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Concetti Chiave

  • La scultura "Amore e Psiche" di Antonio Canova si ispira a una favola di Lucio Apuleio, rappresentando un episodio mitologico di grande delicatezza e idealizzazione.
  • Antonio Canova, nato a Possagno e formatosi a Venezia, divenne il più celebre scultore neoclassico, lavorando a Roma e realizzando opere di equilibrata armonia.
  • Il danese Bertel Thorvaldsen, rivale di Canova, era un altro importante scultore neoclassico, noto per la scultura ispirata al mito di Ganimede.
  • Giambattista Piranesi offrì un'interpretazione personale del recupero dell'antico con incisioni che enfatizzavano grandiosità e ornamenti, sacrificando l'accuratezza storica.
  • Nel Settecento, il collezionismo di antichità divenne uno status symbol, portando alla creazione di musei come il British Museum e il Louvre, rendendo accessibili queste collezioni al pubblico.

Indice

  1. Il mito di Amore e Psiche
  2. Antonio Canova e la sua arte
  3. Bertel Thorvaldsen e il mito di Ganimede
  4. Giambattista Piranesi e le vedute di Roma
  5. Collezioni di antichità e musei

Il mito di Amore e Psiche

Amore e Psiche si ispira a una favola antica di Lucio Apuleio, scrittore latino che amava le divinità della Grecia classica. La scultura raffigura un episodio del mito in cui Amore rianima Psiche, la fanciulla da lui amata, che giace preda di un incantesimo, un sonno profondo. Le due teste accostate sono il centro visivo della composizione: Psiche è sdraiata, con le braccia alzate quasi a voler trarre a sé l’amato, piegato su di lei. Amore ha una gamba tesa, che prolunga come un arco la linea delle ali, mentre con l’altra si appoggia alla roccia. Originariamente collocata su un piedistallo girevole, la scultura veniva fatta ruotare davanti agli osservatori, poiché si riteneva non avesse un punto di vista privilegiato .Universalmente ammirata, Amore e Psiche è considerata uno dei capolavori del Neoclassicismo proprio per la delicatezza dei gesti e per l’idealizzazione dei personaggi (del resto Psiche significa «anima»).L’autore di questa complessa composizione è Antonio Canova(1757-1822), il più importante scultore neoclassico.

Antonio Canova e la sua arte

Figlio di uno scalpellino, Antonio Canova nacque a Possagno (Treviso) ma si formò a Venezia. Trasferitosi poi a Roma, nel 1779 iniziò a studiare dal vero la statuaria antica. Ebbe incarichi prestigiosi sotto diversi regimi politici, diventando il più celebrato artista del suo tempo. Molti aristocratici erano soliti visitare lo scultore nel suo studio e discutere con lui di questioni artistiche. Egli interveniva personalmente nell’esecuzione della scultura solo in alcune fasi: all’inizio, realizzando prima il disegno e poi il bozzetto in creta, caratterizzato da una grossolana modellatura [3]; alla fine, curando l’esecuzione della superficie e completando l’opera secondo la sua sensibilità. Egli faceva precedere la figura in marmo da un modello in gesso a grandezza naturale. La copia in gesso veniva riprodotta in marmo dagli assistenti. In quest’ultima fase Canova interveniva nuovamente per la levigatura finale. Straordinaria era la delicatezza con cui trattava la superficie del marmo, realizzando figure di assoluta bellezza e di equilibrata armonia compositiva.

Bertel Thorvaldsen e il mito di Ganimede

Accanto a Canova, il più importante scultore neoclassico d’Europa fu il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844). Anche lui appassionato della cultura greca, trasse dal mito di Ganimede lo spunto per questa sua scultura . Qui vediamo il bellissimo pastorello, destinato a diventare il coppiere degli dei, che ignaro del suo destino offre a Zeus (nelle sembianze di un’aquila) una coppa di vino.

Giambattista Piranesi e le vedute di Roma

Un’interpretazione assolutamente personale del recupero dell’antico in voga al tempo di Canova è data dalle incisioni di Giambattista Piranesi (1720-1778). Celebri sono le sue vedute di Roma antica, che egli interpreta ingigantendone le dimensioni reali e gli ornamenti anche a scapito della precisione nella ricostruzione storica. Nella Veduta ideale della via Appiala grandiosità delle rovine, a cui si aggiungono ornamenti e sculture fantastiche, è amplificata dall’allargamento della prospettiva e dal punto di vista posto in basso.

Collezioni di antichità e musei

Nel Settecento possedere una collezione di antichità conferiva un notevole prestigio. Ogni aristocratico faceva di tutto per ingrandire la propria raccolta e arrivava a spendere somme enormi per possedere i pezzi più rari. Alcuni si fecero ritrarre con accanto le sculture più celebri dell’epoca, come il collezionista inglese Charles Townley . Quando si comprese l’importanza che la conservazione del patrimonio artistico aveva per la collettività, alcune di queste collezioni vennero aperte al pubblico. Parallelamente, sulla spinta degli ideali illuministi, furono fondati i primi musei. Così, nel 1753 nacque a Londra il British Museum, nel 1793 il Louvre a Parigi e a Firenze venne radicalmente riordinata la Galleria degli Uffizi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'ispirazione dietro la scultura "Amore e Psiche" di Antonio Canova?
  2. "Amore e Psiche" si ispira a una favola antica di Lucio Apuleio, raffigurando un episodio in cui Amore rianima Psiche, amata da lui, che giace in un sonno profondo.

  3. Come lavorava Antonio Canova nella creazione delle sue sculture?
  4. Canova iniziava con un disegno e un bozzetto in creta, poi creava un modello in gesso a grandezza naturale, che i suoi assistenti riproducevano in marmo. Interveniva personalmente nella levigatura finale per garantire la bellezza e l'armonia compositiva.

  5. Chi era il principale rivale di Canova nel Neoclassicismo?
  6. Il principale rivale di Canova era il danese Bertel Thorvaldsen, noto per la sua scultura ispirata al mito di Ganimede.

  7. Qual era l'approccio di Giambattista Piranesi nel recupero dell'antico?
  8. Piranesi interpretava l'antico ingigantendo le dimensioni e gli ornamenti delle vedute di Roma, sacrificando la precisione storica per un effetto grandioso.

  9. Qual era l'importanza del collezionismo nel Settecento?
  10. Possedere una collezione di antichità conferiva prestigio, e molti aristocratici spendevano somme enormi per pezzi rari. Con il tempo, alcune collezioni furono aperte al pubblico, portando alla nascita dei primi musei.

Domande e risposte