Fabrizio Del Dongo
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Indice

  1. Dati tecnici
  2. Storia
  3. Descrizione
  4. Carattere simbolico
  5. Curiosità

Dati tecnici

• Autore: Benvenuto Cellini
• Data di creazione: 1543 circa
• Periodo culturale di riferimento: Rinascimento e Manierismo europeo
• Museo: Kunsthistorisches Museum, Vienna, Austria
• Materiali: oro, ebano, avorio e smalto di vari colori
• Tecniche: incisione a sbalzo, bassorilievo su metallo, fusione
• Dimensioni: larghezza 33,5 cm, altezza 26 cm e lunghezza 25 cm

Storia

L’oggetto fu commissionato all’artista da Francesco I, re di Francia.
Alla morte di quest’ultimo, il figlio Carlo IX regalò la saliera all'arciduca Ferdinando II di Tirolo come ringraziamento per averlo sostituito nel suo matrimonio per procura con Elisabetta d'Austria.
Fu così che la saliera entrò a far parte della collezione privata degli Asburgo.
Dal 1871, si trova al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Fino ad allora era stata perduta ogni traccia dell’attribuzione, fintanto che, intorno al 1900, lo storico Julius Schlosser identificò l’autore della saliera, grazie alla descrizione che Cellini ne fa nel suo Trattato di Oreficeria.

Descrizione

La saliera è in oro massiccio. La rappresentazione dei corpi è naturalistica e di ispirazione classica.
A sinistra, la dea della terra, Cibele, è in piedi accanto a un tempio e a dei frutti. A destra, il dio del mare, Nettuno, accompagnato dai suoi attributi (animali marini, tridenti, barca, diadema). Le figure sono fuse, modellate e scolpite con cura. Nettuno indossa un diadema smaltato di verde e un tridente grigio. Fra le due immagini abbiamo il contenitore a forma di barca: essendo destinato a contenere il sale, esso è il simbolo della fusione fra la terra e il mare. All'epoca di Cellini, il sale era un condimento prezioso e le saliere erano destinate alle tavole dei ricchi. Vicino a Cibele si scorge un tempietto di stampo classico, con un arco trionfale destinato a raccogliere il pepe che poggia sulla terra in quanto il pepe è di derivazione terrestre e non marina.
Il fondo della saliera è smaltato in verde e blu, due colori che ricordano il mare. I frutti di Cibele sono smaltati in giallo, rosso, verde e blu. Gli smalti utilizzati sono trasparenti e applicati con la tecnica del bassorilievo su metallo (= basse-taille), con ricorso all’incisione o allo sbalzo.
La base è di ebano. Sfere d'avorio incastonate sotto la base permettono di spostare la saliera intorno al tavolo a seconda delle esigenze degli ospiti.
Con quest'opera, l'oreficeria divenne un'arte di grande importanza. E i pezzi che in precedenza (nel Medioevo) erano stati essenzialmente religiosi (calici, ostensori), ora si trovavano sulle tavole dei nobili, quindi con finalità profane

Carattere simbolico

La saliera di Cellini è ricca di allegorie. Infatti, le due figure in trono sulla base in ebano sono Cibele, dea della terra, seduta su un animale allegorico, e Nettuno, dio del mare, trasportato da cavalli. Quanto alla base, contiene figure smaltate che simboleggiano le stagioni e i quattro momenti della giornata: alba, giorno, tramonto e notte. I quattro giovani collocati alla base rappresentano i venti che soffiano sulla terra.
Quest'opera introduce lo stile delle arti applicate italiano in Francia. Durante il Rinascimento, gli artisti, in particolare gli smaltatori, iniziarono a firmare le loro opere. Questo non avveniva nel Medioevo, quando le opere venivano create in bottega e quindi collettivamente.
Come molti artisti di questo periodo, Benvenuto Cellini fu un artista completo, allo stesso tempo designer, orafo, fonditore, medaglista, scultore e scrittore del Rinascimento italiano, che applicò le tecniche e la precisione dell'oreficeria al suo lavoro di scultore.

Curiosità

• È stata soprannominata “la Gioconda” delle sculture.
• Per dimostrare che i mezzi di sicurezza antifurto non era sicuri, nel 2006 la saliera fu oggetto di furto da parte di un esperto di sistemi di allarme. Dopo tre anni, fu ritrovata in un bosco vicino a Vienna e l’autore confessò il furto. D’altra parte, a causa dell'elevato valore dell'oggetto, non avrebbe potuto mai essere venduto.
Fu allora che l’oggetto fu assicurato per un valore di 60 milioni di euro.

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