Concetti Chiave
- Antonio Canova, nato nel 1757 vicino a Treviso, ha lavorato principalmente a Roma, creando statue di nudi grazie alla sua formazione accademica e l'uso di disegni preparatori.
- L'opera "Le tre grazie", iniziata nel 1812, fu commissionata dalla prima moglie di Napoleone e oggi si trova all'Ermitage di San Pietroburgo; una seconda versione è al Victoria and Albert Museum di Londra.
- Le due versioni delle "Tre Grazie" sono quasi identiche, ma la seconda, preferita dall'artista, è in migliori condizioni; entrambe mostrano le figure abbracciate e in diverse prospettive.
- Canova ha innovato la disposizione classica delle figure, mostrando tre attitudini diverse e una flessuosità nei corpi che contrasta con la tradizione di staticità.
- La tecnica di chiaroscuro di Canova nei capelli delle figure conferisce una superficie liscia che crea effetti di luce simili a uno sfumato pittorico.
La vita e le opere di Antonio Canova
Antonio Canova nasce nei pressi di Treviso nel 1757 e lavora per la maggior parte della sua vita a Roma, sotto committenza del Papa, ma anche di altri personaggi influenti del tempo che acquisteranno le sue opere, perciò realizza con estrema maestria delle statue ritraenti nudi non solo per la sua predilezione per i soggetti, attestata dalla sua assidua frequentazione all'accademia del nudo, ma anche alla dedizione verso la realizzazione di disegni preparatori, i quali talvolta sembrano anticipare la realizzazione di alcune opere di committenza.
Le tre grazie: un capolavoro di Canova
Le tre grazie sono anche il titolo di un'opera di Ugo Foscolo, contemporaneo all'artista Canova, in cui si celebra la bellezza femminile. Nel 1812 Antonio Canova realizza i primi disegni e un bozzetto realizzato in Creta per le tre grazie e una prima redazione in marmo viene realizzata tra il 1812 e il 1816, commissionata dalla prima moglie di Napoleone. Oggi l'opera è conservata all'ermitage di San Pietroburgo, mentre una seconda redazione viene commissionata dal Sesto duca di Bedford tra il 1814 e il 1817 e viene esposta al Victoria and Albert Museum di Londra e alla National gallery of Scotland. La seconda redazione dell'opera si trova in migliori condizioni di conservazione, anche perché probabilmente già ai tempi era la prediletta dall'autore, sebbene le due opere siano quasi identiche se non per una serie di minuzie che le contraddistinguono. I nomi delle tre grazie sono eufrosine, Aglaia e Talia. Le statue sono realizzate in posizione stante, abbracciate l'una all'altra. Disponendole in questo modo Canova riesce a mostrare tre differenti attitudini incarnate dalle tre fanciulle e ciò si contrappone alla tradizione classica che voleva i personaggi disposti sulla stessa superficie piana e in posizione stante, mentre in questo caso Pur non essendo in movimento, i corpi delle fanciulle sono molto flessuosi. Nel gruppo scultoreo la fanciulla posizionata al centro è vista centralmente, un'altra quasi di spalle e quella sulla sinistra di fianco. Le gambe delle tre divinità sembrano costituire delle radici di un fusto tripartito. L'insieme di braccia circonda l'intera opera come un drappo e i volti sono tuttavia tutti di profilo. Canova riesce a mettere a punto un ottimale tecnica di chiaroscuro nei capelli delle figure, e ciò conferisce ad esse una superficie tanto liscia da consentire trapassi di luce come se si trovassero all'interno di uno sfumato pittorico.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza delle "Tre Grazie" di Antonio Canova?
- Quali sono le caratteristiche distintive delle statue delle "Tre Grazie"?
- Chi ha commissionato le due redazioni delle "Tre Grazie" e dove sono esposte?
Le "Tre Grazie" di Canova sono un'opera significativa che celebra la bellezza femminile, realizzata con maestria e attenzione ai dettagli, e sono conservate in importanti musei come l'Ermitage di San Pietroburgo e il Victoria and Albert Museum di Londra.
Le statue sono caratterizzate da una disposizione innovativa, con le figure abbracciate e posizionate in modo da mostrare tre attitudini diverse, con corpi flessuosi e una tecnica di chiaroscuro che conferisce una superficie liscia e luminosa.
La prima redazione in marmo è stata commissionata dalla prima moglie di Napoleone e si trova all'Ermitage di San Pietroburgo, mentre la seconda, commissionata dal Sesto duca di Bedford, è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra e alla National Gallery of Scotland.