Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il Perseo di Cellini è un esempio di Manierismo, intrecciando mostro ed eroe, bene e male, che scontentò Cosimo I per la sua audace rappresentazione.
  • La scultura di Perseo è stata realizzata tra il 1545 e il 1554, nel contesto del ritorno al potere dei Medici a Firenze, simboleggiando il loro dominio attraverso l'immagine del Perseo che decapita Medusa.
  • Lo stile manierista dell'opera si manifesta in forme contorte, ricerca di movimento e complessità prospettica, richiedendo allo spettatore di girare intorno alla statua per apprezzarne ogni aspetto.
  • Diverse interpretazioni vedono Perseo sia come simbolo del potere dei Medici, sia come il doppio di Medusa, suggerendo un intreccio di eroe e mostro, bene e male, concetti riflessi anche nella teoria freudiana delle pulsioni.
  • Cellini si identifica con Perseo durante la creazione della scultura, vivendo una lotta personale che culmina nella sua guarigione e nella "resurrezione" di Perseo, rendendo immortale l'artista stesso.

Indice

  1. Introduzione
  2. Il contesto storico
  3. Le diverse interpretazioni dell’opera
  4. Commento al celebre passo della fusione del Perseo

Introduzione

Il Perseo di Cellini ha tutte le caratteristiche del Manierismo. E nasconde diversi significati, uno dei quali dispiacque a Cosimo I: la scultura osava intrecciare, scandalosamente agli occhi dei potenti, mostro ed eroe, bene e male.
Lasciata la corte di Francesco I, Cellini tornò a Firenze nel 1545; entrò al servizio del duca Cosimo I de' Medici, che gli commissionò la realizzazione di una statua che raffigurasse Perseo che aveva appena ucciso la Medusa.
Tuttavia, il risultato non convinse del tutto il duca e nel corso dell’appunto ne vedremo i motivi

Il contesto storico

Cellini esegue Il Perseo tra il 1545 e il 1554, cioè quindici anni dopo il ritorno dei Medici al potere che iniziò l’esecuzione di Perseo. La famiglia dei Medici era stata cacciata nel 1494. Riportata al potere nel 1512 da Carlo V, fu nuovamente espulsa da Firenze nel 1527. I Medici tornarono poco dopo e furono nominati Duchi di Firenze nel 1530.
Gli aspetti manieristi dell'opera
Alto 3,20 metri, il Perseo è realizzato in bronzo. L’ispirazione affonda le radici leggenda greca di Perseo, che tagliò la testa ad una Gorgone, su ordine di Polidette. Perseo era figlio di Zeus e Danae. Danae si trovava, con il figlio, sull'isola di Serifo, dove regnava Polidette. Quest'ultimo si era innamorato, non corrisposto, della giovane. La donna, per difendersi dall’insistenza del re, chiese protezione al figlio ormai adulto.

Allora, per sbarazzarsi di Perseo, Polidette affidò al giovane una missione: riportare la testa di Gorgone, quella delle tre Meduse ad essere mortale. L’incarico era impossibile da portare a termine perché con il suo sguardo la Medusa poteva trasformare in pietra chiunque incontrasse.
Indossando i sandali alati del dio Hermes, l'elmo del dio dei morti Ade, rubato alle Graie durante il suo viaggio, e armato dello scudo prestatogli da Atena, Perseo riuscì a tagliare la testa di Gorgone. Riportò la testa di Medusa a Polidette e la brandì davanti a lui e ai suoi ospiti, che furono tutti pietrificati.
Cellini raffigura Perseo mentre calpestava il corpo di Medusa, un braccio della quale pende dal piedistallo, da cui sgorga abbondante sangue. Il suo braccio sinistro sembra stringere la parte alta della caviglia della gamba sinistra. Perseo è nudo, indossa l'elmo alato di Ade, tiene una spada in mano – l'arma con cui ha appena ucciso la Gorgone – e calza i sandali alati che Hermes gli ha pestato. Tiene la testa del mostro sollevata, mentre inclina leggermente la propria in avanti. La gamba sinistra è leggermente piegata.

Lo stile manierista è evidente. Le forme contorte o serpentine dei corpi, così come la ricerca del movimento, ne sono le caratteristiche principali. Quanto a Medusa, le sue gambe sono piegate verso di sé, la sinistra trattenuta dalla mano sinistra e la destra che cade verso il basso, quando osserviamo Perseo da dietro. Il braccio destro della Gorgone defunta rompe in qualche modo la cornice in cui è inserito, oltre la superficie del piedistallo: pende accanto ad esso.
La forma complessa disegnata dal cadavere rivela davvero un corpo contorto. Quanto al sangue che sgorga copiosamente dal collo di Medusa, dà un'illusione di movimento. Per quanto riguarda l'eroe greco, anche la flessione della gamba sinistra e l'inclinazione della testa contribuiscono al movimento della scultura. Ma il braccio sinistro, sollevato in alto per mostrare il trofeo, e il braccio destro, che impugna la spada e compie un movimento all'indietro, completano questa ricerca di movimento nello stile che caratterizza il Manierismo.
Inoltre, i movimenti opposti delle braccia – una all'indietro, l'altra in avanti e verso l'alto – il movimento della gamba sinistra e quello della testa creano forme quasi serpentine, come predilige il Manierismo. La spada orizzontale contrasta con la verticalità di Perseo. Inoltre, come in altre sculture manieriste, lo spettatore deve girarle intorno per coglierne tutti gli aspetti; l'opera non può essere afferrata in un solo sguardo. In questo modo, ci imbattiamo nel problema della prospettiva manierista. In sintesi, Perseo combina le figure del mostro e della vittima.

Le diverse interpretazioni dell’opera

Diverse interpretazioni possono essere date al Perseo.
1) La prima è legata agli eventi politici che si verificarono in città alla fine del XV secolo. I Medici erano stati effettivamente cacciati dalla loro città dai fiorentini. Ma la famiglia si vendicò tornando in seguito al potere con l'aiuto di Carlo V. Perseo doveva quindi simboleggiare il potere dei Medici, decapitando il popolo fiorentino, rappresentato nelle vesti di Medusa. Perseo avrebbe dovuto immortalare il Duca Cosimo I nelle vesti dell'eroe greco.
Tuttavia, il Duca non apprezzò l’opera ed è esaminando le altre interpretazioni che possiamo cercare di comprendere la reazione di Cosimo I.
2) Vista da dietro, la statua mostra Perseo come il doppio di Medusa, il mostro che ha combattuto. I capelli dell'eroe ricordano i serpenti che circondano la testa della Gorgone. Inoltre, il profilo del mostro e quello di Perseo sono identici: "nasi aquilini", "zigomi delicati" e persino occhi bassi. Anche visti frontalmente, i due volti sembrano quelli di due gemelli. Così, nella statua, eroe e mostro, bene e male, assassino e vittima, si intrecciano. Questa fusione di eroe e mostro rimanda anche a un'altra nota leggenda greca: quella di Edipo, che è anche il doppio del mostro da lui sconfitto, la Sfinge. Questa confusione ci ricorda anche che l'istinto di vita e l'istinto di morte sono collegati. La psicoanalisi lo conferma: secondo Freud (teoria delle pulsioni), Eros e Thanatos, l'istinto di vita e l'istinto di morte, coesistono in ogni individuo. La pulsione di morte è al tempo stesso opposta e complementare alla pulsione di vita. Vita e morte, bene e male. tutto è intrecciato secondo Freud.
Cellini è, in un certo senso, un precursore: mescola il male e il bene, l'eroe e il mostro. Ma qui sta il problema: la statua di Cellini rivela una verità intollerabile per il principe, in questo caso Cosimo I. Perché la logica del potere esige che il bene e il male siano radicalmente differenziati, che la distinzione sia chiara a tutti, soprattutto al popolo. Non accettabile che il principe porti con sé anche una dimensione mostruosa, pur volendo presentarsi come nemico di un mostro: il potere ne risentirebbe.

Ricordiamo inoltre la leggenda greca a cui si riferisce la scultura: si parla di paralisi riguardo allo sguardo delle Gorgoni. Si dà il caso che un ambasciatore veneziano a Firenze nel 1561, ci ha tramandato un ritratto di Cosimo I in cui si legge questa frase: «Questo principe governa i suoi stati con un rigore grandissimo che incute timore; desidera pace, unità, tranquillità tra i suoi popoli e cittadini che non osano neppure muoversi». I sudditi di Cosimo I sono come impietriti – immobili, perché «non osano neppure muoversi» – come le vittime di... Medusa. Medusa, non Perseo!
3) Una terza interpretazione ci porta a considerare Perseo il doppio di Cellini. È piuttosto significativo leggere a questo proposito i versi che Cellini scrisse riguardo alla realizzazione del Perseo:
“Momenti terribilmente faticosi, ma non pensai a risparmiarmi. La mia bottega prese fuoco e tememmo che ci crollasse addosso. Ma il cielo spingeva verso di noi tanta pioggia e vento dal giardino che la mia fornace si stava raffreddando. Dopo aver combattuto contro questi disastri per ore, caddi in una stanchezza che ebbe la meglio sulla mia naturale robustezza. Una febbre improvvisa di inimmaginabile violenza mi colse e mi costrinse a gettarmi sul letto. […] Nel mezzo delle mie sventure, vidi entrare nella mia stanza un uomo contorto come una S maiuscola. Iniziò a parlare con una voce piena di cupa tristezza come quella dei compagni che preparano i condannati a morte: “O Benvenuto! La tua statua è perduta e non c’è più niente da fare.” […] Mi avvicinai subito alla fornace per guardare: il metallo coagulato aveva, come si dice, formato una torta. […] Feci prendere mezza pagnotta di stagno del peso di circa sessanta libbre e la gettai nella fornace sulla torta, che si liquefece immediatamente sotto l'azione del fuoco di quercia che alimentavamo con sbarre di ferro e leve di legno. Avevo resuscitato un morto quando tutti quegli ignoranti non ci credevano più. Ripresi così tante forze che non sentii più né febbre né paura di morire. […] Feci subito aprire i fori dello stampo e colpii contemporaneamente i due pioli per spingerli indietro. Il metallo non scorreva con la velocità desiderata e capii che il calore del fuoco aveva probabilmente consumato il metallo legato. Andarono a prendere tutti i miei piatti, ciotole e ciotole di stagno, circa duecento, e ne feci gettare alcuni, a uno a uno, nei canali e altri nella fornace. In questo modo, tutti poterono vedere il bronzo liquefarsi meravigliosamente e lo stampo riempirsi. Tutti mi aiutavano e mi obbedivano con coraggio ed entusiasmo. Ero ovunque contemporaneamente, comandando, aiutando, pregando: "O Dio! Tu che sei risorto dai morti per la tua onnipotenza e sei asceso al cielo nella gloria!". All'istante, il mio stampo si riempì; a questa vista caddi in ginocchio e ringraziai il Signore con tutto il cuore." (da B. Cellini, Vita)

Commento al celebre passo della fusione del Perseo

Da notare l'evocazione di questo "uomo contorto come una S maiuscola", che si inserisce perfettamente nel contesto artistico dell'epoca e caratterizza così bene le sculture manieriste.
Ciò che è degno di nota è che Cellini rischia letteralmente la vita per il suo Perseo: parla della sua "sfinimento", della "febbre improvvisa di inimmaginabile violenza" che lo coglie, così come della "paura di morire". Investe parti di sé – i suoi piatti – nella creazione della sua scultura. Soprattutto, il momento in cui l’impresa artistica, che era sul punto di scomparire, di... morire, per così dire, coincide esattamente con il momento in cui Cellini riacquista la salute. Nel momento in cui, come scrive l'artista stesso, "resuscita un morto" – Perseo – anche lui, come per imitazione, risorge dalla sua violenta malattia… E ringrazia Dio per aver dato vita alla sua opera… e a se stesso.
Così, Perseo rese immortale non Cosimo I, ma lo stesso Cellini. In definitiva, l'artista e il suo mecenate avevano la stessa cosa in comune: sopravvivere ed essere eterni, spingere oltre i limiti stessi della morte.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche manieriste del Perseo di Cellini?
  2. Il Perseo di Cellini presenta forme contorte e serpentine, una ricerca del movimento e una complessità prospettica che richiede allo spettatore di girare intorno alla scultura per coglierne tutti gli aspetti.

  3. Qual è il significato politico attribuito al Perseo di Cellini?
  4. Il Perseo simboleggia il potere dei Medici, rappresentando la decapitazione del popolo fiorentino, con Cosimo I nei panni dell'eroe greco. Tuttavia, il Duca non apprezzò l'opera per la sua fusione di bene e male.

  5. Come si intrecciano le figure di Perseo e Medusa nella scultura?
  6. Nella scultura, Perseo e Medusa sono rappresentati come doppi, con caratteristiche fisiche simili, suggerendo l'intreccio di eroe e mostro, bene e male, che riflette anche la teoria freudiana delle pulsioni di vita e morte.

  7. In che modo Cellini si identifica con Perseo durante la creazione della scultura?
  8. Cellini si identifica con Perseo attraverso la sua lotta personale durante la fusione della statua, rischiando la vita e investendo parti di sé nell'opera, culminando in un parallelo tra la resurrezione di Perseo e la sua guarigione.

  9. Qual è la reazione di Cosimo I alla scultura di Cellini e perché?
  10. Cosimo I non apprezzò la scultura di Cellini perché rivelava una verità intollerabile per il potere: l'intreccio di bene e male, eroe e mostro, che minava la chiara distinzione necessaria per il controllo politico.

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