ha preso in prestito questo processo dal pittore olandese Honthorst, ma lavora sul suo profondo significato religioso. La luce ci è "rivelata" dal volto radioso e puro dell'angelo da cui sembra emanare. Non ha bisogno di ali per essere un angelo e la luce scorre lungo la cintura ricamata, per scivolare, accarezzare il bordo dei vestiti, la mano, riapparire tra le dita che toccano l'uomo addormentato nell'oscurità. Nel suo sonno tranquillo, è in accettazione, pronto per essere risvegliato, "illuminato". L'opera del pittore non rende questo percorso di luce in modo realistico: non c'è ombra della mano dell'angelo e il volto del vecchio dovrebbe essere violentemente illuminato e distorto dalla luce della fiamma. I colori, infinitamente sfumati e caldi sono quelli del fuoco, come in tutti i "notturni": il nero della notte, i marroni, i beige, gli ocra, gli arancioni delle zone di "passaggio", sollevati da tocchi di rosso sulla veste del bambino e sulla cintura di Giuseppe, il giallo sempre più chiaro della luce che illumina il viso morbido e danza nella cintura, avvicinandosi verso la punta della fiamma di un quasi bianco il cui splendore si riflette nell'occhio dell'angelo e sul naso di Giuseppe.

Tema della candela e vanità

Il tema della candela avvicina il dipinto alle Vanità, cioè a tutta una serie di dipinti di meditazione sul momento, l'effimero, il tempo, la morte. Nella fiamma di una candela, alcuni critici hanno paragonato la candela che brucia e si spegne a una clessidra che scorre verso l'alto"; la clessidra è uno degli oggetti caratteristici delle vanità. La pittura di vanità è un particolare genere di natura morta di alto valore simbolico, che si è sviluppato nel XVII secolo, in particolare nella pittura olandese nel periodo barocco. Nelle vanità, gli oggetti rappresentano tutti il vuoto dell'esistenza terrena. La vita umana è considerata vana, precaria e inutile: memento mori. Troviamo il teschio umano (= morte), la candela parzialmente consumata (= la luce che si fermerà), la clessidra o l'orologio (= la fine che sta arrivando), la bolla di sapone (l= una futilità della vita), i fiori sbiaditi (= morte). Nel dipinto, Georges de la Tour, si è fermato per dipingere un momento effimero e i personaggi sono immobili, di per sé, come se avesse voluto dipingere il silenzio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza del dipinto "L’apparizione dell’angelo a Giuseppe" di Georges de la Tour?
  2. Questo dipinto ha contribuito alla riscoperta di Georges de la Tour nel 1915, confrontandolo con altre opere come la Negazione di Saint-Pierre di Nantes e il Neonato di Rennes.

  3. Quali sono le caratteristiche principali della scena rappresentata nel dipinto?
  4. La scena mostra un bambino e un vecchio separati da un tavolo con un candelabro di rame. Il bambino, vestito con una lunga tunica, sembra emergere dalla notte, mentre il vecchio è addormentato con un libro aperto sulle ginocchia.

  5. Quali sono le interpretazioni possibili del soggetto del dipinto?
  6. Il soggetto del dipinto è misterioso e può essere interpretato sia in chiave profana che sacra. Le interpretazioni bibliche includono "Samuele prima di Elia", "San Matteo che riceve il Vangelo", o "San Pietro liberato da un angelo", ma l'interpretazione adottata oggi è quella dell'apparizione dell'angelo a Giuseppe.

  7. Come viene rappresentata la luce nel dipinto e qual è il suo significato?
  8. La luce è simbolo della luce divina e viene rappresentata dalla fiamma della candela nascosta dietro la manica del bambino. La luce è "rivelata" dal volto radioso dell'angelo e scorre lungo la cintura ricamata, illuminando il viso del vecchio.

  9. In che modo il dipinto si avvicina al tema delle Vanità?
  10. Il tema della candela avvicina il dipinto alle Vanità, un genere di natura morta simbolica che riflette sull'effimero e la morte. La candela che brucia è paragonata a una clessidra, simbolo del tempo che passa e della precarietà della vita umana.

Domande e risposte