Martyna96
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Concetti Chiave

  • Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, si formò a Milano sotto Simone Peterzano, sviluppando uno stile rivoluzionario focalizzato su natura e luce.
  • A Roma, Caravaggio iniziò a lavorare con il Cavalier D'Arpino, creando opere che mescolano realismo e allegoria, sostenuto da mecenati come il cardinale Del Monte.
  • Le prime opere significative, come "Ragazzo con canestro di frutta" e "Ragazzo morso da un ramarro", mostrano il suo virtuosismo e l'abilità nel rappresentare la natura morta con dettagli realistici.
  • Caravaggio dipingeva soggetti religiosi con uno stile realistico e innovativo, utilizzando contrasti chiaroscurali per umanizzare figure sacre e rendendole accessibili.
  • Le opere di Caravaggio combinavano il divino e l'umano, portando un nuovo significato ai soggetti biblici, come evidenziato nella "Deposizione", apprezzata per il suo realismo emotivo.

In questo appunto viene descritta la biografia, la formazione e le opere principali di Michelangelo Merisi, conosciuto in arte come Caravaggio. Si descrivono tutte le opere d'arte dell'artista, da quelle iniziali a quelle della maturità. descrizione dell'opera artistica Narciso di Caravaggio

Indice

  1. Introduzione e formazione di Caravaggio
  2. Arrivo a Roma e prime opere
  3. Opere significative e innovazioni di Caravaggio
  4. Caravaggio e la natura morta
  5. Periodo religioso e capolavori successivi
  6. Ultimi anni e patrimonio artistico
  7. Riflessioni finali su Caravaggio

Introduzione e formazione di Caravaggio

Michelangelo Merisi (1571-1610), fu noto come Caravaggio

. Nacque a Milano dove il padre era giunto al seguito dei marchesi Sforza da Caravaggio. Appena tredicenne, il giovane artista studiò pittura presso la bottega milanese di Simone Peterzano, un pittore bergamasco dapprima manierista poi naturalista, con il quale aveva stipulato un contratto quadriennale di apprendistato, impegnandosi a vivere presso di lui. Guardando alla pittura del Cinquecento lombardo si può comprendere attraverso quale percorso l'artista maturò il suo stile rivoluzionario, attento allo studio della natura e della luce. Dai pittori bresciani, trasse l'attenzione per la realtà quotidiana, la religiosità priva di enfasi, l'attenzione per gli effetti luministici e cromatici, quella sensibilità naturalistica tesa a cogliere la realtà delle cose che segnò tutta la sua opera successiva. Negli anni della sua formazione, Mersi intraprese alcuni viaggi di istruzione fuori dall'area di Milano, per recarsi a Mantova, dove si trovavano i capolavori del Mantegna ed altri maestri negli scorci e nelle prospettive, e forse a Venezia, città di Giorgione e Tiziano.

per ulteriori approfondimenti su Caravaggio vedi anche qua

Arrivo a Roma e prime opere

Tra il '91 ed il '92 si trasferì a Roma

. Secondo i suoi primi biografi, l'artista abbandonò Milano in modo precipitoso e ipotizzano fosse stato coinvolto in un omicidio. Inoltre lo descrivono già affetto da malaria, una malattia che avrebbe minato il suo fisico e reso ancora più problematico un carattere già molto difficile. Iniziò a frequentare le botteghe di alcuni mediocri pittori, per approdare infine alla bottega del Cavalier D'Arpino. Presso di lui si esercitò sui modelli classici, apprese metafore e allegorie e soprattutto produsse scene di genere con nature morte. L'artista fu sostenuto ed incoraggiato da una cerchia di raffinati conoscitori d'arte, tra cui spiccava il colto cardinale Francesco Maria Del Monte, che dal 1595 al 1598 volle anche ospitarlo nella sua dimora. Fu proprio il cardinal Del Monte a metterlo in contatto con i primi collezionisti per i quali l'artista iniziò ad eseguire una serie di ritratti di giovani presi dal vero. Per dipingere questi ragazzi di florida bellezza, chiese ai suoi amici di posare per lui. La sensibilità realista della rappresentazione è assolutamente evidente.

Opere significative e innovazioni di Caravaggio

Il Ragazzo con canestro di frutta

(Olio su tela, Roma, Galleria Borghese), fu realizzata da Caravaggio nella bottega del Cavalier d'Arpino. Nel quadro, un giovare dalla spalla nuda, la testa inclinata, i capelli neri scompigliati, tiene fra le braccia un canestro colmo di frutta e guarda lo spettatore con le labbra semiaperte. L'espressione soave del ragazzo potrebbe evocare la tematica dell'Amore, in relazione al Cantico dei Cantici, il giovane potrebbe essere una personificazione dello Sposo e dunque un'allegoria del Cristo fanciullo portatore degli amorosi "frutti" della Grazia divina, rappresentati sotto forma di rigogliosa natura morta. Il Ragazzo morso da un ramarro (Olio su tela, Firenze, Fondazione Longhi), ci mostra lo stesso giovane nelle vesti di un giovane incauto, morso dal piccolo rettile che si nascondeva in un mucchietto di ciliegie. Il ragazzo è colto mentre ritrae la mano, con espressione di spavento misto a disgusto e sofferenza. L'animale simboleggia l'insidia che si nasconde nella bellezza della vita e della natura, il dolore che è sempre in agguato. Fu apprezzato per la resa del movimento, per il virtuosismo con cui seppe rappresentare la rugiada sui fiori e la boccia d'acqua in cui si riflette una finestra.

Caravaggio e la natura morta

Caravaggio sosteneva il principio secondo il quale un artista deve saper imitare bene ogni soggetto naturale

. L'artista eseguì varie nature morte come soggetto autonomo. La Canestra di frutta (Olio su tela, Milano, Pinacoteca Ambrosiana), fu realizzata nel 1599. L'occhio dello spettatore si perde nei dettagli, in una verifica meticolosa e ammirata della loro aderenza al "vero". Ogni frutto è riprodotto con fedeltà assoluta: i chicchi d'uva hanno la loro caratteristica patina opaca, i fichi mostrano una buccia vivida e rugosa, la mela, sebbene già bacata, presenta una superficie lucida e compatta. Alcune foglie sono turgide, altre avvizzite: è l''ennesima allusione alla morte, che si annida nella vita, corrompendola.

Periodo religioso e capolavori successivi

Nel 1596 realizzò il Bacco (Olio su tela, Firenze, Uffizi), su incarico del Cardinale Del Monte, che intendeva regalarlo a Ferdinando I dei Medici in occasione del matrimonio di suo figlio, Cosimo II. Nelle vesti del dio, Caravaggio presenta non una classica figura idealizzata ma un normale ragazzo di strada. Il giovane, appoggiato a un vecchio materasso rigato dopo esserci coperto con un lenzuolo, offre allo spettatore un largo calice di vetro colmo di vino rosso. Il soggetto è accompagnato da una magnifica natura morta, che offre un altro straordinario spaccato di realtà. La chiave di lettera sarebbe offerta dal fiocco nero legato ad un dito del Bacco, tipico simbolo di morte, che nulla ha da spartire con la tradizionale iconografia del dio: la sua presenza nel dipinto è infatti apparentemente inspiegabile. Dietro la gioiosa espressione del ragazzo si celerebbe l'annuncio di un evento luttuoso e anche la frutta decomposta e le foglie secche alluderebbero al potere corruttore del tempo e avrebbero dunque la funzione di memento mori, ossia di un'ammonizione a non dimenticare mai che la vita è breve. Inoltre, la presenza della melagrana, tradizionale simbolo della Passione e resurrezione di Gesù, avvalorerebbe questa ipotesi e il calice di vino rosso che ci offre, non sarebbe un invito a far baldoria, ma l'evocazione dei mistero pasquale.

Ultimi anni e patrimonio artistico

Alla fine degli anni Novanta, cominciò a dipingere alcuni quadri di soggetto religioso

. Pur affrontando soggetti legati alla tradizione cristiana, l'artista decise di non rinnegare la sua "pittura della realtà" e, abbandonando le iconografie ufficiali, volle presentare le sue scene sacre come pitture di genere: nelle sue tele angeli, santi, persino Gesù e la Madonna non sono affatto idealizzati, tanto da sembrare personaggi tratti dalla vita quotidiana. Nel contempo iniziò a sperimentare l'impiego di una luce nuova, che invadeva la scena creando suggestivi contrasti chiaroscurali. Il Riposo durante la fuga in Egitto (Olio su tela, Roma, Galleria Doria Pamphili), del 1597, è un quadro dominato da una dolcezza estrema. Presenta la Sacra Famiglia che si ferma a riposare accanto ad un fiume, presso un bosco di querce e pioppi. La Madonna dorme abbracciata al bambino, in una posa instabile. Un angelo esile e bellissimo, suona il violino per allietarli, mentre Giuseppe gli tiene lo spartito. La sua espressione è umile, la sua figura di vecchio stanco appare assolutamente dignitosa e ispira un profondo rispetto."

Riflessioni finali su Caravaggio

Caravaggio

, dipingendo le tele della Cappella Contarelli e della Cappella Cerasi, dimostrò di saper conferire un valore del tutto nuovo ai soggetti che gli venivano commissionati. A lui non interessò esaltare la storia sacra in generale e la storia della Chiesa in particolare adottandole come modello di riferimento essenziale. Egli volle prima di tutto raccontare una storia di uomini. L'artista voleva soltanto aderire alla verità storica e al significato più profondo del racconto biblico o evangelico. La pittura sacra di Caravaggio è dunque la presentazione di un dramma che ha come protagonisti gli umili, i soli a cui Dio decide di manifestarsi e proprio le mani e i piedi sporchi di quei santi ci spingono a ritenere che la religiosità del pittore fu profonda e sofferta. Nel mescolare il divino e l'umano, Caravaggio si spingeva talvolta oltre il lecito, cogliendo impreparate le mentalità più chiuse. Ci fu tuttavia un'opera pubblica ad essere accolta con esplicito apprezzamento dall'intero ambiente ecclesiastico. La Deposizione (Olio su tela, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana), dipinta del 1603 per la cappella dedicata al guardarobiere di papa Gregorio XIII, nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma. Il quadro ci mostra una scena di seppellimento privato, intima e silenziosa. Quello di Cristo è un cadavere vero, le cui labbra iniziano a farsi bluastre; sorreggono il suo corpo muscoloso e pesante, un giovane che ha l'onore di tenerlo per il busto sotto le ascelle e un vecchio che lo afferra per le gambe, abbracciandogli le ginocchia; l'uomo volge verso il federe il suo volto, come per renderlo partecipe dell'evento. I due personaggi sono facilmente identificabili con Giovanni e Nicodemo, al quale Caravaggio diede le sembianze di Michelangelo Buonarroti. Il contrasto fra la luce e l'ombra è drammatico. La Madonna è segnata dalle rughe, distrutta da un dolore devastante ma contenuto: con le braccia aperte sembra voler contenere il corpo del figlio morto e nel contempo accompagnarlo nella tomba dove sta per sparire. La Maddalena piange. Maria di Cleofa, spalanca le braccia al cielo, in un gesto orante (caro agli oratoriani) che appare più come una dolorosa meditazione che un urlo di dolore. Il suo atteggiamento di apertura verso l'alto è un chiaro riferimento alla futura resurrezione del Cristo e non è l'unico: si noti come la mano abbandonata di Gesù indica con le dita il numero tre (terzo giorno della resurrezione); si notino ancora la pianta del fico (le cui foglie si intravedono appena nel buio dello sfondo), che tradizionalmente è simbolo di salvezza e di redenzione e, in basso a sinistra accanto al cadavere, la pianta di tasso barbasso, simbolo di resurrezione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il percorso formativo di Caravaggio e come ha influenzato il suo stile artistico?
  2. Caravaggio, nato a Milano, ha studiato pittura presso la bottega di Simone Peterzano, dove ha sviluppato uno stile rivoluzionario influenzato dalla pittura del Cinquecento lombardo, con un'attenzione particolare alla natura e alla luce.

  3. Quali furono le prime esperienze di Caravaggio a Roma e come influirono sulla sua carriera?
  4. A Roma, Caravaggio lavorò inizialmente in botteghe di pittori mediocri, ma trovò sostegno nel cardinale Francesco Maria Del Monte, che lo introdusse a collezionisti d'arte, permettendogli di eseguire ritratti realistici di giovani.

  5. In che modo Caravaggio ha innovato la rappresentazione della natura morta?
  6. Caravaggio ha eseguito nature morte come soggetti autonomi, riproducendo i dettagli con fedeltà assoluta, come nella "Canestra di frutta", dove ogni frutto è rappresentato con precisione, alludendo alla morte che si annida nella vita.

  7. Come si riflette la religiosità di Caravaggio nelle sue opere successive?
  8. Caravaggio ha affrontato soggetti religiosi con una "pittura della realtà", presentando scene sacre come pitture di genere, con personaggi tratti dalla vita quotidiana e un uso innovativo della luce per creare contrasti chiaroscurali.

  9. Qual è l'importanza della "Deposizione" di Caravaggio e come viene rappresentata la scena?
  10. La "Deposizione" è un'opera apprezzata dall'ambiente ecclesiastico, che mostra una scena di seppellimento intima e silenziosa, con un drammatico contrasto tra luce e ombra, simboli di resurrezione e un realismo che esprime profonda religiosità.

Domande e risposte